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mercoledì 6 aprile 2022

Recensione - NOTTI BIANCHE di Fedor Dostoevskij

Bentornati! Oggi sono qui a scrivere del mio ultimissimo libro letto che non è stato proprio facilissimo terminare! Confesso che la scelta di questo titolo, in questo preciso periodo, è stata molto poco spontanea. In libreria, in ogni libreria da me frequentata in queste settimane, c'è un angolo predisposto con i titoli di scrittori russi. Sono posti in evidenza talvolta, altre volte un pochino meno, ma sono sistemati per dare loro evidenza visto il momento storico delicato e magari si decida di acquistare qualche titolo per colmare lacune letterarie che non è mai una brutta cosa. E così ho fatto anche io... mi serviva un classico da leggere, magari un titolo veloce, non molto corposo perchè il tempo non è mio amico ultimamente e così ho scelto  Notti bianche. 


autore FEDOR DOSTOEVSKIJ  editore EINAUDI i classici
data di pubblicazione 12 maggio 2014  pagine 158 prezzo 12 euro

TRAMA - La natura lirica, fantastica e fantasmagorica di Pietroburgo è tutta infusa nelle Notti bianche, romanzo pubblicato per la prima volta nel 1848. Il giovane protagonista della vicenda è un sognatore. Immerso in uno sciame di pensieri e fantasticherie, nelle lucide notti estive, il giovane intraprende in solitudine lunghe passeggiate per le vie cittadine fino al sorprendente incontro con Nasten'ka, un altro essere notturno, e al sogno di un'avventura meravigliosa.

RECENSIONE  - Leggere un titolo scelto tra i classici  è sempre fonte di cultura, indipendentemente dal fatto che ci piaccia o meno quello di cui racconta il libro; il fatto stesso di essere un "classico" dovrebbe essere indice di una buona opera letteraria. Quando ho scelto Notti bianche cercavo un titolo facilmente fruibile: poche pagine perché ho volumi belli corposi già in attesa in libreria e soprattutto perché durante i mesi scorsi ho già dato in quanto a pagine lette di classici! Ha avuto modo di gustare la lettura di Via col vento e Il conte di Montecristo (versione integrale) che sono volumi sostanziosi in pagine scritte e in qualità di romanzi. Davvero dei capolavori da far conoscere a tutti e da far ri-scoprire al popolo dei lettori cosiddetti navigati che non li hanno ancora potuti apprezzare! Anni or sono ho letto anche Guerra e pace e pure Tolstoj non si risparmia in quanto a parole messe sulla carta! 
 Notti bianche di Dostoevskij è  uno dei primi scritti dell'autore russo e io non ho letto altro di questo scrittore prima d'ora. 
La storia ci racconta di un sognatore, un giovane che vaga per le notti di Pietroburgo, un anima solitaria che ritrova un po' di vita incontrando una ragazzina proprio durante il suo vagare notturno. In quattro notti il sognatore sente nascere un barlume di voglia di vivere, di voglia di amare che la giovinetta risveglia  con la sua vitalità  Lui, rinchiuso in un'esistenza ai margini, timoroso e incapace di slanci vitali si ritrova in vena di fantasticare di una vita diversa, più coraggiosa e più audace ascoltando Nasten'ka e scopre che può essere anche qualcosa di più di un sognatore: un sognatore fantasioso.
"... egli non desidera nulla perché è al di sopra di qualsiasi desiderio, possiede tutto, è sazio, perché è egli stesso l'artefice della propria vita e la crea ogni momento secondo la propria volontà."

 La fantasia può aiutarlo ad uscire dal guscio rivestito di solitudine e a fargli affrontare la vita  usando la l'immaginazione. Ritrova, il giovane sognatore , persino la voglia di amare. Lei gli racconta dei suoi drammi amorosi e dell'uomo che aspetta invano così il povero amico si illude che quell'amore possa andare anche a lui per non essere sprecato. Arriva purtroppo anche il tragico momento in cui Nasten'ka gli spezza tutte le aspettative facendolo ripiombare nel suo mondo solitario. Il sognatore perde la speranza di cambiare vita e ripiomba nel suo mondo fatto di consapevole solitudine carico solo dei ricordi della beatitudine regalatagli da Nasten'ka in quelle loro poche notti. Come posso definire questo libro e ciò che mi rimane dopo la sua lettura? Come posso raccontare i miei pensieri in merito ad un testo che da voce a chi vive fuori dalla realtà, a chi si sente troppo fragile rispetto alle cose del mondo e sceglie di rimanere ai margini, in un angolo su misura senza dover troppo avere a che fare con la vita vera? Dostoevskij descrive con maestria la vita del sognatore, ciò che lo limita e ciò che cambia al suo incontro che la ragazzina. Con lei raffigura la voglia di vivere, la concreta potenza dei sentimenti che il giovane non conosce. Anzi, solo con la fantasia immagina come può essere amare, vivere senza paura ed essere vitali, non solo vivi. Tanto più è grande la sua speranza di trovare l'amore in Nasten'ka e tanto più  è cocente la delusione quando lei lo respinge e capisce che arriva la fine delle illusioni. 

"Il mondo della fantasia diventerà sempre più pallido e i sogni appassiranno e moriranno come le foglie gialle dagli alberi"

Quello che ho trovato un punto di forza del romanzo è il linguaggio usato dallo scrittore per descrivere le quattro nottate e le emozioni che si susseguono nel petto del sognatore; non è stata una lettura che scorre fluida, ho dovuto ritornare a leggere alcuni passaggi e con calma assimilarli per poi riuscire a tracciarne un quadro d'insieme. Tanti i dialoghi intensi, le similitudini e le descrizioni precise che l'autore dosa con sapiente arte e non sempre li ho colti nel modo esatto. Alla fine comunque sono contenta di averlo letto: Notti bianche mi ha dato l'illusione che , a volte, saper volare con la fantasia, possa donare qualche attimo di perfezione e di felicità togliendo il velo nero della realtà dalla routine quotidiana. In questo periodo, dove la speranza non è sempre buona compagna,  non è cosa da sottovalutare e i dialoghi de Notti bianche  hanno una tale potenza e incisività che sono certa mi ritorneranno alla mente spesso. In fondo, l'autore mi trova perfettamente d'accordo quando scrive che anche solo un attimo di beatitudine vale la pena di essere vissuto in una vita intera, per la felicità che porta nel cuore di chi lo prova. E, a volte, viverne anche solo uno, di vera beatitudine al giorno d'oggi è una rarità quindi bisogna imparare a riconoscerli e ad apprezzarli davvero. 

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