Buon giovedì! Oggi splende un bellissimo sole ed è incoraggiante perchè, dopo tanto grigiore e umidità, mi fa sperare nell'arrivo veloce della primavera! Dopo l'influenza ho bisogno di energia e mi aggrappo pure al sole per averne un po'. Nel frattempo vi parlo del libro che ho terminato qualche giorno fa, nei giorni duri di malattia, e vi dico cosa ne penso di questo classico della letteratura inglese.
Sinossi: Un romanzo in cui domina la violenza sugli uomini, sugli animali, sulle cose, scandito da scatti di crudeltà sia fisica sia, soprattutto, morale. Un romanzo brutale e rozzo - sono gli aggettivi utilizzati dalla critica dell'epoca - che scuoteva gli animi per la sua potenza e la sua tetraggine e che narra il consumarsi di un'inesorabile (sino a un certo punto) vendetta portata avanti con fredda meticolosità dal disumano Heathcliff. 'Cime tempestose' è un romanzo selvaggio, originale, possente, si leggeva in una recensione della 'North American Review', apparsa nel dicembre del 1848, e se la riuscita di un romanzo dovesse essere misurata unicamente sulla sua capacità evocativa, allora "Wuthering Heights" può essere considerata una delle migliori opere mai scritte in inglese. Tomasi di Lampedusa esprimeva il suo entusiastico e ammirato giudizio su Cime tempestose: 'Un romanzo come non ne sono mai stati scritti prima, come non saranno mai più scritti dopo. Lo si è voluto paragonare a Re Lear. Ma, veramente, non a Shakespeare fa pensare Emily, ma a Freud; un Freud che alla propria spregiudicatezza e al proprio tragico disinganno unisse le più alte, le più pure doti artistiche. Si tratta di una fosca vicenda di odi, di sadismo e di represse passioni, narrate con uno stile teso e corrusco spirante, fra i tragici fatti, una selvaggia purezza."
Recensione: Cime tempestose è un libro che da anni staziona nella mia libreria, un classico che, insieme ad altri, aspetta il momento buono per essere letto. Finalmente il suo momento è arrivato e, insieme alla mia febbrona da influenza, anche Cime tempestose ha lasciato il segno nel mio animo. Inutile dire che la fama di questo libro lo precede, anche chi non l'ha letto conosce più o meno la trama e la storia d'amore di Catherine e Heathcliff. Quello che magari non si può sapere, se non leggendo il libro, è lo sgomento profondo che provoca la storia dei protagonisti: le vicende delle famiglie Earnshaw e Linton che si intrecciano in maniera così tragica e la loro vita carica di sofferenze destinate a rendere infelici le esistenze di tutti i familiari. Catherine e Heathcliff crescono insieme, lei è la figlia del proprietario di Wuthering Heights e lui l'orfano a cui la famiglia Earnshaw offre accoglienza. I due bambini trascorrono l'infanzia insieme e crescendo condividono un sentimento nuovo, intenso e violento come l'amore. Ma Catherine, viziata e ribelle, sceglie di sposare il giovane Linton spezzando il cuore di Heathcliff che sparisce per anni. Quando torna scatena la sua vendetta e si circonda di cattiveria e atrocità. fino alla morte di Catherine che lo sconvolge tanto da portarlo alla distruzione. Cime tempestose è un libro che tutti i romanticoni come me, prima o poi, devono leggere... è decisamente un manifesto che descrive magistralmente il lato "oscuro" del verbo amare. La gelosia, il possesso, la rabbia, la vendetta sono tutte sfaccettature di cui l'amore si colora in questo libro. Emily Bronte descrive, con un linguaggio forte e intenso, una storia d'amore che diventa tragedia, un sentimento tradito per convenienza che si trasforma in sofferenze indicibili per i familiari di Catherine e Heathcliff, una sofferenza anche per me finire questo libro comunque. Il libro è un capolavoro, decisamente, ma io ho faticato a leggere tutte le malvagità e cattiverie perpetrate a nome e per conto dell'amore e spero che non sia perchè mi sto rammollendo ma magari perchè ero febbricitante. Un libro da ricordare, un classico che descrive l'amore nel suo senso più distruttivo e tragico, una vicenda che rimane impressa per il colore tetro del sentimento che genera: mai felice, mai soddisfatto e mai condiviso se non nel momento della morte!
Don't dream your life... live your dreams!
giovedì 15 febbraio 2018
mercoledì 14 febbraio 2018
Recensione: Agatha Raisin Amore, bugie e liquori - M.C. Beaton
Buongiorno! Il mio inverno si sta concludendo con una decisa dose di antipiretici... nella mia famiglia l'influenza dilaga proprio nell'ultima settimana di carnevale. Vabbè, confidiamo nel fatto che tutto passa e armiamoci di pazienza. Per tutto il resto ci sono i miei adorati libri. Stavolta vi parlo di libro che ha come protagonista Agatha Raisin e che fa parte di una serie composta da un bel numero di titoli!
Sinossi: Agatha Raisin è una cinquantenne dal carattere difficile. Ottenuto successo e denaro con un’agenzia di PR, decide di mollare tutto, Londra compresa, e trasferirsi a Carsely, fiabesco villaggio dei Cotswolds. Lì, per la prima volta, capisce di essere sola: un matrimonio breve e disastroso alle spalle, un’infanzia misera e difficile l’hanno resa sospettosa verso gli altri, tanto poco incline ai rapporti umani quanto desiderosa di averne. E proprio per essere accettata, Agatha si trova invischiata nella sua prima avventura. Da lì in poi, un po’ per caso un po’ per scelta – tutto sommato in pensione si annoia – Agatha sarà coinvolta in un considerevole numero di casi. Negli oltre venti libri che a oggi costituiscono la serie, Agatha appare un’eroina non convenzionale: quasi interamente priva di capacità introspettive, così piena di difetti da risultare talvolta seccante, tra i pochi ancora a mangiare male e a bere e fumare peggio, Agatha alla fine conquista.
Recensione: Agatha Raisin è una detective con un passato da PR. Ha un ex marito che le gira sempre intorno e lei spera, romanticamente, in un ritorno di fiamma. In questo capitolo lui le propone un viaggio che lei sogna in chissà che delizia di luogo invece lui la accompagna in uno sconosciuto paesetto di mare, proprio in riva al mare. James, infatti, lo ricorda come un bel posticino dove ha trascorso bei momenti della sua infanzia ma si capisce fin da subito che non è il posto giusto per la vacanza ideale e decidono di andare via. Purtroppo accade che viene uccisa una signora e che "l'arma" del delitto porta direttamente ad Agatha... da qui inizia l'avventura! Come una novella Poirot (Agatha... omonimia casuale?) la Raisin cerca di trovare l'assassino perchè, in verità, l'unico collegamento che ha con la vittima sono un paio di insulti scambiati durante una cena e nulla di più. Poi si innescano una serie di situazioni che ingarbugliano ancora meglio i fatti e lei è ancora più curiosa e motivata a risolvere e ad indagare per trovare il colpevole. Le mie impressioni su questo libro si sono cristallizzate bene solo alla fine: leggerlo è stata una sorpresa perchè l'ho scelto su consiglio di compagne di challenge e devo dire che ne è valsa la pena. All'inizio ci ho messo un pochino ad individuare bene protagonisti e altri personaggi della serie ma tutto poi si è rivelato comprensibile anche se sono partita dalla sua diciassettesima avventura. Dico subito che questa Agatha, per quanto sia fumantina, precisa e testarda, non compete assolutamente con la capacità investigativa che distingue l'Agatha scrittrice e le sue avventure non danno lo stesso brivido dei gialli della Christie. Agatha Raisin è una persona con una vita sociale molto confusa, rivuole l'ex ma poi non lo vuole più. Cerca la compagnia di amici ma non devono "disturbarla" tanto, sul lavoro è pignola e, almeno lì, le cose sembrano funzionare senza troppi intoppi. Risolvere questo caso la aiuta a distrarsi dagli affanni di cuore cui si ritrova a pensare e i suoi colleghi sono sempre disposti ad aiutarla Questo libro ha tutte le caratteristiche di un giallo scritto per divertire... la punta di humor alleggerisce ogni tanto la ricerca del colpevole. La descrizione dei paesaggi è così precisa che, chiudendo gli occhi, sembra di esserci nella campagna inglese oppure nel paesello di mare ed è comunque una piacevole lettura nonostante la trama sia un pochino prevedibile. Insomma, incontrare Agatha Raisin è un momento di lettura che ti lascia la sensazione bella delle cose "di famiglia", la sua agenzia, l'ex, gli amici che ruotano intorno a lei... tutto descrive un quadro simpatico un pochino anomalo visto che stiamo leggendo un giallo. A questo punto, credo che leggerò anche qualche altro titolo della serie!
Sinossi: Agatha Raisin è una cinquantenne dal carattere difficile. Ottenuto successo e denaro con un’agenzia di PR, decide di mollare tutto, Londra compresa, e trasferirsi a Carsely, fiabesco villaggio dei Cotswolds. Lì, per la prima volta, capisce di essere sola: un matrimonio breve e disastroso alle spalle, un’infanzia misera e difficile l’hanno resa sospettosa verso gli altri, tanto poco incline ai rapporti umani quanto desiderosa di averne. E proprio per essere accettata, Agatha si trova invischiata nella sua prima avventura. Da lì in poi, un po’ per caso un po’ per scelta – tutto sommato in pensione si annoia – Agatha sarà coinvolta in un considerevole numero di casi. Negli oltre venti libri che a oggi costituiscono la serie, Agatha appare un’eroina non convenzionale: quasi interamente priva di capacità introspettive, così piena di difetti da risultare talvolta seccante, tra i pochi ancora a mangiare male e a bere e fumare peggio, Agatha alla fine conquista.
Recensione: Agatha Raisin è una detective con un passato da PR. Ha un ex marito che le gira sempre intorno e lei spera, romanticamente, in un ritorno di fiamma. In questo capitolo lui le propone un viaggio che lei sogna in chissà che delizia di luogo invece lui la accompagna in uno sconosciuto paesetto di mare, proprio in riva al mare. James, infatti, lo ricorda come un bel posticino dove ha trascorso bei momenti della sua infanzia ma si capisce fin da subito che non è il posto giusto per la vacanza ideale e decidono di andare via. Purtroppo accade che viene uccisa una signora e che "l'arma" del delitto porta direttamente ad Agatha... da qui inizia l'avventura! Come una novella Poirot (Agatha... omonimia casuale?) la Raisin cerca di trovare l'assassino perchè, in verità, l'unico collegamento che ha con la vittima sono un paio di insulti scambiati durante una cena e nulla di più. Poi si innescano una serie di situazioni che ingarbugliano ancora meglio i fatti e lei è ancora più curiosa e motivata a risolvere e ad indagare per trovare il colpevole. Le mie impressioni su questo libro si sono cristallizzate bene solo alla fine: leggerlo è stata una sorpresa perchè l'ho scelto su consiglio di compagne di challenge e devo dire che ne è valsa la pena. All'inizio ci ho messo un pochino ad individuare bene protagonisti e altri personaggi della serie ma tutto poi si è rivelato comprensibile anche se sono partita dalla sua diciassettesima avventura. Dico subito che questa Agatha, per quanto sia fumantina, precisa e testarda, non compete assolutamente con la capacità investigativa che distingue l'Agatha scrittrice e le sue avventure non danno lo stesso brivido dei gialli della Christie. Agatha Raisin è una persona con una vita sociale molto confusa, rivuole l'ex ma poi non lo vuole più. Cerca la compagnia di amici ma non devono "disturbarla" tanto, sul lavoro è pignola e, almeno lì, le cose sembrano funzionare senza troppi intoppi. Risolvere questo caso la aiuta a distrarsi dagli affanni di cuore cui si ritrova a pensare e i suoi colleghi sono sempre disposti ad aiutarla Questo libro ha tutte le caratteristiche di un giallo scritto per divertire... la punta di humor alleggerisce ogni tanto la ricerca del colpevole. La descrizione dei paesaggi è così precisa che, chiudendo gli occhi, sembra di esserci nella campagna inglese oppure nel paesello di mare ed è comunque una piacevole lettura nonostante la trama sia un pochino prevedibile. Insomma, incontrare Agatha Raisin è un momento di lettura che ti lascia la sensazione bella delle cose "di famiglia", la sua agenzia, l'ex, gli amici che ruotano intorno a lei... tutto descrive un quadro simpatico un pochino anomalo visto che stiamo leggendo un giallo. A questo punto, credo che leggerò anche qualche altro titolo della serie!
giovedì 8 febbraio 2018
Recensione: La tristezza ha il sonno leggero di Lorenzo Marone
Buon giovedì a tutti! E' appena iniziato febbraio e, in famiglia, stiamo combattendo contro l'influenza che ha messo al tappeto due figlie e il marito... brutto periodo davvero! Nonostante i virus, comunque, la mia isola felice è avere sempre un libro a portata di mano. Questa è la terapia che preferisco!
Oggi vi parlo del terzo libro di Lorenzo Marone che, finalmente, sono riuscita a leggere:
Sinossi: Erri Gargiulo ha due padri, una madre e mezza e svariati fratelli. È uno di quei figli cresciuti un po’ qua e un po’ là, un fine settimana dalla madre e uno dal padre. Sulla soglia dei quarant’anni è un uomo fragile e ironico, arguto ma incapace di scegliere e di imporsi, tanto emotivo e trattenuto che nella sua vita, attraversata in punta di piedi, Erri non esprime mai le sue emozioni ma le ricaccia nello stomaco, somatizzando tutto. Un giorno la moglie Matilde, con cui ha cercato per anni di avere un bambino, lo lascia dopo avergli rivelato di avere una relazione con un collega. Da quel momento Erri non avrà più scuse per rimandare l’appuntamento con la sua vita. E deciderà di affrontare una per una le piccole e grandi sfide a cui si è sempre sottratto: una casa che senta davvero sua, un lavoro che ami, un rapporto con il suo vero padre, con i suoi irraggiungibili fratelli e le sue imprevedibili sorelle. Imparerà così che per essere soddisfatti della vita dobbiamo essere pronti a liberarci del nostro passato, capire che noi non siamo quello che abbiamo vissuto e che non abbiamo alcun obbligo di ricoprire per sempre il ruolo affibbiatoci dalla famiglia. E quando la moglie gli annuncerà di essere incinta, Erri sarà costretto a prendere la decisione più difficile della sua esistenza...
Recensione: Dopo aver amato Cesare e Luce, i protagonisti dei precedenti lavori di Marone di cui vi parlo qui, ero veramente curiosa di conoscere pure Erri Gargiulo. L'autore racconta le vicende di Erri quarantenne insoddisfatto che pensa di poter vivere tranquillo, sua moglie però gli confessa un tradimento e la relazione con un altro uomo. Lui ci rimane malissimo ma riconosce che il loro rapporto è diventato solo un mezzo per ottenere il figlio tanto desiderato da Matilde, non c'è più il sentimento a legarli. A Erri non rimane altro che dare una svolta decisiva alla sua vita, cambiando lavoro e abitazione e tentare di riprendere a vivere decidendo "da solo". Il libro è il racconto, alternando episodi e ricordi attuali e passati della sua storia, dove Erri presenta le sue fragilità, i suoi dubbi e la sua incapacità di fare quello che veramente desidera. A modo suo ce lo spiega presentandoci la sua famiglia allargata, molto allargata, dove la figura predominante è la madre con aspirazioni politiche e molto poco materna nei confronti del piccolo Erri, lui cerca infatti da sempre, l'approvazione, l'accettazione, il riconoscimento come persona che vale. la sua famiglia è varia e variopinta, per Erri sballottato da un genitore all'altro dopo la separazione, vengono meno i punti fermi che raddrizzano il carattere di un bimbo prima e di un adulto poi anche se, fortunatamente, il suo patrigno è uomo degno di stima perchè lo aiuta nei momenti più critici come solo un vero padre potrebbe fare. Adoro i libri di Marone e questo libro mi conferma la sua capacità di analizzare bene i rapporti tra le persone, siano esse familiari o meno e di spiegarne le ripercussioni quando gli affetti non seguono il giusto canale. Il racconto che fa delle famiglie Gargiulo e Ferrara, comprese le storie dei vari fratelli/sorelle acquisiti e naturali sono il reale specchio di quello che accade in ogni famiglia: invidie, amicizie, affetti, ripicche, rivalse. Si trova un po' di tutto nel libro e si prova quasi tenerezza per Erri che con tanta ironia, riesce a spiegare a noi lettori, il suo percorso liberatorio - cambiare per non morire! - che lo slega da tutte le apparenze. Mi piace quello che l'autore sembra voler sottolineare con questo libro... quello che diventiamo da grandi è legato a doppio filo a quello che eravamo da piccoli! L'importanza di un'infanzia serena, con adulti che aiutino i bimbi a tirare fuori tutte le risorse di cui dispongono è, molto spesso, ciò che fa la differenza tra un adulto attivo e uno che subisce gli eventi. Erri riconosce la sua condizione passiva e cerca il modo per ribaltare tutto. Anche lui ha buoni motivi per unirsi a Cesare e Luce e far parte dei personaggi letterari che adoro!
Oggi vi parlo del terzo libro di Lorenzo Marone che, finalmente, sono riuscita a leggere:
Sinossi: Erri Gargiulo ha due padri, una madre e mezza e svariati fratelli. È uno di quei figli cresciuti un po’ qua e un po’ là, un fine settimana dalla madre e uno dal padre. Sulla soglia dei quarant’anni è un uomo fragile e ironico, arguto ma incapace di scegliere e di imporsi, tanto emotivo e trattenuto che nella sua vita, attraversata in punta di piedi, Erri non esprime mai le sue emozioni ma le ricaccia nello stomaco, somatizzando tutto. Un giorno la moglie Matilde, con cui ha cercato per anni di avere un bambino, lo lascia dopo avergli rivelato di avere una relazione con un collega. Da quel momento Erri non avrà più scuse per rimandare l’appuntamento con la sua vita. E deciderà di affrontare una per una le piccole e grandi sfide a cui si è sempre sottratto: una casa che senta davvero sua, un lavoro che ami, un rapporto con il suo vero padre, con i suoi irraggiungibili fratelli e le sue imprevedibili sorelle. Imparerà così che per essere soddisfatti della vita dobbiamo essere pronti a liberarci del nostro passato, capire che noi non siamo quello che abbiamo vissuto e che non abbiamo alcun obbligo di ricoprire per sempre il ruolo affibbiatoci dalla famiglia. E quando la moglie gli annuncerà di essere incinta, Erri sarà costretto a prendere la decisione più difficile della sua esistenza...
Recensione: Dopo aver amato Cesare e Luce, i protagonisti dei precedenti lavori di Marone di cui vi parlo qui, ero veramente curiosa di conoscere pure Erri Gargiulo. L'autore racconta le vicende di Erri quarantenne insoddisfatto che pensa di poter vivere tranquillo, sua moglie però gli confessa un tradimento e la relazione con un altro uomo. Lui ci rimane malissimo ma riconosce che il loro rapporto è diventato solo un mezzo per ottenere il figlio tanto desiderato da Matilde, non c'è più il sentimento a legarli. A Erri non rimane altro che dare una svolta decisiva alla sua vita, cambiando lavoro e abitazione e tentare di riprendere a vivere decidendo "da solo". Il libro è il racconto, alternando episodi e ricordi attuali e passati della sua storia, dove Erri presenta le sue fragilità, i suoi dubbi e la sua incapacità di fare quello che veramente desidera. A modo suo ce lo spiega presentandoci la sua famiglia allargata, molto allargata, dove la figura predominante è la madre con aspirazioni politiche e molto poco materna nei confronti del piccolo Erri, lui cerca infatti da sempre, l'approvazione, l'accettazione, il riconoscimento come persona che vale. la sua famiglia è varia e variopinta, per Erri sballottato da un genitore all'altro dopo la separazione, vengono meno i punti fermi che raddrizzano il carattere di un bimbo prima e di un adulto poi anche se, fortunatamente, il suo patrigno è uomo degno di stima perchè lo aiuta nei momenti più critici come solo un vero padre potrebbe fare. Adoro i libri di Marone e questo libro mi conferma la sua capacità di analizzare bene i rapporti tra le persone, siano esse familiari o meno e di spiegarne le ripercussioni quando gli affetti non seguono il giusto canale. Il racconto che fa delle famiglie Gargiulo e Ferrara, comprese le storie dei vari fratelli/sorelle acquisiti e naturali sono il reale specchio di quello che accade in ogni famiglia: invidie, amicizie, affetti, ripicche, rivalse. Si trova un po' di tutto nel libro e si prova quasi tenerezza per Erri che con tanta ironia, riesce a spiegare a noi lettori, il suo percorso liberatorio - cambiare per non morire! - che lo slega da tutte le apparenze. Mi piace quello che l'autore sembra voler sottolineare con questo libro... quello che diventiamo da grandi è legato a doppio filo a quello che eravamo da piccoli! L'importanza di un'infanzia serena, con adulti che aiutino i bimbi a tirare fuori tutte le risorse di cui dispongono è, molto spesso, ciò che fa la differenza tra un adulto attivo e uno che subisce gli eventi. Erri riconosce la sua condizione passiva e cerca il modo per ribaltare tutto. Anche lui ha buoni motivi per unirsi a Cesare e Luce e far parte dei personaggi letterari che adoro!
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