Buongiorno! Completo la trilogia delle letture, per quel che riguarda questo mese, nella Challenge che seguo. Oggi vi lascio la mia recensione sul libro di Malvaldi La misura dell'uomo.
titolo La misura dell'uomo autore Marco Malvaldi editore Giunti
data di pubblicazione 6 novembre 2018 pagine 300
RECENSIONE - Ho acquistato questo libro proprio il giorno in cui usciva in libreria, non perchè spinta da una mia scelta ma perchè la commessa della libreria Giunti, nel centro commerciale a pochi chilometri da casa mia, me lo consigliava caldamente. Malvaldi mi piace come autore dei libri editi da Sellerio che raccontano le storie dei "ragazzi" del BarLume così, aperta la prima pagina e visti i disegni di Leonardo (che adoro) e letta velocemente la sinossi, mi sono decisa e l'ho preso. A volte sono troppo frettolosa nelle scelte e vi spiego perchè.
Questo libro racconta di un artista ineguagliabile per perfezione e per bravura, un pittore che non è solo pittore e che vive con sua madre e il suo aiutante a Milano, al servizio di Ludovico il Moro. Leonardo è raccontato in modo molto dovizioso e anche curioso direi: ci sono particolari della sua vita di tutti i giorni che rendono il suo personaggio più "terreno" e al tempo stesso si intuisce che il genio è sempre stato un genio riconosciuto pure a suo tempo. Il contesto in cui si muove è la corte sforzesca, lavora per i nobili e realizza in quel periodo anche capolavori come la Dama con l'ermellino e il Cenacolo... meraviglie senza paragoni. Indiscutibile fino a qui il lavoro dell'autore; da appassionata di Leonardo e delle sue opere ho gradito tanto le descrizioni, a volte pure spiritose, di lui e del suo vivere quotidiano. Altra storia è l'insieme del racconto che Malvaldi ci offre in La misura dell'uomo. La parte del misterioso assassinio del Chiti e la ricerca del colpevole, lo spionaggio che arriva dalla Francia in cerca di chissà quali segreti, l'andare e venire di un sacco di personaggi che non hanno molto a che vedere con gli intrecci degli avvenimenti seri mi lasciano con l'amaro in bocca.
"Una città non si regge, Leonardo, solo sulla fortezza delle sue mura esterne, ma anche sulla fiducia di chi vi abita e vi lavora dentro."
Io credo che, se Malvaldi intendeva scrivere un giallo-storico, ci sia riuscito a metà: io salvo solo la parte storica che mi ha conquistata pienamente. Nulla mi rimane della parte che racconta del misterioso omicidio e della sua scontata soluzione: troppo facile carpire movente e colpevole ragionandoci un pochino fin dalle prime pagine. L'intreccio è molto debole, con poche parti veramente coinvolgenti.Troppe persone ruotano intorno al pittore, per motivi diversi certo, ma disturbano e distolgono il lettore da quello che dovrebbe essere il punto focale della storia: trovare il responsabile dell'atto criminoso. Il romanzo vive di luce riflessa dal personaggio Leonardo, dal suo modo di fare così schietto e semplice se vogliamo, ma così terribilmente reale e trascinante.
" Per crescere bene occorrono libertà e tranquillità. In una parola, fiducia. Ma anche regole e rispetto di esse, perché altrimenti il forte soverchia il debole, o il furbo abbindola il fesso, e di libertà non ve n'è più."
Una frase del genere, pronunciata da Leonardo, ne sublima la grandezza e riassume in poche parole quella che dovrebbe essere la regola aurea del buon vivere in famiglia come in società. Quindi, caro Malvaldi, spero di ritrovarti presto tra le pagine di un altro libro ma magari che ne dici di far fare a Leonardo un salto temporale e di portarlo al BarLume in compagnia dei cari vecchietti? Immagino già il divertimento!
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