Don't dream your life... live your dreams!

domenica 6 novembre 2022

LA PICCOLA ERBORISTERIA DI MONTMARTRE di Donatella Rizzati

Buona domenica lettori! Come procede il vostro week end autunnale? E le vostre letture? Ora che il cambio dell'ora ci costringe a trascorrere più tempo in casa ci può aiutare a dedicare dei momenti aggiuntivi alla lettura di un buon libro ! D'altronde l'immaginario collettivo associa all'autunno la figura di una poltrona con coperta e libro annessi! E io adoro tutto ciò... Per un caso fortuito, il libro di cui scrivo oggi sembra proprio adatto a completare l'insieme perchè ha in copertina l'immagine di tazze da tè old style. Un autunno caldo e coccoloso proprio.


autore DONATELLA RIZZATI editore MORE STORIES
data pubblicazione 15 marzo 2016  pagine 454   prezzo 16 euro

TRAMA:Esiste un rimedio per il mal d'amore? Viola Consalvi, di professione naturopata, è impaziente di scoprirlo. Nonostante abbia poco più di trent'anni, la vita ha già colpito duro con lei, portandole via il marito. Così anche il suo lavoro in uno studio di medicina olistica ha smesso di interessarla, e quando tutto sembra sul punto di crollarle addosso capisce che la sola cosa da fare è tornare nella città che anni prima l'ha resa felice: Parigi, dove ha frequentato la scuola di naturopatia e dove, nascosto tra i tetti di Montmartre, c'è l'unico luogo in cui si senta davvero al sicuro, l'erboristeria delle sorelle Fleuret-Bourry. È in questo spazio magico, in cui il tempo sembra essersi fermato e le emozioni sono accolte e coccolate, stretta nell'abbraccio della saggia e materna Gisèle, che Viola comincia la sua nuova vita. In un curioso bistrot incontra il giovane Romain, un barista sbruffone e misterioso che, tra continui battibecchi e rappacificazioni, farà di tutto per portare al disgelo il cuore di Viola. Quando Gisèle chiede alla sua giovane collaboratrice di aiutarla a rilanciare il negozio, Viola ha un'intuizione geniale: offrire consulenze di iridologia, una disciplina antichissima e praticata dal suo ex marito, che, partendo dallo studio fisiologico degli occhi, indaga a fondo nell'individuo fino a svelarne la personalità.

RECENSIONE: il libro di cui vi parlo in questo post non è recente infatti è scritto da Donatella Rizzati - traduttrice di narrativa in lingua inglese e francese -  nel 2016 e ristampato  nel 2021. Opera unica dell'autrice, parla di una giovane donna che è in balìa di un grande dolore, un lutto che le toglie la voglia di lavorare e il gusto di vivere. Quando decide di tornare a Parigi, città che l'ha vista studentessa felice, ritrova anche un luogo dove è sempre stata bene. la piccola erboristeria a Montmartre gestita da Gisèle. Il ritorno di Viola capita in un momento difficile per il piccolo negozio e per la sua proprietaria e, unendo le loro forze con caparbietà, riescono anche a fare un ottimo lavoro! Il loro quotidiano è costituito dall'interazione con persone diverse che cercano aiuto in una tisana, un rimedio o solo attraverso la rassicurazione che una parola di conforto può dare. Alla storia si aggiungono diversi altri personaggi: c'è Romain, il tenebroso gestore del bistrot frequentato da Viola e Gisèle, che aiuta la giovane a ricucire gli strappi più profondi che la vita le ha causato; Camille, una ragazza che attraverso Viola trova il modo per superare paure e blocchi che le tolgono l'energia della giovinezza. C'è Michel, il marito di Viola, mancato per un male che teneva nascosto ma che le lascia tanto su cui lavorare per continuare ad aiutare gli altri. Jacques e Martìn, padre e figlioletto, ricorrono all'aiuto di Viola per non impazzire e trovano anche una spalla amica su cui poggiare in un momento di difficoltà. Tutto intorno ci sono anche ricette per burri profumati e di tisane di benessere, oltre a spiegazioni sui chakra e su altre conoscenze di naturopatia. Al termine della lettura di questo libro, quello che mi rimane non sono tanto le informazioni  sulle cure omeopatiche o fitoterapiche in sè, quanto la consapevolezza che, in fondo, per stare bene o per superare gli ostacoli della vita, serve parlare con qualcuno di che ci sappia "ascoltare". Non è il fiore di Bach che agisce, o non solo quello, ma parlare in merito al problema che intendiamo contrastare. Sicuramente certi rimedi hanno fondamenti nelle discipline olistiche o yogiche ma, alla base di tutto, ci deve sempre essere la consapevolezza del problema da trattare e il parlarne con qualcuno. Viola e Gisèle, in questo romanzo, agiscono come un booster per i prodoti della loro erboristeria e le persone che la frequentano se ne giovano. L'autrice descrive bene questi rapporti, li estrinseca e ce li dispone sotto gli occhi per apprezzare l'operato della natura e dell'uomo, insieme. Le emozioni che si susseguono partono da dei dolori, degli strappi emotivi e delle perdite che solo amicizia, empatia e amore possono lenire e curare. Insieme a qualche tisana calda o a qualche fiore di Bach magari, ma mai senza quel contatto umano che è imprescindibile. L'autrice scrive servendosi di dialoghi veloci, molto agili e rende il racconto fresco e non noioso. le nozioni e le ricette che aggiunge ad ogni capitolo servono per rendere più completo il racconto dal punto di vista della naturopatia ma non alterano il romanzo in sè. Io ho trovatolo scritto della Rizzati una lettura leggera, senza alcuna pretesa e semplice, immediata. Di sicuro non rimarrà impressa in modo particolare ma ho trascorso attimi piacevoli leggendo di Viola, Romain e le strade di Parigi.
Una lettura da sorseggiare come una tazza di tisana calda all'arancia e cannella... non cura nulla ma si lascia bere con piacere nel tepore di un pomeriggio d'autunno! 

giovedì 6 ottobre 2022

Recensione - L'EQUILIBRIO DELLE LUCCIOLE di Valeria Tron

Nuovo post per un nuovo libro! Io credo che esista una sorta di legge per cui dopo un libro scarsissimo si deve trovare un libro che ci riporti in pace ed in positivo con il piacere della lettura. E io l'ho trovato in L'equilibrio delle lucciole di Valeria Tron di cui vi parlo qui.


autore VALERIA TRON editore SALANI
data di pubblicazione 1 giugno 2022 pagine 400 prezzo 18 euro

TRAMA - Ogni punto di partenza ha bisogno di un ritorno. Per riconciliarsi con il mondo, dopo una storia d'amore finita, Adelaide torna nel paese in cui è nata, un pugno di case in pietra tra le montagne aspre della Val Germanasca: una terra resistente dove si parla una lingua antica e poetica. È lì per rifugiarsi nel respiro lungo della sua infanzia, negli odori familiari di bosco e legna che arde, dipanare le matasse dei giorni e ricucirsi alla sua terra: ‘fare la muta al cuore', come scrive nelle lettere al figlio. Ad aspettarla – insieme a una bufera di neve – c'è Nanà, ultima custode di casa, novant'anni portati con tenacia. Levì, l'altro anziano che ancora vive lassù, è stato ricoverato in clinica dopo una brutta caduta. Isolate dal mondo per quattordici giorni, nel solo spazio di quel piccolo orizzonte, le due donne si prendono cura l'una dell'altra. Mentre Adelaide si adopera per essere utile a Nanà e riportare a casa Levì, l'anziana si confida senza riserva, permettendole di entrare nelle case vuote da tempo, e consegnandole la chiave di una stanza intima e segreta che trabocca di scatole, libri ricuciti, contenitori e valigie, in cui la donna ha stipato i ricordi di molte vite, tra uomini, fiori, alberi e animali, acqua e tempo. Una biblioteca di esistenze, di linguaggi, gesti e voci, dove ogni personaggio è sentimento, un modo di amare. Fotografie, lettere, oggetti che sanno raccontare e cantare il tempo: di guerra e povertà, amori coltivati in silenzio, regole e speranza, fatica e fantasia. Un testamento corale che illumina le ombre e le rimette in equilibrio. La bellezza intensa che respira oltre la vita e rimane in attesa di parole. Tuffarsi nella memoria significa avere il coraggio di inventare un altro finale e vivere oltre il tempo che ci è stato concesso, per ritrovare il luogo intimo di ognuno. La casa.

RECENSIONE - Nella vita capita di sentirsi sopraffatti dagli eventi, dagli inciampi, dalla fatica e non sempre è sufficiente una vacanza per ricaricarsi. A volte è necessario lasciarsi curare anche dai luoghi che ci sono cari, quelli dove la parola "casa" indica ben più di un edificio. Succede anche ad Adelaide, un'artista che ritorna nel borgo a lei caro, quello della sua infanzia, dove il tempo scorre con un'unità di misura diversa. I ricordi, la vita, i sentimenti... questo misura il tempo che Adelaide trascorre con la zia Nanà e ritrova la voglia e la forza per mettere in ordine la sua vita:il suo amore per il figlio Gioele, la conclusione del rapporto con Edoardo e la riscoperta di nuovi sentimenti necessitano di nuova vitalità e consapevolezza. E Adelaide la ritrova lassù, tra i monti e il silenzio della Val Germanasca in Piemonte, terra aspra e dura che contiene saldamente abitudini, regole e riti. I riti, che non sono semplici gesti ripetuti, ma condivisione sincera e familiare di compiti, azioni o conoscenze. Tutto questo crea la famiglia di cui Adelaide ha bisogno, un nido caldo e rassicurante che le faccia superare i momenti di difficoltà, che le dia la forza di creare una sua densità; una bellissima scoperta di questo libro che mi rimane scritta dentro. L'autrice mi ha dato una tale dose di forza, necessaria in questi periodi, scrivendo proprio questo: una persona non vale quanti anni vive ma per la sua densità che è data dalle tante sfumature ed esperienze accumulate durante l'esistenza. Tutto ciò mi ha illuminata: quando le persone ci lasciano il loro ricordo è dato da ciò che rappresentano per noi, dal carico di insegnamenti e di ricordi che ci lasciano in dote. Il tempo assume tutto un altro valore quindi, non contano gli anni ma quello che ci metti in quel tempo che può essere tanto o niente e questo fa la differenza! 
Che libro è questo di Valeria Tron... l'ho letto, sottolineato, riletto (infatti arrivo sempre al limite con le mie recensioni per la challenge ma questa volta ancora di più!) e ogni pagina è un vero scampolo di paradiso. Un libro di poesia sotto forma di romanzo, per me che sono nostalgica inside, questo libro ha il tepore di una coperta calda stesa sul cuore. Le atmosfere casalinghe, i gesti antichi del fare la legna, di riporre i raccolti in cantine buie, di ordinare in modo preciso le cose, tutto questo mi riporta in mente periodo passati con mia nonna che io ricordo con affetto infinito. Anche lei precisa e metodica, affezionata alle abitudini che infondono certezze ma non ripetitività. Una mia personale Nanà che non ho potuto godere a lungo perchè la vita ha deciso diversamente ma che sono certa sarebbe stata vitale proprio come Adriana e carica di esperienze da tramandare. Per questo la lettura del libro mi ha totalmente coinvolta, le storie di Adelaide, Nanà, Levì, Lena e Daniele non sono solo parole ma vita, sofferenza e sentimento. Quel sentimento - l'amore - che si cerca  o si aspetta per una vita e che è forte, radicato e mai violento. L'amore che resiste  nel tempo, che nutre lo spirito riempiendone i vuoti e che dona la speranza nel domani, che sovente non arriva mai. 

"Pensi mai che le cose potevano andare diversamente, cioè, nella tua vita, per esempio?...Ci ho pensato. Specie ultimamente. Se faccio il conto rischio di aver perso più del guadagnato. Due cose pesano sulle altre: amore e morte. E' lì che la bilancia piega."

Questo è un pochino il succo della vita di ognuno, l'equilibrio perfetto così raro da trovare, la capacità di farci stare quanto più amore possibile dentro, prima che la morte arrivi e interrompa tutto. Gli affetti sono indispensabili e non serve siano di sangue, non sempre famiglia è quella in cui si nasce ma quella che accoglie e  dona lo spazio giusto per esprimersi e per rifugiarsi in cerca di conforto. Ed è quello che Adelaide trova tra i monti, rifugio e conforto e amore, uno nuovo e timido magari anche impaurito ma carico di speranza. 

"Impara il tuo spazio."
 
Un libro, questo, scritto in modo diretto, scorrevole, in un linguaggio che riesce attraverso le parole a far percepire l'odore, il sapore e anche il gusto di ciò che racconta. Trovo che Valeria Tron abbia scritto qualcosa di molto bello, un testo che parla dell'importanza di fare memoria e che io non mi stancherò mai di condividere! I ricordi, belli ma anche brutti, le emozioni, i vissuti vanno raccontati perché potrebbero essere utili a qualcuno; possono diventare  medicina e cura per chi avrà bisogno e non è cosa da poco. Quello che una persona vive non deve perdersi nel tempo ma costruire la densità che rimane oltre la vita. La memoria può essere la pietra che lastrica strade sconnesse e che aiuta i passi incerti di chi non sa dove trovare sostegno e sicurezza.
L'equilibrio delle lucciole, un libro che consiglio a chi cerca letture di spessore ma al tempo stesso scorrevoli e non tediose, quelle che profumano di sapori familiari e che lasciano tanti spunti su cui riflettere per avere conforto e anche un'iniezione di speranza verso il domani. I tempi attuali ne richiedono parecchia!


mercoledì 5 ottobre 2022

Recensione - TUA di Claudia Pineiro

Buongiorno a tutti! La serie dei libri letti si allunga, anche se lentamente, e in questo post vi parlo di un libricino che aspettava nel mio scaffale . Complici le offerte che, regolarmente, le case editrici praticano sull'acquisto unico di due titoli, ho portato a casa il libro di Claudia Pineiro e credo che le paroline magiche che me lo hanno fatto scegliere siano state thriller psicologico scritte nella sinossi.


autore CLAUDIA PINEIRO   editore FELTRINELLI
data di pubblicazione 24 gennaio  2013  pagine 142  prezzo 6,50 euro

TRAMA - Buenos Aires. Inés, moglie di Ernesto - irreprensibile dirigente di successo -, trova per caso nella ventiquattrore del marito un biglietto d'amore scritto con il rossetto e firmato "Tua". Una sera decide di seguirlo fino al parco Bosques de Palermo dove lui e la sua amante si sono dati appuntamento. Iniziano a discutere, lui la spinge violentemente, la donna cade, sbatte la testa contro un sasso e muore. Inés torna a casa ben decisa a fare il possibile per coprire il marito, salvare le apparenze e il matrimonio. "Tua" è un thriller psicologico vertiginoso, che incalza il lettore fin dalle prime righe: un meccanismo a orologeria che non risparmia colpi di scena sorprendenti. Il terribile ritratto in giallo di una normale famiglia borghese.

RECENSIONE -  Inizio questa mia recensione specificando che io adoro i thriller psicologici, sono una tipologia di libri che mi ha sempre molto affascinata. In questo lettura la protagonista è Inès, moglie e madre che sembra più occupata a mantenere le apparenze che a cercare di vivere una vita soddisfacente. Ha un marito, Ernesto, un uomo d'affari che adora e una figlia diciassettenne che praticamente non conosce. Inès ha una vita soddisfacente, il rapporto col marito si è raffreddato ma lei spera che sia tutto passeggero. Invece no: scopre un tradimento e da questo parte una curva discendente di eventi che la porteranno ad una scelta a senso unico. Il romanzo di Pineiro è "strano": il succo del libro si scopre già alla seconda pagina e comunque c'è un solo colpo di scena decisivo, circa a metà libro. Per il resto io ho avuto la sensazione di un giro in giostra, accade tutto rapidamente e forse, in modo anche secco, asciutto e senza sentimento. Inès dice di tenere al marito ma non ne percepisco l'amore, la rabbia per il tradimento. Dice di tenere alla figlia e con lei non ha praticamente nessun dialogo, la ragazza vive una vita parallela a quella dei genitori. Ernesto non fa una gran bella figura: marito fedifrago e bugiardo che non riesce ad avere il controllo della sua vita. Insomma: nelle poche pagine di questo libro, di psicologico ci ho percepito quasi niente; tutto è servito subito, senza attese, in modo rapido e asciutto. I ragionamenti, le cause e le scelte sono sempre fugaci, l'autrice non suscita empatia dai lettori, sembra non cercarla nemmeno. La storia è questa e viene servita in poche pagine, punto. La fine delle vicende di Inès ed Ernesto non è nemmeno una sorpresa poi perchè la freddezza che caratterizza la protagonista spiana la strada ad un tale epilogo (basta, non aggiungo altro per non spoilerare!) ma la mia reazione all'ultima pagina è stata quella di sollievo... per aver finito il libro!
Che dire... ci sono libri e offerte che bisognerebbe saper rifiutare, purtroppo non riesco a consigliare questo titolo a nessuno perchè non mi ha lasciato proprio nulla da ricordare. 

lunedì 5 settembre 2022

Recensione - CREATURE LUMINOSE di Shelby Van Pelt

Ciao e bentornati lettori! In questo lunedì settembrino sono qui, in perenne ritardo su tutti i miei programmi, per scrivere due righe sul libro che ho terminato un po' di tempo fa. Non mi piace fare le cose all'ultimo momento quando ho scadenze o programmi già fatti ma, complici feste di compleanno da organizzare, vendemmia e altri disguidi sparsi mi ritrovo sempre a fare le cose sul filo di lana! Acciderbolina a me e al caos che sembra governarmi ... ma torniamo a cose più serene perchè il libro che vi presento in questo post è stata una piacevole sorpresa.


autore SHELBY VAN PELT editore MONDADORORI 
data di pubblicazione 28 giugno 2022 pagine 396 prezzo 22 euro

TRAMA Tova Sullivan lavora per l'Acquario di Sowell Bay, una tranquilla cittadina nei pressi di Seattle: pulire i pavimenti durante le ore serali in compagnia delle creature che si muovono silenziose nelle vasche la aiuta a combattere la solitudine dopo la scomparsa di suo figlio Erik, quando era solo un ragazzo. La principale attrazione dell'acquario è Marcellus, un polpo gigante del Pacifico, che dalla sua vasca sembra osservare attento ogni mossa di Tova. Una sera, mentre sta passando lo straccio nell'ufficio del personale, Tova scorge Marcellus impigliato nei fili della corrente e delicatamente cerca di liberarlo. Mentre si domanda come abbia fatto a uscire dalla teca, il polpo stende un tentacolo verso di lei, come per abbracciarla. In quella creatura dotata di tre cuori e di un'eccezionale intelligenza, la donna trova inaspettatamente qualcuno che le assomiglia e la comprende: i due stringono una bizzarra amicizia fatta di complicità e gesti silenziosi. Le cose cambiano quando Tova per un infortunio viene sostituita da Cameron, un giovane appena giunto in città alla ricerca del padre biologico. Marcellus non tarda a capire che i due sono legati da qualcosa, e il suo straordinario intuito lo spinge a intervenire. Un esordio folgorante e commovente, che insegna come a volte guardare al passato possa aiutarci a costruire un futuro diverso. Un'amicizia capace di spezzare la più dura delle solitudini. La corrispondenza misteriosa di due anime speciali, creature imperfette e per questo incredibilmente luminose.

RECENSIONE - Le lettura di questo libro è stata una curiosità da soddisfare dopo aver letto le recensioni di alcune amiche blogger: troppo insolito il co-protagonista e molto intrigante il dipanarsi della trama per non correre a comprare il romanzo e leggerlo! La storia racconta di Tova Sullivan, una signora che attende la pensione lavorando come donna delle pulizie nell'Acquario di Sowell Bay, vicino a Seattle. La sua vita è una tela piena di strappi emotivi e di cicatrici: suo figlio prima e suo marito poi la lasciano da sola, in una casa troppo grande e con tanta solitudine dentro. Tova trova un amico proprio nell'acquario dove lavora... infatti Marcellus, il polpo gigante del Pacifico che vive nella grande vasca che Tova pulisce ad ogni turno, la cerca e le lascia messaggi. Marcellus non è solo uno dei protagonisti ma è anche una voce narrante del romanzo, il suo punto di vista è determinante per la storia. L'autrice scrive di dolore, di perdite, di sopravvivenza in modo molto delicato quasi poetico e Marcellus aggiunge una dose di incredibile potenza al tutto. Confesso la mia ignoranza circa le capacità dei polpi, non sapevo nemmeno che avessero ben tre cuori ma tutto questo serve ai fini della storia e ne accresce la potenza narrativa, dal mio punto di vista. Infatti è un libro molto insolito, la storia di Tova è commovente e al tempo stesso incuriosisce e chiede rispetto. Perdere un figlio in modo misterioso lascia dubbi che logorano e,quando anche il marito muore, a lei non rimane che  trovare un modo per andare avanti. Marcellus sembra capire i suoi stati d'animo, il suo bisogno di sostegno e a modo suo glielo fornisce.

" I segreti sono ovunque: Alcuni umani sono pieni zeppi di segreti. Mi chiedo come facciano a non esplodere. Sembrerebbe proprio una delle caratteristiche principali della specie umana: la pochezza spaventosa delle loro capacità comunicative."

Il polpo vede le persone, le osserva e le capisce; Tova entra in sintonia con lui e quando può ne asseconda i comportamenti ma le cose cambiano anche nella solida routine di una signora e di un polpo. Un infortunio costringe al riposo Tova che viene sostituita da Cameron, un ragazzo che cerca le sue origini e uno scopo per la vita. Il destino scrive trame disparate e, anche se con giri immensi, a volte riesce a chiudere i cerchi in modo incredibile. Il destino, a volte, si serve di chi può aiutarlo e in questo libro Marcellus è un aiutante perfetto! 

"Voi umani. Per lo più siete noiosi e goffi. Ma ogni tanto riuscite ad essere creature straordinariamente intelligenti:"

 La storia raccontata da Van Pelt è di quelle che rendono tristi, si parla di perdite, di solitudini e di dolore ma l'autrice lo fa in modo molto fresco, senza mai scadere nell'eccessivo dramma ma lasciando sempre una goccia di speranza. Il polpo accompagna la storia, con la sua visione spiega i fatti in modo disincantato, senza preconcetti, un'analisi lucida e precisa su chi lo circonda e sui fatti che vive.un insolito punto di vista ma molto, molto saggio e io, lo confesso, non me lo aspettavo. Questo libro è senza dubbio un testo che in quattrocento pagine analizza l'animo umano nei momenti difficili e  ce lo presenta chiaro, senza nessuno sconto. La vita è così, schietta e diretta e soprattutto senza scorciatoie. Una lettura che, sebbene mi abbia a tratti intristito e anche commosso, consiglio a tutti. Marcellus ha dato a questo racconto un'anima colma di saggezza e di intensità, ha reso le vicende di Tova non solo un racconto di fatti tristemente realistici ma un'occasione per tirare fuori il meglio dalle persone, dal coraggio che possono scovare in sé stesse. Un polpo che vede ben oltre le apparenze usando il suo unico occhio è un amico che vorremmo tutti avere accanto. 


venerdì 5 agosto 2022

Recensione - UNA SIRENA A PARIGI di Mathias Malzieu

Oggi due post veloci veloci! Questo è per un libro che, se non fosse per il nome della città nel titolo che mi serve per la challenge delle Ciambelle, non so se avrei mai scelto di leggere. Il libro in questione è Una sirena a Parigi di Mathias Malzieu.


autore MATHIAS MALZIEU editore FELTRINELLI
data di pubblicazione 16 LUGLIO 2020 pagine 192 prezzo 16 euro

TRAMA Una pioggia ininterrotta si abbatte su Parigi. La Senna è in piena, un'atmosfera apocalittica e surreale avvolge la città. I dispersi sono sempre più numerosi e il fiume trascina oggetti di ogni tipo. D'un tratto un canto ammaliante e misterioso attira l'attenzione di Gaspard Snow che, incredulo, sotto un ponte scopre il corpo ferito e quasi esanime di una sirena. Decide di portarla a casa per prendersene cura e guarirla, ma ben presto tutto si rivela più complicato di quanto non sembri. La creatura gli spiega che chiunque ascolti la sua voce si innamora di lei perdutamente fino a morire, e nemmeno chi, come Gaspard, si crede immune all'amore può sfuggire. Inoltre, come può un essere marino vivere a lungo lontano dall'oceano? Gaspard non si dà per vinto e trova nell'ingegno, nell'estro e nel potere dell'immaginazione gli strumenti per affrontare questa mirabile avventura e difendere un altro grande sogno: salvare il Flowerburger, il suo locale a bordo di una chiatta, un regno di musica, arte e libera espressione.

RECENSIONE -  Questo libro di Manzieu è veloce da leggere, sono veramente poche pagine: la storia mescola realtà e tanta fantasia ambientando le vicende di Gaspard Snow nel 2016. Lui, musicista e proprietario di un localino sulla Senna, incontra e salva una sirena. Questo è il nucleo di una storia leggera e senza tante pretese, sospesa tra la delicatezza poetica di certe descrizioni e la troppa sdolcinata fantasia che, per reggere il racconto, si stempera tra le righe. Una sirena a Parigi è una fiaba, una favola per grandi che io ho letto con poca dedizione, confesso ahimè, perchè non mi sono sentita particolarmente coinvolta nella storia. Troppo poco sviluppata a mio parere, frettolosamente raccontata in certe parti e così molto poco avvincente. mi trovo veramente a disagio a parlarne perchè  non ho molto altro da aggiungere. Nella mia  libreria ho anche un altro titolo di questo autore che aspetta il suo turno di lettura, ce la farò a dargli una chance? Non lo so... credevo di avere tra le mani un discreto titolo e la mia predisposizione era tutt'altro che ostile ma, con questo caldo, cerco leggerezza si ma non la trasparenza (nel senso del niente proprio!). L'idea poteva funzionare se magari l'autore fosse riuscito, oltre a tracciare una fantasiosa storia d'amore, a svilupparne gli eventi in maniera completa. L'amore, che sembra urlare la sua presenza dovunque,per essere credibile ha bisogno di nascere, crescere e espandersi in modo forse repentino ma non troppo altrimenti perde di credibilità. Questo è un punto che mi ha lasciata in dubbio: troppa fretta e troppa convinzione scontata. 
Non saprei se consigliare o meno questo libro... forse a chi cerca il sentimento nelle favole anche se fantasioso. 

"Fuggire, sfuggire, consacrarsi al proprio sogno fino a trasformarlo in realtà. Un'arte di vivere e resistere perfino in tempo di guerra, soprattutto in tempo di guerra. Un'astuzia, un artificio. Un invito a vedere più che a guardare."

In questa citazione forse si racchiude il senso del libro, l'autore ha preso un suo sogno e trasformato in parole di un libro incurante di tutto il resto.  

Recensione - LE BALENE MANGIANO DA SOLE di Rosario Pellecchia

Salve a tutti! In questo venerdì di agosto riprendo in mano il blog per aggiornarvi sulle mie ultime letture. A dire la verità potevo leggere di più ma, a causa dei miei giorni di vacanza e di una congiuntivite allergica stagionale, non sono riuscita a raggiungere obiettivi per me soddisfacenti. Il libro che vi presento in questo post è stata una piacevole scoperta e si tratta di Le balene mangiano da sole di Rosario Pellecchia.


autore ROSARIO PELLECCHIA editore FELTRINELLI 
data di pubblicazione 4 marzo 2021 pagine 272 prezzo 16 euro

TRAMABicicletta, musica nelle cuffie e via, verso la prossima consegna. Napoletano ventitreenne trapiantato a Milano, Gennaro Di Nola detto Genny, di professione rider, si diverte a indovinare il tipo di persona che gli aprirà la porta in base al cibo che ha ordinato. Quei pochi secondi in cui sbircia nella vita degli altri, fermo sul loro zerbino, sono per lui una tentazione irresistibile, ed è difficile che sbagli a tracciare un profilo. Una sera però, contro ogni pronostico, incontra Luca: dodici anni, capelli a spazzola con un po' di crestina, maglia del Napoli e un secchio grande di pollo fritto di Crispy World da mangiare da solo. La madre è uscita, il padre non c'è mai stato: è in un posto lontano a dar da mangiare alle balene, o almeno così gli è stato detto. Un'assenza che si riflette nei suoi occhi nerissimi e profondi, in cui Genny intuisce un dolore che li accomuna. Bastano poche battute perché il ragazzino riesca a convincerlo a entrare in casa per guardare insieme la Champions League in tv. Di partita in partita, nasce così un'amicizia tenera e un po' surreale, nonostante la diffidenza iniziale della madre di Luca, restia a fidarsi di uno sconosciuto. Finché Luca annuncia di voler andare a Napoli con Genny. Sarà una grande avventura e, al tempo stesso, un salto nel passato. Per poter finalmente andare incontro al futuro.

RECENSIONE - Le balene mangiano da sole è il titolo  del libro di Pellecchia, un autore che ho scoperto essere anche speaker radiofonico  e giornalista; ha scritto Solo per vederti felice e, dopo circa due anni, Le balene mangiano da sole. Entrambi i titoli sono nelle mie librerie ma ho scelto questo in particolare perchè, per la challenge librosa cui partecipo, mi serviva un titolo pubblicato nel 2021. Il protagonista principale è Genny, un ragazzo napoletano che vive a Milano e che dovrebbe concludere gli studi al Politecnico ma si dedica intensamente al nuovo lavoro di rider. Il  suo coinquilino Kalidou l'ha incuriosito a tal punto che ha voluto provarci pure lui. La bici, le cuffie e il telefono sono quanto serve per sfrecciare tra le auto e i pedoni milanesi e consegnare cibo a persone sempre diverse gli mette addosso una curiosità vorace. Lui si immagina le vite delle persone che incontra, ne studia i volti e le case, intesse trame di vita che partono dal tipo di pizza ordinata o dal modo di rispondere al citofono. Non è semplice curiosità la sua. è una specie di confronto antropologico per capire come gira il mondo che parte dal suo bisogno di analizzare tutto. E' felice quando le sue ipotesi trovano riscontro e, quando ciò non accade,  pensa a dove può aver sbagliato. Un giorno deve consegnare del pollo fritto ma, quando suona il campanello di destinazione, un ragazzino dodicenne gli spalanca la porta di casa sua invitandolo a vedere la partita del Napoli con lui. Genny si meraviglia e si preoccupa per la ingenua buona fede di Luca. Inizia così una amicizia che, fregandosene della differenza di età, si rivela essere sincera e genuina. Il rider consegna ancora il pollo a Luca, conosce la sua mamma e condivide la passione calcistica con il ragazzo alimentandone la speranza di arrivare a vedere la finale di Champions allo stadio! Gennaro è un ragazzo profondamente maturo e responsabile ma nasconde un dolore grande, che gli squarcia il cuore e che non lo abbandona mai. La vicinanza di Luca gli aprirà la mente e dipanerà tante nubi, l'amicizia di Kalidou e la sua "gang" saranno il carburante per tenere sempre vivo il fuoco della curiosità e dell'entusiasmo verso un lavoro che difficilmente farà diventare ricchi ma che aprirà tante porte sulla varietà del mondo che ci circonda. 
"Il dolore funziona come il bluetooth: impiega un secondo a connettere due persone, e così a Genny sembra di essere già legato a quel ragazzino, perché in fondo a quegli occhi neri scorge una cicatrice... e forse, quella sera, con poche battute ed uno sguardo, quei due si sono riconosciuti, mentre mangiano, bevono Coca Cola e guardano una partita di pallone."

Pellecchia, con questo libro, mi ha fatto scoprire un modo poco conosciuto e molto sottovalutato... i rider sono una categoria che lavora a contatto con la gente, tanta gente., che affida loro le richieste di avere cibo, dolci oppure anche fiori. Per loro conta essere veloci, consegnare tanto. ottimizzare le energie ma devono anche scontrarsi con persone più o meno disponibili, educate, corrette e fare sempre e nonostante tutto un buon lavoro se vogliono guadagnare. Attraverso le trame di questa analisi, Pellecchia ci presenta i sentimenti e i dolori di un ragazzo ventreenne, la sua amicizia con Luca e la sua mamma, il percorso complicato che insieme compiono per rompere i lacci di un passato che fa male. L'autore usa un linguaggio fresco, frizzante e immediato per trascinarci con lui nella storia, per conoscere e  affezionarci a Genny e alla sua vita frenetica. Io mi sono divertita, indignata e anche commossa leggendo questo libro; la tenerezza e l'empatia di Gennaro mi hanno davvero fatta sperare che non tutto sia perduto. Si può ancora sperare nel prossimo, si può incontrare all'improvviso un'anima buona che allevia la solitudine o risolve un dubbio. E' un libro, questo, che mi rasserena, che mi riappacifica col le persone e con la vita stessa, mi infonde la segreta speranza che non tutto sia perduto, soprattutto la buona educazione. Genny non consegna pizze soltanto, le consegna interessandosi discretamente a chi le riceve. Credo che fantasticare sulle vite altrui sia un gioco che ha intrigato tutti, piccoli o meno, e che ci fa usare la fantasia per costruire storie intorno a figure che si incrociano ovunque. Ancora io oggi io mi ritrovo a farlo con chi vedo in treno, in fila alla posta o al supermercato. Mi perdo cercando di cucire addosso a chi incontro le storie che mi sembrano più plausibili, partendo da quello che hanno in mano o dentro il carrello per esempio. non saprò mai se ho ragione o meno ma intanto mi guardo attorno, faccio caso a chi mi circonda, non passo indifferente vicino alle persone. lo so che non è niente di che ma credo che l'indifferenza sia una cosa brutta e leggendo il libro di Ross Pellecchia me ne sono ancora di più convinta. A volte basta una parola gentile, un po' di compagnia, una pacca sulla spalla per non annegare nel dolore e nelle difficoltà che la vita mette nel percorso di ognuno. Non serve essere parenti stretti per offrire un gesto a chi ne ha bisogno, a volte anche una cena del delivery può regalare un bonus!

lunedì 6 giugno 2022

Recensione - I QUADERNI BOTANICI DI MADAME LUCIE di Melissa da Costa

Buon lunedì a tutti! E' arrivato il caldo dell'estate, un pochino in anticipo sul calendario, e mi ha causato un repentino calo di energia! Non sopporto davvero l'afa! Vorrei il frescolino autunnale all year long ma mi rendo conto che ciò potrebbe scontentare gli amanti della tintarella e del caldo. Quindi, mi ritiro a soffrire tra le pagine dei miei libri che, bontà loro, alleviano almeno in parte questo mio patire stagionale. Ma veniamo al motivo principale del post di oggi: il libro I quaderni botanici di Madame Lucie e le mie impressioni in merito. 


autore MELISSA DA COSTA editore RIZZOLI 
data di pubblicazione 8 aprile 2021
pagine 300   prezzo 18 euro

TRAMA - Fuori è l'estate luminosa e insopportabile di luglio quando Amande Luzin, trent'anni, entra per la prima volta nella casa che ha affittato nelle campagne francesi dell'Auvergne. Ad accoglierla, come una benedizione, trova finestre sbarrate, buio, silenzio; un rifugio. È qui, lontano da tutti, che ha deciso di nascondersi dopo la morte improvvisa di suo marito e della bambina che portava in grembo. Fuori è l'estate ma Amande non la guarda, non apre mai le imposte. Non vuole più, nella sua vita, l'interferenza della luce. Finché, in uno di quei giorni tutti uguali, ovattati e spenti, trova alcuni strani appunti lasciati lì dalla vecchia proprietaria, Madame Lucie: su agende e calendari, scritte in una bella grafia tonda, ci sono semplici e dettagliate indicazioni per la cura del giardino, una specie di lunario fatto in casa. La terra è lì, appena oltre la porta, abbandonata e incolta. Amande è una giovane donna di città, che non ha mai indossato un paio di stivali di gomma, eppure suo malgrado si trova a cedere; interra il primo seme, vedrà spuntare un germoglio: nella palude del suo dolore, una piccola, fragrante, promessa di futuro.

RECENSIONE - La protagonista del libro è Amande Luzin e il co-protagonista è il suo dolore. Questo è di certo il primo pensiero a caldo fatto dopo aver terminato il libro di Melissa da Costa. Ci sono anche i genitori di suo marito, i cognati, la figlia della proprietaria di casa, sua madre ma, intorno ad Amande, per tutto il corso della lettura, ho visto l'ombra del dolore che lei prova per la morte di suo marito Benjamin e della piccolina che portava in grembo Manon. Tutti cercano, a loro modo e con le energie rimaste dallo sforzo di superare loro stessi la tristezza, di aiutare  Amande a superare il lutto. Ma tutto sembra inutile: lei riesce solo a caricare poca roba in macchina e cercare rifugio altrove. Lontana dai ricordi, dal quotidiano strazio di rivedere, rifare e condividere le cose che le ricordano il marito e l'arrivo imminente di Manon, Amande trova una casetta in affitto nella campagna francesce, a distanza di sicurezza da Lione e chi ha perso.

"Una volta(...) c'era un tempo per curare il proprio dolore, per ricordare, per dire addio come si deve. Oggi(...) la società non ha più tempo per il lutto."

La disturba il tentativo di tutti di alleviare il peso del dolore: Amande non vuole superarlo perchè non vuole dimenticare Benjamin e Manon. Sa benissimo che non può continuare a "non vivere": non mangia, dorme poco, non si cura e non apre mai le imposte di casa. Vuole però fare a modo suo, a ritmo suo... chi decide quando è il momento di dimenticare? Chi ha dato una misura standard al grado di sofferenza? E soprattutto: Chi ha deciso qual è il modo per vivere un lutto? Nel libro l'autrice scrive con tanta delicatezza del dolore di Amande, della pena che prova per l'ambivalenza dei sentimenti che la inondano quando arriva la sua nipotina. Davvero non è possibile non avere i lucciconi agli occhi leggendo dello sfinimento a cui la protagonista deve far fronte. Perdere due figure così importanti e amate, in modo tanto repentino, straccia cuore e anima. Il racconto di Melissa da Costa ci rende parte del processo di elaborazione di questa perdita: le fasi sono molte e non sono indolore ma Amande è comunque circondata dall'affetto di tante persone che attendono solo un suo cenno per aiutarla. Nella casetta isolata in cui vive la proprietaria ha lasciato appunti e calendari che spiegano come prendersi cura del giardino e un lunario pieno di curiosità. La giovane incuriosita inizia a leggerli con attenzione e a mettere in pratica quanto scritto da Madame Lucie, rendendo orgogliosa anche sua figlia Julie che diventa presenza stabile nel tempo per Amande. Piano piano, anche un albero decorato o la luna piena possono aiutarla a mettere tutto in ordine e a dare un senso al suo dolore. Non esiste un percorso preconfezionato per superare una tragedia e la perdita di chi ami: Amande ne è convinta e cerca, con i suoi tempi e i suoi modi di ritrovare un motivo per vivere. 

"Non è la vita normale, è un'altra vita che mi sforzo di ricreare, una vita su misura, che si adatterà ai miei passi titubanti e lascerà spazio alle mie due perdite."

In questo libro, che ho letto con molta lentezza per non perdermi nessuna sfumatura e per godermelo il più possibile, ci sono tantissime sottolineature e tantissimi appunti a testimoniare il fatto che c'è molto su cui riflettere e da elaborare. Un libro scritto dall' autrice con tanta sensibilità, senza giri di parole o retorica facilmente stucchevole  ma schietto e a tratti anche piuttosto duro. Un romanzo  che consiglio davvero a tutti, per ritrovare tenerezza, fiducia e forza negli altri ma soprattutto in tutto ciò che è dentro di noi e che conserviamo (senza saperlo) e potrà diventare una risorsa in tempi difficili. Madame Lucie aveva capito tutto! 

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