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giovedì 20 settembre 2018

Questa volta leggo ... LA LIBRERIA DOVE TUTTO E' POSSIBILE di Stephanie Butland

Buongiorno! Sono molto emozionata perchè, grazie a Laura La Libridinosa, Dolci Le mie ossessioni librose e Chiara La lettrice sulle nuvole, da questo mese partecipo con la mia recensione a Questa volta leggo...

Ogni mese un gruppo di blogger pubblica, una al giorno,  le recensioni sui libri letti che hanno un tema comune... questo mese parleremo di un libro non ambientato in Italia  e io ho scelto  La libreria dove tutto è possibile.


titolo La libreria dove tutto è possibile autore Stephanie Butland editore Garzanti
data di pubblicazione 8 febbraio 2018 pagine 316


TRAMA - Nel cuore di York, nel Nord dell’Inghilterra, c’è una piccola e fornitissima libreria. È il rifugio preferito della giovane Loveday Cardew. L’unico luogo che sia mai riuscita a chiamare casa. Solo qui si sente al sicuro. Solo qui può prendersi cura dei libri proprio come i libri si prendono cura di lei. Perché è attraverso le loro pagine che la giovane libraia riesce a comunicare le emozioni e i sentimenti più profondi: la solitudine di Anna Karenina; la gioia di vivere di La fiera della vanità; le passioni travolgenti di Cime tempestose. 
Fino al giorno in cui comincia a ricevere misteriosi pacchi ricolmi dei libri con cui è cresciuta, e inizia a pensare che qualcuno stia cercando di mandarle un messaggio. Qualcuno che, forse, la conosce bene e che conosce anche la sua infanzia, divisa tra una madre assente e una donna che ha cercato di esserne il sostituto. Un’infanzia piena di ricordi difficili. Loveday non ha la minima idea di chi possa essere e del motivo per cui il misterioso mittente si ostini a non lasciarla in pace. Sa solo che non può più continaure a nascondersi e a fare finta di niente: se vuole costruirsi un futuro diverso, migliore, deve affrontare il passato che ha fatto di tutto per lasciarsi alle spalle. Al suo fianco, pronto ad aiutarla a raccogliere tutto il coraggio di cui ha bisogno, c’è il brillante e dolcissimo Nathan, poeta in erba, l’unico che sembra conoscere la strada per arrivare al suo cuore. A poco a poco, con i suoi versi pieni di speranza, riesce a scalfire il guscio che Loveday si è costruita intorno e a regalarle la promessa di una felicità che lei, in fondo, non vede l’ora di afferrare.


RECENSIONE -  La protagonista di questo libro è Loveday, una ragazza che lavora in una libreria nella campagna inglese. Lei non è molto socievole e nessuno riesce a far breccia nella sua riservatezza tranne Archie, il proprietario del negozio,  che l'ha presa sotto la sua ala protettrice e conosce bene i travagli della sua infanzia. Loveday,  in effetti, deve fare i conti con un padre e una madre che hanno impresso segni pesanti nel suo vissuto; situazioni difficili che sradicano la ragazza dal suo malmesso contesto familiare e la in affidano ai servizi sociali e ad un diverso tipo di famiglia. L'unico vero e solido conforto che le rimane sono i libri: le parole la salvano: i fiumi di inchiostro delle le storie che sceglie di ricordare per sempre, tatuandosi gli incipit sul corpo,  l'aiutano a superare i momenti di sconforto. Quando incontra Nathan, poeta, mago e lettore maldestro, Loveday acquista  fiducia e inizia ad aprirsi un pochino alle persone e alla vita. Rimane sempre l'ombra tetra proiettata dai ricordi sul suo presente ma, piano piano, riesce ad affrontare ogni cosa con l'aiuto delle persone che la amano.

...mi sembrava che Tolstoj parlasse alla mia anima quando diceva: "Tutte le famiglie felici sono simili tra loro, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo." Perciò me l'ero fatta incidere con l'inchiostro sull'anca...

L'autrice sviluppa il suo racconto dividendolo in tre diverse fasi: il presente di Loveday, il suo passato, parlando dell'infanzia e della vita coi genitori e infine il passato più recente della protagonista dove illustra i fatti che preludono lo stato attuale di Loveday. Questi salti temporali mi hanno dato autentici scossoni mentre leggevo, conoscere Loveday e le sue paure spinge chi legge a voler approfondire sempre di più e i balzi sulla linea del tempo aprono la vista del lettore su quello che è il vissuto di Loveday, piccola grande lettrice, su come inizia ad amare i libri e a considerarli dei veri e propri amici cui aggrapparsi quando non ha più nessuno della sua famiglia a prendersi cura di lei. Si sente bene solo quando lavora nella libreria, quando cataloga e divide per scaffale gli amati libri oppure quando può parlare con qualcuno che capisce questo suo amore. Ed è questo che già mi ha conquistata ... la passione che Loveday ha per i libri, l'ambientazione in una libreria dove io vorrei poter vivere, il suo coraggio di cambiare opinione  legando il suo riscatto verso il prossimo alle rime di qualche poesia che con coraggio sconosciuto, declama in pubblico. Tanta forza, tanto dolore, violenze inutili e gratuite, paura e rabbia, speranza e amore - tutto questo esprime Loveday dal'inizio alla fine del libro. Mi sono ritrovata a provare un sacco di emozioni durante la lettura: impossibile non affezionarsi a Loveday e a provare  solidarietà per lei,  a fare il tifo per lei e per il suo innamoramento per Nathan,  impossibile sfuggire al disprezzo per Rob e per il suo modo di fare così pacato eppur così violento e poi il sperare che il rapporto con la sua mamma trovi uno sbocco per permetterle di alleggerirsi e liberarsi finalmente dall'angoscia che la opprime. Un pensiero dolcissimo anche per  il caro Archie, un tenero libraio che si fida e le offre aiuto e sostegno per non permettere  alle onde furiose degli imprevisti e delle asperità della vita di portare Loveday alla deriva. Una lettura intensa, coinvolgente ed emozionante, un libro che si legge d'un fiato per sapere, per accompagnare questa protagonista verso un punto fermo e calmo da cui ripartire a vivere in serenità. Un libro che offre spunti di riflessione e momenti di poesia, una scrittura delicata ma non per questo poco incisiva, anzi, io ne sono rimasta catturata dall'inizio alla fine. Oltretutto offre uno splendido panorama su capolavori letterari che chi non ha ancora conosciuto potrà aver voglia di approfondire... un ottimo spunto per alimentare la curiosità e la conoscenza verso l'affascinante mondo letterario! Ma mi rendo conto che sono molto di parte quando faccio queste affermazioni! Vi auguro tantissime buone letture e, timidamente, vi consiglio di leggere il libro di Stephanie Butland, ne vale la pena. 

"Un libro è come un fiammifero nell'attimo fumante tra lo strofinamento e la fiamma. Archie sostiene che i libri siano gli amanti migliori e gli amici più stimolanti. "

Vi lascio qui il calendario mensile... se volete leggere altre recensioni: 




mercoledì 19 settembre 2018

Recensione HARRY POTTER e IL PRIGIONIERO DI AZKABAN di J. K. Rowling


Buongiorno e bentornati! Oggi vi parlo di un libro, il terzo per essere precisi, che compone la saga di Harry Potter e che mia figlia mi ha gentilmente prestato. Per completare le letture del mese nella Challenge Tutti ad Hogwarts con le 3 Ciambelle ho pensato che, per l'obiettivo "ambientato in UK, "questo titolo fosse perfetto e ora vi presento  Harry Potter e il prigioniero di Azkaban.



titolo Harry Potter e il prigioniero di Azkaban autore J. K. Rowling editore Salani
data di pubblicazione 17 ottobre 2013 pagine 391

TRAMA -  Tra colpi di scena, mappe stregate e ippogrifi scontrosi, zie volanti e libri che mordono, Harry Potter conduce il lettore nel terzo capitolo delle sue avventure. Harry, giovane studente della prestigiosa Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, è questa volta alle prese con un famigerato assassino che, evaso dalla terribile prigione di Azkaban, gli sta dando la caccia per ucciderlo. Forse questa volta nemmeno la scuola di magia, nemmeno gli amici più cari potranno aiutarlo, almeno fino a quando si nasconderà tra di loro un traditore...

RECENSIONE - Leggere i libri di Harry Potter sta diventando una cosa molto coinvolgente. Come già più volte scritto su questo blog, in materia potteriana, io mi faccio trascinare dall'entusiasmo che anima mia figlia dodicenne. Quando le ho chiesto in prestito il libro, il terzo volume della serie, prima mi ha guardata in maniera minacciosa e poi mi ha detto. "Io te lo presto ma non me lo rovinare!" anche se sa benissimo che io tratto i libri con un rispetto reverenziale. Questo per dirvi quanto lei tenga a tutto ciò che riguarda Harry e quanto io stia comprendendo il suo attaccamento mano a mano che procedo nella lettura delle sue vicende. In questo terzo episodio J. K. Rowling ci parla del terzo anno di Harry e dei suoi compagni alla scuola di magia di Hogwarts ma soprattutto del pericolo che il maghetto corre visto che un pericoloso evaso dalla prigione di Azkaban sembra cercarlo per fargli del male. Per proteggere la scuola e gli studenti Silente autorizza la sorveglianza dei Dissennatori, creature spaventose che rubano la felicità e i ricordi. In questo libro rimangono alcuni punti fermi: la viscida antipatia della famiglia Dursley e soprattutto dello zio Vernon, l'arroganza intollerabile di Draco Malfoy che continua a vessare Harry oltre il limite e l'amicizia vera che lega i tre amici Harry, Ron ed Hermione nonostante tutto. Harry durante l'anno di scuola scopre cose riguardo ai suoi genitori che non immaginava, fatti che cambiano per forza il suo atteggiamento verso chi riteneva un nemico. Alla fine, dopo episodi molto emozionanti e intensi, tutto si conclude al meglio ma l'autrice ci tiene sempre con il fiato sospeso!

"Non vado in cerca di guai" disse Harry seccato "Di solito sono i guai che trovano me"

Sono al terzo libro letto della saga di J. K. Rowling,  ogni volta immagino di sapere più o meno quello che troverò tra le pagine e invece l'autrice mi stupisce di continuo. La trama continua a rimanere molto coinvolgente - con nuovi personaggi ed entità tipo i Dissennatori, i Mollicci, il Gramo e gli Ippogrifi e con nuove scoperte come il Nottetempo, il Patronus, gli Animaghi. Insomma, ad ogni episodio io mi ritrovo spiazzata  da continui colpi di scena  anche quando credo, più o meno ingenuamente,  di aver capito già tutto. Mi sono già espressa sul genio della Rowling, su quanto sia stata in gamba a trovare una trama e dei personaggi così incisivi, su come anche un semplice libro per ragazzi sia in grado di far riflettere con parallelismi che legano il libro alla vita reale di quasi ogni teenager.  Per esempio i Dissennatori... solo io credo che simbolicamente si possano associare all'adolescenza, a quel malessere che coglie i ragazzi che non si sentono abbastanza belli o sufficientemente interessanti e si chiudono in sè stessi? E poi le scoperte sui personaggi che sembrano ma non sono... nella realtà non succede molto spesso proprio questo? Siamo certi di conoscere qualcuno o di sapere tutto e poi, invece, capita che tutto si stravolga costringendoci a modificare le nostre opinioni.

" Non stavo pensando a Voldemort" disse Harry con onestà. "Io ... io pensavo a uno di quei Dissennatori". "Capisco" disse Lupin assorto "bene bene ... sono colpito". Fece un piccolo sorriso quando vide la sorpresa sul viso di Harry. "Ciò rivela che quello di cui hai più paura è ... la paura. Molto saggio, Harry".

 Credo inoltre che l'autrice abbia, con questi libri, la capacità di far capire ai giovani lettori di Potter che non devono temere di aver paura, che possono confessare le proprie paure senza timore perchè anche i grandi le provano e  che si può lavorare per superarle con carattere e determinazione. In conclusione credo che questo libro  ( e anche gli altri della serie) non siano solo per i ragazzi ma siano letture adatte anche agli adulti. Si trovano molti spunti per riflettere oltre che un sano divertimento dato da una trama avvincente e da personaggi che, per simpatia o per rabbia, riescono a rendere appassionata l'attesa del finale che non è mai scontato! 

lunedì 17 settembre 2018

Recensione I COLORI DOPO IL BIANCO di Nicola Lecca


Buon lunedì a tutti! Settembre procede con il ritorno a scuola delle figlie e quindi con un ritorno alla calma qui in casa...almeno al mattino!  Il clima non mi sta aiutando molto perché le temperature sono quelle tipiche di luglio e io fatico a sopportarle nei mesi estivi, figurarsi se mi "rovinano" anche il tanto sospirato e bramato autunno. Speriamo che prima della prossima settimana arrivi un po' di aria fresca. Oggi vi voglio parlare del libro I colori dopo il bianco di Nicola Lecca, uno dei tanti libri che sostava nella pila dei TBR da parecchio tempo. La sua occasione è arrivata grazie al nuovo obiettivo che devo raggiungere per la Challenge dove è chiesto "un colore nel titolo".


titolo I colori dopo il bianco  autore Nicola Lecca  editore Mondadori
 data di pubblicazione 24 gennaio 2017  pagine 189

TRAMA - Staccarsi dal passato farà male? Silke ancora non lo sa, ma è stanca di Innsbruck: una città gelida e perfetta in cui il destino, ostaggio dell'abitudine, domato dalla disciplina e ammansito dalla ricchezza, se ne sta quasi sempre in letargo. Per vivere a pieno sceglie Marsiglia. Ha voglia di novità, di mare e di colori, e non importa se tutto questo comporterà mille sfide: Silke è finalmente pronta ad affrontarle. Ragazza, ma non ancora donna, rinuncerà al benessere della sua vita privilegiata per trasferirsi in un micro appartamento vicino al porto, lasciandosi alle spalle lo sfarzo della villa di famiglia e il soffocante controllo di genitori ossessionati dalle regole, ancorati alle tradizioni e devoti al culto della reputazione più che all'amore o alla verità. Fin dal primo istante, Marsiglia coinvolgerà Silke nel suo alveare di esistenze complicate, curandola dalla solitudine e accogliendola con una moltitudine che turba e spaventa, rallegra e commuove. Se a Innsbruck il tempo pareva sospeso in un'illusione asettica e le giornate si susseguivano con la grazia innaturale del nuoto sincronizzato, a Marsiglia tutto scorre, governato da un'imprevedibilità che mette a dura prova ma offre, in cambio, vivacità e calore umano. Come accade con Murielle: una vicina di casa chiacchierona che, armata di torte e di prelibatezze africane, aiuterà Silke ad abbandonare la sua riservatezza per unirsi al flusso della città e imparare il valore dell'accoglienza, l'importanza dell'ascolto e l'arte di non prendersi troppo sul serio. Nel fitto reticolato delle stradine marsigliesi, Silke si incontrerà col mondo e si renderà conto che ogni labirinto può trasformarsi in un gioco: un rompicapo da risolvere per dimostrare di essere all'altezza della vita. E quando incontrerà la vecchia gattara di rue de la Palud e il giovane Didier - ladro, atleta e mangiatore di fuoco -, si accorgerà che il destino, capace di togliere tanto, è spesso pronto a dare: proprio quando meno ce lo aspettiamo. Con una scrittura semplice ma elegante, Nicola Lecca realizza l'affresco di una Marsiglia travolgente: e, con uno sguardo pieno d'amore per la vita, rende eterna l'ostinata ricerca di una ragazza desiderosa di un destino che finalmente le assomigli.

RECENSIONE - Il libro I colori tranne il bianco mi solleticava molto, il titolo e la copertina sono molto affascinanti, incuriosiscono e sembrano voler preannunciare una storia vivace e intensa. Invece tra le pagine si precipita nell'angoscia di Silke, la protagonista, giovane e ricca che scappa dalla sua famiglia e dalla solitudine che la accompagna da sempre facendole vedere il mondo tutto grigio. Arriva a Marsiglia per una nuova rinascita: lei che da sempre è stata abituata agli agi e al benessere deve accontentarsi di un piccolo appartamento in una zona piuttosto degradata. Solo la vista del mare la incoraggia a resistere, a prendere il coraggio tra le mani e ad affrontare la nuova colorata città e i suoi pittoreschi abitanti per trovare la nuova sè stessa. 

"Figlia mia, l'abitudine è una droga: dovresti temerla. E' l'imprevisto che ci tiene vivi. E' nell'imprevedibilità che la vita si svela, mettendoci alla prova: per mostrarci chi veramente siamo."

La nuova vita di Silke si dipana tra nuovi incontri - la vicina Murielle e suo figlio Didier, la vecchia gattara e le sorelle pasticciere - e tra episodi sgradevoli che la costringono ad aver bisogno di cure e a fidarsi del prossimo come non le era mai capitato prima. Lei riesce a confidarsi con le nuove amiche, a spiegare perché dalla sua Innsbruck è finita a Marsiglia e questo le serve a capire che deve trovare la sua strada con coraggio. Suo padre le ha sempre insegnato che non si trasgredisce mai alle regole, non si mette mai in imbarazzo la famiglia, non si cambiano mai le abitudini ma lei vuole staccarsi da tutto questo: lei vuole vivere e riuscire anche ad assaporare il gusto della vita e dell'amore. 

"Silke pensa. Pensa che la paura è da sempre in lei come un fango oscuro, capace di togliere trasparenza e lucidità ai pensieri. Paura di suo padre, paura di sbagliare, paura di non essere all'altezza, paura di desiderare, paura di scegliere. Paura di essere scippata di nuovo. Paura dell'amore."

Questo libro è un caleidoscopio di colori e di immagini, l'autore descrive molto accuratamente il calore di Marsiglia e altrettanto bene le freddezza della famiglia di Silke. Nel suo racconto ci porta quasi a percepire i profumi dei piatti cucinati da Murielle o dei dolci preparati dalle sorelle Gineaux, la sua descrizione delle cose accompagnate dal loro colore dona una nota di vitalità alla tristezza da cui Silke cerca di scappare. Il racconto della sua infanzia priva di affetto e di calore, di gesti amorevoli da parte dei suoi genitori scatena un senso di vuoto e di tristezza che trapassa attraverso le pagine e arriva al lettore, la sua voglia di rivincita su un destino che sembra già definito trascina chi legge e incuriosisce. Nonostante ciò mi sento di fare un piccolo appunto negativo: gli spunti e gli argomenti di cui tratta il libro sono molto interessanti e meritano uno sviluppo meno "scontato".  Secondo me si arriva in maniera troppo affrettata alla conclusione: Silke soffre e cerca la rinascita, trova amici nuovi e nuovi scopi per ricominciare con le sue forze a vivere lontana dalla famiglia ed è tutto ben raccontato nella prima parte del libro poi tutto va veloce, forse troppo per concludere bene e portare il lettore alla fine del racconto in maniera accurata. Lo trovo un vero peccato perché le idee di base sono molto buone: dare una svolta ad una vita che non soddisfa è una base interessante per raccontare una storia solo se si riesce a dare carattere ai personaggi (e questo è un punto a favore dell'autore), se si porta per mano il lettore tra i luoghi descritti (e qui c'è calore e colore!)  ma soprattutto se, alla fine del libro, si gira l'ultima pagina appagati dalla conclusione.  Quest'ultimo passaggio è mancato dandomi l'impressione che ci fosse fretta di concludere il libro e a me sarebbe piaciuto invece saperne di più su come Silke affronta la sua famiglia per far conoscere le sue scelte e su come riesce a imbastire la sua nuova vita finalmente vissuta a colori. 

"Non permettere  agli ostacoli di fermarti. Sei caduta. Rialzati."

martedì 11 settembre 2018

Recensione VOLEVAMO ANDARE LONTANO di Daniel Speck

Bentornati! E dico bentornata pure a me perchè mi sto piano piano riappropriando dei miei piccoli spazi dopo aver adempiuto alle incombenze stagionali... una super vendemmia nello specifico. Oggi vi parlo del libro che ho terminato un po' di giorni fa e che inserisco nella challenge Tutti ad Hogwarts con le 3 ciambelle per l'obiettivo "titolo con un verbo".


titolo Volevamo andare lontano autore Daniel Speck editore Sperling & Kupfer
data di pubblicazione 30 aprile 2018   pagine 543


TRAMA -  Milano, 2014. Julia, giovane e brillante stilista tedesca, sta per affrontare la sfilata che potrebbe finalmente coronare i suoi sogni. Ma, proprio mentre guarda al futuro, il passato torna a cercarla nei panni di uno sconosciuto che sostiene di essere suo nonno. Dice di essere il padre di quel padre che lei ha sempre creduto morto, e le mostra la foto di una ragazza che potrebbe essere Julia stessa, tanto le somiglia, se solo quel ritratto non fosse stato scattato sessant'anni prima.Milano, 1954. Vincent, promettente ingegnere tedesco, arriva da Monaco con il compito di testare una piccola automobile italiana che potrebbe risollevare le sorti della BMW. È così che conosce Giulietta, incaricata di fargli da interprete, e se ne innamora. Lei è una ragazza piena di vita e di sogni - ama disegnare e cucire vestiti - ma è frenata dalla sua famiglia, emigrata dalla Sicilia, e da una promessa che già la lega a un altro uomo. Si ritroverà a scegliere tra amore e dovere, libertà e tradizione, e quella scelta segnerà il destino di tutte le generazioni a venire…
Fino a Julia. Proprio a lei, oggi, viene chiesto da quel perfetto estraneo di ricucire uno strappo doloroso, di ricomporre una famiglia che non ha mai conosciuto. Ma che ha sempre desiderato avere. Se accetta, l'attende un viaggio alla ricerca della verità, un tuffo nel passato alla scoperta delle sue radici. L'attendono bugie e segreti che potrebbero ferirla: il prezzo da pagare per riavere un mondo di affetti che le è sempre mancato. L'attende la scoperta emozionante di un amore incancellabile a cui va resa giustizia e di una donna luminosa che, all'insaputa di Julia, vive da sempre dentro di lei e dentro i suoi sogni.


RECENSIONE - Il libro di Daniel Speck mi ha letteralmente rapito il cuore... il suo racconto parte da Milano dove Julia, una giovane stilista che presenta la sua linea alla settimana della moda, apprende da un uomo mai visto prima che suo padre è vivo. Questa notizia fa traballare  il già precario presente della ragazza: lei sull'orlo di un esaurimento nervoso,  scelte lavorative che mettono in discussione i suoi principi e ora scopre che il padre che tanto le è mancato non è morto ma  vive proprio in Italia.  Quell'uomo anziano le racconta una incredibile storia d'amore ma anche di vita che la riguarda molto da vicino; Julia non può non credergli perché lui le mostra una foto che le toglie ogni dubbio. E' il ritratto di una coppia davanti al Duomo di Milano: la ragazza è sua nonna Giulietta  che le somiglia in modo incredibile e accanto c'è lui, suo nonno Vincent che le chiede di ritrovare suo padre Vincenzo e di portarlo in Germania a regolare i conti con un passato non troppo generoso. Per ritrovare le sue origini e colmare il vuoto interiore che genera il suo malessere decide di accontentare quel signore e parte per un viaggio che la riporta ad attraversare decenni di storia fatta di migrazione, di umiliazioni per trovare un lavoro, di compromessi e di rinunce in nome della stabilità lavorativa ma anche affettiva. Julia, un passo alla volta, ritrova la "sua" famiglia e riscopre il valore e la potenza  dell'affetto  che le è stato tolto fin da piccola. 

"La nostra vita non appartiene soltanto a noi. Questa cosa che chiamiamo IO è abitata da coloro che sono venuti prima di noi. Le loro orme sono impresse nella nostra anima. Le loro storie ci rendono quelli che siamo."

Ecco, questa frase riassume in poche righe il messaggio che, a mio parere, conta di più in questo libro. Per Julia diventa importante trovare suo padre per portarlo dal nonno come promesso ma soprattutto per riuscire a ricostruire le basi della sua vita, per dare un nome ai pilastri che reggono la storia della famiglia e che per quanto disastrati e sbagliati sono comunque necessari. Speck, oltre alla storia ben narrata offre una visone molto precisa su argomenti a me cari. Lui descrive la famiglia in diverse varianti: quella tipica italiana da anima e cuore, quella più nordica dove ogni individuo deve cavarsela anche da solo e quella dove ogni cosa deve funzionare perché la classe sociale lo impone. In ogni famiglia però albergano difficoltà e segreti che vengono gestiti in modo diverso e che causano gioie o tanto dolore a chi ne fa parte. Giulietta e Vincent non sono riusciti a diventare una famiglia perché le scelte li hanno allontanati ma la loro è stata una storia d'amore intensa, nonostante la distanza e gli eventi le loro vite erano legate comunque da un sentimento forte. Mi piace che il filo conduttore sia questo: possono esserci molti fattori che regolano la vita di ciascuno ma anche Julia si rende conto che l'amore fa la differenza. Per amore si sceglie, si soffre, si rinuncia, si vive oppure si può anche morire purtroppo. Daniel Speck, da buon tedesco, ha usato una precisione assoluta per dare carattere ai protagonisti del suo libro tanto che, mentre si legge, si rimane totalmente coinvolti nella sua narrazione e si ripercorre la storia di tre generazioni senza mai perdere il filo. Il confronto tra due popoli, italiano e tedesco, vicini geograficamente ma distanti per animo e per concezione di vita esalta il racconto aggiungendo un tocco sociologico che paragona i due mondi. Non è semplice scrivere un libro così corposo tenendo il ritmo costante ma qui ci sono tante cose da scoprire insieme a Julia: la storia di Vincenzo, i motivi di Tanja per averle nascosto il padre, la vita di Giulietta prima insieme a Vincent e poi senza di lui ma con accanto  Enzo e tutto ciò che da queste vicende si sviluppa. Un'emozionante viaggio nei sentimenti, nelle difficoltà e nelle speranze che per decenni sostengono e animano i componenti della famiglia di Julia e anche lei stessa perché la sua vita, alla luce delle nuove scoperte genealogiche, cambia e trova una dimensione che la completa e la rende felice. Un libro davvero da consigliare a chi vuole trovare messaggi di speranza e di fiducia, nonostante la fatica che la vita costringe ad affrontare! Un bellissimo lavoro di Daniel Speck che finisce dritto dritto nella lista dei miei preferiti! 

"Il grande equivoco nasce dall'idea che dobbiamo farcela da soli, invece c'è sempre chi ci sostiene. Non siamo soli a scrivere il libro della nostra vita. Lo scriviamo insieme a chi ci sta accanto e saranno i nostri figli a continuarlo."