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sabato 26 gennaio 2019

Recensione LA MISURA DELL'UOMO di Marco Malvaldi

Buongiorno! Completo la trilogia delle letture, per quel che riguarda questo mese, nella Challenge che seguo. Oggi vi lascio la mia recensione sul libro di Malvaldi La misura dell'uomo.


titolo La misura dell'uomo     autore  Marco Malvaldi   editore Giunti
           data di pubblicazione  6 novembre 2018      pagine 300

TRAMA -  Ottobre 1493. Firenze è ancora in lutto per la morte di Lorenzo il Magnifico. Le caravelle di Colombo hanno dischiuso gli orizzonti del Nuovo Mondo. Il sistema finanziario contemporaneo si sta consolidando grazie alla diffusione delle lettere di credito. E Milano è nel pieno del suo rinascimento sotto la guida di Ludovico il Moro. A chi si avventura nei cortili del Castello o lungo i Navigli capita di incontrare un uomo sulla quarantina, dalle lunghe vesti rosa, l'aria mite di chi è immerso nei propri pensieri. Vive nei locali attigui alla sua bottega con la madre e un giovinetto amatissimo ma dispettoso, non mangia carne, scrive al contrario e fatica a essere pagato da coloro cui offre i suoi servigi. È Leonardo da Vinci: la sua fama già supera le Alpi giungendo fino alla Francia di re Carlo VIII, che ha inviato a Milano due ambasciatori per chiedere aiuto nella guerra contro gli Aragonesi ma affidando loro anche una missione segreta che riguarda proprio lui. Tutti, infatti, sanno che Leonardo ha un taccuino su cui scrive i suoi progetti più arditi - forse addirittura quello di un invincibile automa guerriero - e che conserva sotto la tunica, vicino al cuore. Ma anche il Moro, spazientito per il ritardo con cui procede il grandioso progetto di statua equestre che gli ha commissionato, ha bisogno di Leonardo: un uomo è stato trovato senza vita in una corte del Castello, sul corpo non appaiono segni di violenza, eppure la sua morte desta gravi sospetti... Bisogna allontanare le ombre della peste e della superstizione, in fretta: e Leonardo non è nelle condizioni di negare aiuto al suo Signore. A cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci, Marco Malvaldi gioca con la lingua, la scienza, la storia, il crimine e gli ridà vita tra le pagine immaginando la sua multiforme intelligenza alle prese con le fragilità e la grandezza dei destini umani. Un romanzo ricco di felicità inventiva, di saperi e perfino di ironia, un'indagine sull'uomo che più di ogni altro ha investigato ogni campo della creatività, un viaggio alla scoperta di qual è - oggi come allora - la misura di ognuno di noi.

RECENSIONE - Ho acquistato questo libro proprio il giorno in cui usciva in libreria, non perchè spinta da una mia scelta ma perchè la commessa della libreria Giunti, nel centro commerciale a pochi chilometri da casa mia, me lo consigliava caldamente. Malvaldi mi piace come autore dei libri editi da Sellerio che raccontano le storie dei "ragazzi" del BarLume così, aperta la prima pagina e visti i disegni di Leonardo (che adoro) e letta velocemente la sinossi, mi sono decisa e l'ho preso. A volte sono troppo frettolosa nelle scelte e vi spiego perchè.
Questo libro racconta di un artista ineguagliabile per perfezione e per bravura, un pittore che non è solo pittore e che vive con sua madre e il suo aiutante a Milano, al servizio di Ludovico il Moro. Leonardo è raccontato in modo molto dovizioso e anche curioso direi: ci sono particolari della sua vita di tutti i giorni che rendono il suo personaggio più "terreno" e al tempo stesso si intuisce che il genio è sempre stato un genio riconosciuto pure a suo tempo. Il contesto in cui si muove è la corte sforzesca, lavora per i nobili e realizza in quel periodo anche capolavori come la Dama con l'ermellino e il Cenacolo... meraviglie senza paragoni. Indiscutibile fino a qui il lavoro dell'autore; da appassionata di Leonardo e delle sue opere ho gradito tanto le descrizioni, a volte pure spiritose, di lui e del suo vivere quotidiano. Altra storia è l'insieme del racconto che Malvaldi ci offre in La misura dell'uomo. La parte del misterioso assassinio del Chiti e la ricerca del colpevole, lo spionaggio che arriva dalla Francia in cerca di chissà quali segreti, l'andare e venire di un sacco di personaggi che non hanno molto a che vedere con gli intrecci degli avvenimenti seri mi lasciano con l'amaro in bocca.

"Una città non si regge, Leonardo, solo sulla fortezza delle sue mura esterne, ma anche sulla fiducia di chi vi abita e vi lavora dentro."

Io credo che, se Malvaldi intendeva scrivere un giallo-storico, ci sia riuscito a metà: io salvo solo la parte storica che mi ha conquistata pienamente. Nulla mi rimane della parte che racconta del misterioso omicidio e della sua scontata soluzione: troppo facile carpire movente e colpevole ragionandoci un pochino fin dalle prime pagine. L'intreccio è molto debole, con poche parti veramente coinvolgenti.Troppe persone ruotano intorno al pittore, per motivi diversi certo, ma disturbano e distolgono il lettore da quello che dovrebbe essere il punto focale della storia: trovare il responsabile dell'atto criminoso. Il romanzo vive di luce riflessa dal personaggio Leonardo, dal suo modo di fare così schietto e semplice se vogliamo, ma così terribilmente reale e trascinante.

" Per crescere bene occorrono libertà e tranquillità. In una parola, fiducia. Ma anche regole e rispetto di esse, perché altrimenti il forte soverchia il debole, o il furbo abbindola il fesso, e di libertà non ve n'è più."

Una frase del genere, pronunciata da Leonardo, ne sublima la grandezza e riassume in poche parole quella che dovrebbe essere la regola aurea del buon vivere in famiglia come in società. Quindi, caro Malvaldi, spero di ritrovarti presto tra le pagine di un altro libro ma magari che ne dici di far fare a Leonardo un salto temporale e di portarlo al BarLume in compagnia dei cari vecchietti? Immagino già il divertimento!


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