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sabato 22 giugno 2019

Recensione IL CUOCO DELL'ALCYON di Andrea Camilleri

Buona estate! Oggi è il primo, caldissimo giorno di questa stagione che in molti attendono con gioia e invece io mi sto sciogliendo lentamente tra i livelli di umidità della pianura padana. Cercherò riparo in casa, leggendo e sventagliando per alleviare la calura! ho terminato da poco l'ultimo libro scritto da Camilleri e con protagonista il carissimo commissario Montalbano. 


titolo Il cuoco dell'Alcyon   autore Andrea Camilleri   editore Sellerio 
data di pubblicazione   30 maggio 2019     pagine 251

TRAMA - "Tutto è indecidibile, sogno e realtà, vero e falso, maschera e volto, farsa e tragedia, allucinazione e organizzata teatralità di mosse e contromosse beffarde, in questo thriller che impone al lettore, tallonato dal dubbio e portato per mano dentro la luce fosca e i gomiti angustiosi dell'orrore, una lettura lenta del ritmo accanito dell'azione. Tutti si acconciano a recitare, nel romanzo: che si apre drammaticamente con i licenziamenti degli impiegati e degli operai di una fabbrica di scafi gestita da un padroncino vizioso e senza ritegno, detto Giogiò; e con il suicidio, nello squallore di un capannone, di un padre di famiglia disperato. Da qui partono e si inanellano le trame macchinose e la madornalità di una vicenda che comprende, per «stazioni», lo smantellamento del commissariato di Vigàta, la solitudine scontrosa e iraconda del sopraffatto Montalbano, lo sgomento di Augello e di Fazio (e persino dello sgangherato Catarella), l'inspiegabile complotto del Federal Bureau of Investigation, l'apparizione nebbiosa di «'na granni navi a vela», Alcyon, una goletta, un vascello fantasma, che non si sa cosa nasconda nel suo ventre di cetaceo (una bisca? Un postribolo animato da escort procaci? Un segreto più inquietante?) e che evoca tutta una letteratura e una cinematografia di bucanieri dietro ai quali incalza la mente gelida di un corsaro, ovvero di un più aggiornato capufficio dell'inferno e gestore del delitto e del disgusto. «L'Alcyon (...) aviva la bella bitudini di ristari dintra a un porto il minimo 'ndispensabili e po' scompariri». Il romanzo ha, nella suggestione di un sogno, una sinistra eclisse di luna che incombe (detto alla Bernanos) su «grandi cimiteri». La tortuosità della narrazione è febbrile. Prende il lettore alla gola. Lo disorienta con le angolazioni laterali; e, soprattutto, con il tragicomico dei mascheramenti e degli equivoci tra furibondi mimi truccati da un mago della manipolazione facciale. Sorprendente è il duo Montalbano-Fazio. Il commissario e l'ispettore capo recitano come due «comici» esperti. «Contami quello che capitò», dice a un certo punto Montalbano a Fazio. E in quel «contami» si sente risuonare un antico ed epico «cantami»: «Cantami, o Diva, del pelide Achille l'ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei (...)». Il cuoco dell'Alcyon è «una Iliade di guai»." (Salvatore Silvano Nigro) 

RECENSIONE - Leggere i libri di Andrea Camilleri, quelli che hanno come protagonista Montalbano e gli abitanti di Vigàta, è un esercizio che mi mette alla prova come vera appassionata! Lo scrittore siciliano scrive in dialetto i suoi romanzi e devo dire che io, veneta al cento per cento,  fatico un pochino  a stare al passo del suo racconto senza perdermi nei termini siculi e veraci che usa nel libro. Comunque, complice come dicevo il caldo da cui mi devo riparare per non schiattare, ho iniziato e finito il libro in pochi giorni. Il racconto inizia con un suicidio, Montalbano viene chiamato a indagare e scopre un collegamento tra la crisi di una fabbrica di scafi con il conseguente licenziamento dei dipendenti (tra cui il suicida) e la losca figura del titolare di questa azienda che alimenta una serie di sospetti circa ciò che è e su ciò che fa. Ma la vita di Montalbano subisce scossoni ben più forti nel frattempo... si ritrova improvvisamente in ferie! Lui che senza lavoro non può stare e stavolta gli tocca! E poi il questore: gioca a scacchi con i suoi uomini spostandoli, dividendo la sua squadra come fosse composta da palline lanciate di qua e di la. Montalbano torna di corsa dalla Liguria dove pensa di poter stare un po' con Livia, deciso ad arginare il disastro ma le sorprese non finiscono mai e trova l'FBI che indaga su una strana imbarcazione che pare essere una bisca clandestina frequentata da pezzi grossi, l'Alcyon appunto. Potrebbe mai il commissario stare in disparte e guardare altri che lavorano? Assolutamente no e così inizia la cronaca delle indagini che non posso raccontare oltre per non rovinare il gusto della sorpresa che si può avere solo leggendo il libro. Il mio pensiero riguardo a questo romanzo di Camilleri è un pochino controverso: io adoro il suo stile, la sua scrittura così spontanea e l'arte di raccontare in dialetto mantenendo ferma l'attenzione del lettore sul testo. L'autore trascina chi legge in un vortice di eventi cui si fatica a credere, ci presenta uno sconvolgimento di ruoli spiazzante, è quasi esilarante in certi episodi descritti così bene da farci sembrare quasi presenti sul posto a ridere di gusto. Ma, e c'è un ma, stavolta mi sembra che manchi il lato più semplice e pratico di Montalbano, l'investigatore eroe si imbarca (non uso parole a caso eh!) in un'indagine complicata, fuori dagli schemi e dai confini che gli appartengono e, personalmente, la trovo eccessiva e non molto credibile. Io, fino alla fine, mi aspettavo il risveglio! Un sogno del commissario che diventa quasi reale, una dimensione onirica che Camilleri celebra in ogni libro con protagonista Montalbano, talvolta sogni o spesso incubi che lasciano la sensazione del mistero,  della precarietà del presente a favore di un ignoto pieno di vitalità, libero da costrizioni e regole. Camilleri è un artista della parola e davvero trasporta i suoi lettori a seguirlo nel racconto da menestrello di storie fantastiche, coinvolgenti e anche, a tratti, spassose. Dopo venticinque anni riesce ancora a divertire noi lettori con il commissario Montalbano!
Alla fine del libro l'autore svela un dettaglio: questo racconto nasce anni fa per una produzione italo-americana ma poi tutto sfuma e lo riprende in mano per adattarlo a diventare un'altra avventura della serie dedicata al commissario di Vigàta e ai suoi amici. Direi che va benissimo così!
A presto con il racconto di altre letture che mi alleviano  la calura di un estate bollente

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