Don't dream your life... live your dreams!

mercoledì 27 marzo 2019

Recensione QUANDO ERAVAMO EROI di Silvio Muccino


titolo Quando eravamo eroi  autore Silvio Muccino  editore La Nave di Teseo
data di pubblicazione 8 marzo 2018  pagine  236

TRAMA - Alex ha trentaquattro anni e sta per tornare in Italia. Dalla sua casa ad Amsterdam guarda una vecchia foto che lo ritrae adolescente insieme ai quattro amici che allora rappresentavano tutto il suo mondo. Gli stessi che ha abbandonato da un giorno all'altro senza una spiegazione, quindici anni prima. Lui, Melzi, Eva, Torquemada e Rodolfo erano indissolubili, fragili e bellissimi, esseri unici e uniti come alieni precipitati su un pianeta sconosciuto a cui non volevano, non sapevano conformarsi. Poi, qualcosa si è rotto. Ora Alex sta per affrontare il passo più importante della sua vita, ma, prima di chiudere i conti con quel passato e con la causa della sua fuga, ha bisogno di rivederli perché sente di dover confessare loro la verità. Una verità che nel corso di quegli anni lo ha portato ad un punto di non ritorno oltre il quale, di Alex, non resterà più nulla. Per Eva, Alex è stato il grande amore, per Rodolfo il rivale-amico che aveva rubato il cuore della ragazza di cui era innamorato, per Melzi un dio messo su un piedistallo, per Torquemada un enigma da risolvere. Nessuno è mai riuscito a superare il dolore di quell'abbandono che ha alterato il corso delle loro vite. È per questo che, nonostante tutto, decidono di accettare l'invito di Alex a trascorrere tre giorni nella sua casa in campagna - meta e rifugio di tanti momenti passati insieme. Ma quando vi arriveranno, la rivelazione che li attende sarà infinitamente più scioccante di quanto avessero mai potuto immaginare. Sarà solo l'inizio di un weekend fatto di verità e confessioni, pianti e risate. Al loro risveglio, il lunedì mattina, nulla sarà più lo stesso.

RECENSIONE - Leggere i libri di Muccino è sempre un pochino difficile per me, lo trovo molto intenso ma anche molto particolare nei suoi scritti. Ho letto anni fa Parlami d'amore e sono rimasta con un giudizio sospeso, non ero capace di definire quello che mi aveva lasciato. Quando è uscito questo Quando eravamo eroi l'ho acquistato sulla fiducia, sperando che sciogliesse i miei dubbi su Muccino scrittore. Devo dire che un pochino di miglioramento si è visto: la storia di Alex e dei suoi amici alieni è una ventata di fresca ed emozionante amicizia. La loro storia parte dai tempi della scuola e ora che sono quasi trentacinquenni e la vita li ha portati su strade diverse e lontani tra di loro, capita che ricevano una chiamata da Alex. Il loro "capobranco", quello figo che riesce sempre in tutto e che aiuta tutti ma che quindici anni prima li abbandona per sparire.

"Eravamo cinque alieni in cerca di una casa, di un pianeta o di una stella dove non sentirci costantemente inadeguati, diversi e dove essere al sicuro. Non trovandola, la costruimmo noi quella stella."

E quella stella diventa la casa di Alex dove si ritrovano, curiosi di sapere perchè e anche di sapere come sono evoluti in quegli anni di lontananza. Rodolfo ed Eva, coppia nella vita ma non di anima, intrappolati in ferite del passato che al tempo stesso li uniscono tanto quanto li allontanano. Torquemada rimane quello che era, sarcastico, spigoloso e in cerca di ritrovare il fulcro di un'amicizia spezzata senza un perché. E Melzi, il caro coccoloso Melzi, sposato perché bisogna vista la gravidanza non prevista della compagna che lo rimbrotta e umilia ad ogni occasione. Lui che cerca sempre di fare la cosa giusta per tutti tranne che per sé stesso. E Alex, misterioso il motivo che l'ha allontanato dagli alieni e misteriosa la ragione per cui li ha radunati di nuovo ora per svelare loro un segreto. Ed è tutto come quando erano gli alieni: la confidenza, l'ironia, il legame che li unisce stretti gli uni agli altri è sempre uguale. ovviamente riaffiora il risentimento di chi ha subito l'abbandono, ognuno di loro sbatte in faccia ad Alex la rabbia che è rimasta dei quindici anni senza di lui. Ma tutto torna a girare intorno al loro gruppo: i legami che si spezzano,  le coppie che scoppiano, i nuovi incontri e soprattutto le nuove vite. Quello che prende forma da una nuova consapevolezza, da un lungo lavoro per ridare nuova identità ad un corpo che non va più bene. E loro, gli alieni, sono riuniti per dire addio al vecchio e per tenere a battesimo il nuovo corso di chi, tra loro, ha bisogno di averli vicini e consapevoli. E per esserlo tirano fuori tutto: dolore, rancore e amore, quello che consuma e divora. 

" E' cambiato il nostro modo di parlare del tempo: prima non esisteva né passato né futuro, c'era solo un enorme sconfinato presente, ora invece c'è un passato che getta ombra su un presente inesistente e un futuro buio ma colmo di aspettative"

Muccino stavolta fa centro, dimostra che scrivere gli viene bene e che quello che scrive colpisce forte. La sua storia è un tuffo in mezzo ai ricordi di giovinezza, di quando gli amici sono tutto e sono importanti. Quando, nella vita, scopri che è ora di svoltare ma per farlo vuoi avere l'approvazione di chi ha condiviso tutto con te. Anche se la vita allontana, separa e fa giri immensi alla fine riporta sempre da chi conta di più. Ed è emozionante leggere questa storia, assorbire l'energia dei protagonisti ma anche le loro debolezze, la loro voglia di cancellare i dolori del passato per evolvere, per passare ad un livello di felicità matura. In tutte le vesti  in cui essa si presenti. Romanzo emozionante e commovente a tratti, davvero una storia che merita di essere letta e che passa dalla testa al cuore in un attimo.

" Ma sapete quando si dice che non bisognerebbe mai conoscere i propri miti perché sarà sempre e comunque una delusione? Be', chi l'ha detto non aveva conosciuto gli Alieni."

Recensione LA CRUNA DELL'AGO di Ken Follett

Insolitamente sto scrivendo recensioni una di seguito all'altra... sono in arretrato con la stesura dei miei pensieri ma i libri letti sono belli corposi. Stavolta care Ciambelle, per la Challenge mi sono proprio scelta la via meno semplice! Comunque spero di riuscire a parlarvi esaurientemente di questo libro che festeggia ben quarant'anni dalla sua uscita: La cruna dell'ago di Ken Follett, del Maestro Follett!


titolo La cruna dell'ago   autore Ken Follett   editore Mondadori
data di pubblicazione 22 maggio 2018    pagine 379

TRAMA - 1944. Mancano pochi mesi, e poi soltanto qualche settimana, al D-Day. Gli Alleati hanno radunato una finta armata aerea e navale nell'East Anglia, in modo da dirottare l'attenzione dei tedeschi verso le spiagge di Calais e allontanarla dalla Normandia, dove è effettivamente previsto lo sbarco. L'inganno sembra funzionare. Ma un agente nemico ha scoperto la verità. Il suo nome in codice è "Die Nadel", l'Ago, perché è inafferrabile e perché la sua arma preferita per uccidere è uno stiletto. E un agente scelto da Hitler e risponde direttamente al Fuhrer. Un uomo di straordinaria intelligenza, che vive in incognito a Londra senza che il servizio segreto inglese si sia mai accorto della sua esistenza. Ha scoperto il vero luogo dello sbarco e se riuscirà a raggiungere la Germania gli Alleati andranno incontro alla disfatta. Ma un ufficiale del servizio inglese di sicurezza e una giovane donna fuori del comune faranno di tutto per impedirgli di portare con sé il suo segreto...

RECENSIONE - Non leggevo un libro di Follett da troppo tempo! L'ultimo che ho letto è stato il Terzo gemello e mi ha lasciato senza parole e piena di dubbi tanto da farmi pensare che davvero Follett poteva essere definito il nuovo Orwell! Se riesce ad anticipare così la realtà e a descriverla in modo così inquietante in che razza di mondo ci troveremo a vivere?  L'interrogativo è rimasto ma Follett l'ho un pochino messo da parte, forse per evitare di lasciarmi troppo coinvolgere dalle sue trame così intense e assolutamente avvincenti! Ora ho acquistato un libro celebrativo: il suo La cruna dell'ago compie quarant'anni ed è stato pubblicato in edizione speciale per  ricordare questo compleanno. Non l'avevo ancora letto, nonostante sia il suo primo romanzo e di solito io cerchi di partire dalle prime opere di un autore, se mi è possibile. Sono felice di aver avuto l'opportunità di riprenderlo in mano e di poterlo, di nuovo, apprezzare per quello che Follett rimarrà sempre per me: un vero artista dei romanzi di spionaggio, storici e anche fantascientifici. Ne La cruna dell'ago Follett ambienta il romanzo nel 1944: manca poco allo sbarco che risolverà il conflitto più crudele e abbietto di sempre. Una spia che risponde direttamente al Fuhrer sta per svelare i piani degli alleati per il gran giorno del D-day ma sulla sua strada trova chi interrompe i suoi progetti. Una tenace donna che, dopo aver subito tante traversie si rialza dai dispetti della vita e fa la cosa più giusta, senza sapere che sta salvando tante vite. La trama ripercorre i momenti salienti dei preparativi dello sbarco in Normandia e la ricostruzione storica è letteralmente trascinante. Sembra di rivivere quello che si legge sui libri di scuola con, in aggiunta, la storia di una spia il cui obiettivo è rendersi invisibile per rubare i segreti tattici sulla missione degli alleati. E Faber, detto "Die Nadel"- l'ago, è un uomo che non passa inosservato ma che deve non lasciare traccia del suo passaggio, Quindi, quando ritiene che la sua missione sia compiuta, deve rientrare in Germania ma un naufragio lo costringe a fermarsi presso la famiglia di David e di Lucy. Proprio lei si insinua tra le pieghe della mente e del cuore di quell'uomo così misterioso e pericoloso portandolo a perdere di vista quella che è la sua missione. Non svelo altro, anche se credo saranno pochi quelli che non hanno letto il libro o visto il film (io, finora, non avevo fatto né una nè l'altra delle due cose ^_^) ma consiglio caldamente la lettura di questo libro se si vuole leggere una storia ben costruita, con una trama ben intrecciata agli eventi storici del periodo in cui è ambientata e con personaggi carismatici che costringono a leggerlo tutto d'un fiato. Non si può perdere tempo e non sapere come finisce la storia, se "lo stiletto"  riuscirà nel suo intento oppure capiterà qualcosa di imprevedibile. Mi piace inoltre far notare che Follett è  un abilissimo venditore delle sue storie, nel senso che, per agguantare anche le lettrici femminili, aggiunge note romantiche al romanzo e così diventa decisamente accattivante per chi, come me, non disdegna un risvolto più umano anche nei libri di spionaggio! E ditemi se questo non fa di lui uno scrittore che sa far bene il suo lavoro...

martedì 26 marzo 2019

Recensione LA MADRE SCONOSCIUTA di Kimberley Freeman


titolo La madre sconosciuta  autore Kimberley Freeman editore tre60
data di pubblicazione 31 ottobre 2018   pagine 478

TRAMA - Inghilterra, 1874. A 19 anni finalmente Agnes può lasciare l'orfanotrofio in cui è cresciuta e mettersi alla ricerca di sua madre. Da poco, infatti, ha scoperto che la donna che l'ha abbandonata ha lasciato accanto a lei un bottone decorato con un unicorno. E lei ricorda benissimo di aver visto un cappotto cui mancava proprio un bottone identico: l'aveva donato all'orfanotrofio una nobildonna, Genevieve Breckby... Convinta che Genevieve sia sua madre, Agnes ne ripercorre le tracce fino a Londra e a Parigi, e poi, mossa da un'incrollabile determinazione, s'imbarca sulla Persephone, che la condurrà in una terra selvaggia e misteriosa: l'Australia. Londra, oggi. È in Australia che Tori ha deciso di vivere. Ora però deve tornare a casa, in Inghilterra, per lasciarsi alle spalle un doloroso divorzio, ma soprattutto per aiutare la madre, brillante studiosa dell'epoca vittoriana, che soffre di Alzheimer. Mentre mette ordine nelle sue carte, Tori trova una lettera che risale alla fine dell'800. Una nobildonna scrive alla figlia, spiegandole i motivi per cui l'ha abbandonata, e le incredibili vicissitudini che l'hanno portata a quel terribile gesto. Ma la lettera è incompleta e Tori, prima incuriosita e poi sempre più coinvolta, decide di mettersi alla ricerca dei fogli mancanti...

RECENSIONE - Questo libro era da qualche tempo nella mia lista in attesa di lettura e l'ho scelto perché ero fortemente incuriosita dalla trama e dai luoghi in cui la storia trova collocazione che sono anche i miei preferiti. La storia si svolge infatti prevalentemente tra l'Inghilterra e l'Australia, in due epoche diverse con due protagoniste che si trovano a gestire due figure materne di peso diverso.  Nel racconto di Agnes, diciannovenne uscita da un istituto per orfani, la madre non c'è. E' stata infatti abbandonata alla nascita e l'unico collegamento che le rimane con chi l'ha messa al mondo è un bottone unico. Da questo piccolo oggetto Agnes parte per cercare sua madre e ricostruire la sua storia.

" Nessuno poteva crescere a Perdita Hall senza avere un cuore un po' diverso dagli altri, e l'amore era qualcosa che non si aspettava più e che non capiva. "

Ai giorni nostri la protagonista è Tori che torna dall'Australia per sostenere la madre malata di Alzheimer. Tra le sue carte, mentre sistema l'ufficio, che dovrà lasciare perché non più capace di gestire il lavoro oltre a tante altre cose, Tori trova una lettera che parla di una nascita e di un abbandono raccontandone gli eventi. Ma manca una parte che la donna decide di cercare incuriosita da quelle vecchissime vicende di cui vuole conoscere il finale. L'autrice racconta in modo molto fine e delicato lo stato d'animo di Agnes, la sua voglia di riscatto dopo una vita rinchiusa in istituto, la sua curiosità verso una madre che vuole assolutamente ritrovare. Non ha bisogno di null'altro che di sentirsi amata, di ritrovare l'affetto che le è mancato così tanto per diciannove anni. E si lancia in viaggi, in avventure in terre lontane rischiando tanto ma sempre sostenuta dal fuoco della sua risolutezza... proprio come il cognome che le hanno assegnato in orfanotrofio. Lei è Agnes Resolute e fa di tutto per arrivare al suo scopo. La Freeman racconta molto bene questa storia, quella di Agnes; trovo invece la parte dedicata a Tori quasi marginale. Non riesco molto a capirne la valenza, tranne che per far emergere ancora di più lo spessore e la grinta di Agnes. Quasi si volesse sottolineare che, a volte, nascere e crescere in condizioni svantaggiate sviluppa una personalità forte, tenace e generosa. Perchè Agnes è così, l'autrice scrive di lei in un modo che ce la fa amare, nonostante s cacci in mille situazioni pericolose rischiando di perdere anche i pochi affetti che ha, lei insiste per la sua strada alla ricerca delle sue origini. E fa un giro immenso per poi capire che non serve andare lontano. Confesso che ho intuito quasi subito chi è la madre tanto cercata da Agnes ma non saprei se questo e voluto dalla Freeman oppure no perché, comunque, la storia scorre piacevolmente nonostante questo. I protagonisti hanno una serie di eventi da raccontare e la curiosità di sapere come va a finire rimane inalterata. Un bel libro, da leggere per assaporare un bel ritratto di Agnes e della sua potente energia: nonostante sia una donna in un'epoca che, alle donne, permetteva di avere ben poco spazio e soprattutto di non essere così indipendenti e libere come lei è riuscita ad essere. Anche Tori può essere una figura positiva, accudisce la madre in un momento non facile. Ma questo forse non lo apprezzo molto perché ha a che fare con la perdita di memoria... il mio incubo peggiore! 


Recensione SPERANDO CHE IL MONDO MI CHIAMI di Mariafrancesca Venturo

Oggi giorno di recensioni, il tempo stringe e ho tanto ancora da raccontarvi sulle mie ultime letture. In questo post vi presento il libro di Mariafrancesca Venturo Sperando che il mondo mi chiami. Un libro che ho scelto leggendo la trama: mi ha fortemente incuriosita a saperne di più, a scoprire la storia che l'autrice voleva raccontarmi e devo dire che mi ha colpita davvero.



titolo Sperando che il mondo mi chiami   autore Mariafrancesca Venturo
editore  Longanesi 
data di pubblicazione 17 gennaio 2019    pagine  405

TRAMA - Carolina Altieri ogni mattina si sveglia all'alba per andare al lavoro. Indossa abiti impeccabili, esce di casa, sale su un autobus e accende il cellulare sperando che una scuola la chiami. Carolina fa il mestiere più bello del mondo, ma è ancora, e non sa per quanto, una maestra supplente, costretta a vivere alla giornata senza poter mai coniugare i verbi al futuro, né per sé né per i suoi allievi. Attraverso ore che scorrono in un continuo presente, scandito solo dalle visite a una tenerissima nonna e dall'amore travolgente e imperfetto per Erasmo, Carolina racconta il rocambolesco mondo della scuola, popolato da pendolari speranzosi e segretarie svogliate, e la sua passione per i bambini, che tra sorrisi impetuosi, inaspettate verità e abbracci improvvisi riescono sempre a sorprenderla e a insegnarle qualcosa. E sarà proprio questa passione a costringerla a imprimere una svolta alla sua vita eternamente sospesa e a cambiarle il destino.

RECENSIONE - Non so realmente cosa mi aspettavo da questo libro, quando in libreria, l'ho preso ed acquistato. So che qualcuno pensa che siano i libri a scegliere noi e non il contrario e forse ci credo anche io; in questo caso almeno sono certa che dovevo leggere la storia della Venturo. la protagonista è Carolina, una maestra sempre precaria che esce al mattino preparata di tutto punto e aspetta d essere contattata per raggiungere una scuola. Lei non sa dove farà supplenza, se saranno coperture lunghe o brevissime, non sa in che zona di Roma (dove lei vive) si recherà per insegnare a dei bimbi che conoscerà per poco tempo. Classi che cambiano spesso, abitudini da imparare per pochi giorni, foglietti con le note lasciati dalle maestre cui lei deve far riferimento e che le tolgono la spontaneità e l'entusiasmo che mette nell'insegnare. 

"Ogni settimana si cambia gruppo e così la meta del viaggio. Andiamo lontano, e quanto?, tanto quanto il tempo che la maestra impiegherà per guarire, tre, quattro, cinque settimane: andiamo sulla Luna, interroghiamo un'ombra, il numero sette, la pizza, la sfera. "

La sua storia fa riflettere, il mondo degli insegnanti, di quelli che amano il proprio lavoro, è costellato di graduatorie, di concorsi per acquistare punti, di incarichi che danno punteggio e di attese... la chiamata viene fatta all'improvviso e con destinazione imprevedibile. Sono pochi i maestri e le maestre che possono contare sul posto fisso, sono quelle con l'anzianità di sevizio oppure quelle che hanno famiglie a carico (che aggiungono punteggio) e le ultime leve di docenti aspettano, si mettono in fila e attendono l'incarico che dia un senso alla loro professione. 
Carolina vive con i suoi genitori, ha un amore a distanza e una nonna che adora. Il lavoro di insegnante si perpetua in famiglia da generazioni, con difficoltà diverse ma sempre con lo stesso fuoco della passione che lo alimenta. Vive circondata da pochi amici e tante persone che fanno il tifo per lei ma le difficoltà che vive giorno dopo giorno la mettono alla prova costantemente. Quando arriva in una classe lei vuole conoscere i bambini per nome, li studia, cerca di insegnare cose che sicuramente attireranno la loro attenzione ma è consapevole che tutto ciò durerà poco. lei si affeziona ai suoi studenti,, anche se rimane in classe con loro per poco, si fa carico di casi anche difficili andando oltre il suo dovere di maestra. Sul suo percorso incontra un preside, antipatico e pedante, che ben presto diventerà un fidato amico. E i suoi alunni, tanti e sempre diversi che le fanno scoprire un mondo e glielo traducono nel loro linguaggio...

" Il punto è che voi adulti dovete parlare di più con noi, prepararci. Invece pensate sempre che siamo troppo piccoli per capire."

Carolina evolve, soffre e cresce nella sua veste di insegnante, studia e si butta in esperienze nuove ma che le offriranno finalmente l'opportunità di fare quello che desidera da sempre: insegnare in modo stabile. Il libro di Mariafrancesca Venturo è un concentrato di emozioni, io mi sono veramente sentita parte della storia e coprotagonista con Carolina. Leggere questo romanzo, per chi ha un'opinione dell'insegnamento piuttosto alta, prende lo stomaco e lo attorciglia assai. Lo sconforto che colpisce gli insegnanti in attesa di incarico, l'incertezza sul futuro di chi vorrebbe "fare famiglia" e non ha sicurezza di un lavoro stabile, la passione gettata in pasto a punteggi calcolati non in base al cuore ma in base ai figli o ai familiari a carico creso sia un sintomo del difficile momento che il modo della scuola attraversa in questi anni. Carolina che si prende a cuore gli alunni mi ricorda le mie maestre, quelle che da sole reggevano le sorti di una classe dalla prima all quinta e ci insegnavano tutto e diventavano delle seconde mamme per noi. Loro hanno sempre alimentato in me la convinzione che la scuola è un bel posto, dove i talenti possono esprimersi e dove tutti, anche i peggiori alunni, possono trovare il modo di tirare fuori il meglio. La storia è una serie di emozioni in fila, di rabbia e di rassegnazione ma anche di speranze perché c'è chi ama il lavoro che fa, ci sono insegnanti che mettono il bene dei ragazzi davanti a tutto e questo conforta per tutto quello che invece non funziona.

" Perché, come diceva nonna Fortunata, l'entusiasmo è un ingrediente potente che è necessario dosare ad arte: << Stai attenta all'entusiasmo. Ti spinge in alto col suo getto ma non ti dà le ali adatte per proseguire in quota. Tu vola tranquilla, piano piano. Plana: Appoggiati. fatti portare ogni tanto, da un compagno di strada, dal vento. Per costruire ci vuole pazienza, dedizione, non entusiasmo>>. Aveva ragione."

lunedì 25 marzo 2019

Recensione OGGI E' IL GIORNO GIUSTO PER DARE UNA SVOLTA ALLA TUA VITA di Raphaelle Giordano

Buongiorno lettori! Inizio la settimana un pochino sfiancata: ho appena superato una cerimonia di famiglia con annessi preparativi e devo dire che dedicarmici anima e corpo prosciuga energie! Comunque stamattina sono qui da voi per raccontarvi di libri, anzi di un libro in particolare: con un titolo lungo che sembra essere la caratteristica della sua autrice, Raphaelle Giordano.


titolo Oggi è il giorno giusto per dare una svolta alla tua vita 
autore Raphaelle Giordano         Editore Garzanti  
data di pubblicazione 14 febbraio 2019                      pagine 358

 TRAMA - Ci sono giorni capaci di cambiare rotta alla nostra vita. Per Meredith oggi è uno di quelli: di fronte al desiderio del compagno Antoine di dare una svolta al loro rapporto, non è più sicura della direzione da prendere e ha bisogno di fare chiarezza, ma non sa da dove cominciare. Finché la migliore amica Rose le regala un taccuino su cui annotare pensieri e riflessioni e le propone di portarlo con sé in un viaggio intorno al mondo. Sei mesi per ritrovare se stessa e capire se sia possibile prepararsi al grande amore. All'inizio, Meredith non crede sia una buona idea, ma allontanarsi dalla quotidianità potrebbe rimettere ogni cosa nella giusta prospettiva. Così accetta la proposta di Rose: da Parigi a Londra e New York, riempie il suo taccuino di annotazioni che la aiutano a esprimere la propria inclinazione all'amore. E impara che bastano pochi semplici accorgimenti per vivere e amare pienamente: fare pace con se stessi e mettere da parte i ricordi dolorosi, ascoltarsi e riconoscere il valore dei propri successi, non dare retta ai dubbi né alla voce della gelosia e, soprattutto, ricordarsi di tendere al punto giusto la corda del desiderio. Piccole regole d'oro da rispolverare quando si ha la sensazione di aver perso l'orientamento. Ora Meredith deve affrontare la sfida più grande: mettere in pratica ciò che ha imparato per capire se sia arrivato il momento di riabbracciare Antoine e riprendere la propria vita.

RECENSIONE -  Ho acquistato questo libro della spinta dalla fiducia, prima di questo ho letto La felicità arriva quando scegli di cambiare vita; già i titoli sono caratteristici dell'autrice: sembrano dei veri e propri mantra per chi cerca una svolta o qualche scossone che raddrizzi l'esistenza e mi viene facile scegliere di acquistarli perché sono in un periodo in cui vorrei avere più risposte che domande  e spero molto nel potere "empatico" dei libri. In questo romanzo la protagonista è Meredith, aspirante attrice con tanti sogni e un amore... Antoine.  Quando l'uomo, produttore radiofonico ricco e realizzato, è pronto per proporle di vivere insieme lei gli annuncia che ha bisogno di una pausa. Un periodo di lontananza per ritrovare la vera lei, di realizzarsi e di sentirsi completa per poi tornare e amarlo con tutto il suo essere. Nessuno crede che la scelta così drastica sia condivisibile, stare lontani dagli affetti non può essere ill modo per capire chi siamo o quello che vogliamo.

"Ma è vero che finché non si trova sé stessi è difficile riuscire ad amare gli altri"

Ma Meredith non ascolta né il suo cuore né gli amici più cari e si butta a capofitto nelle sue programmate vie di svolta. Per completare al meglio il lavoro si premura di tenere un Love Organizer dove tiene accuratamente nota di tutti i progressi e i passi per compiere la sua "missione". Riesce, attraverso una serie più o meno discutibile di eventi, a resistere nel suo intento per ritrovare la "vera" sé stessa, il cuore ogni tanto le fa perdere di vista l'obiettivo ma la sua meta è quella di scoprire il suo destino reale, il suo scopo e la sua identità. L'amore di Antoine e l'amicizia di Rose sono elementi essenziali nel percorso di Meredith ma sono anche messi molto in discussione. Il mio pensiero su questo libro è ambivalente: da un lato credo che la protagonista abbia ragione a cercare la propria realizzazione in tutti i modi che utili allo scopo; dall'altro lato mi chiedo se si possano coinvolgere, nelle nostre scelte così impegnative, le persone che ci vogliono bene.La trama è molto ben scritta, l'autrice racconta in maniera fluida e coinvolgente la scelta di Meredith motivandola e spiegando bene tutte le ferite e le insicurezze che la ragazza porta dentro. Al tempo stesso, a mio parere, un peso rilevante nel racconto così dinamico e accattivante lo riscontro in Antoine. L'uomo che dice di amare Meredith si presta al suo progetto di auto-realizzazione accettando le regole che lei detta, soffre la lontananza ma capisce che a lei serve e si adegua.

"Sviluppare una dipendenza per l'anima gemella non comporta il rischio di diventare in qualche modo dei disabili di cuore, di privare l'anima della capacità di reggersi sulle sue gambe?"

Pur leggendo con piacere questo libro della Giordano, trovo  difficile approvare le scelte di Meredith, di condividerne il pensiero e di provare simpatia per lei. Penso che per sentirsi realizzati non serva mettere in secondo piano le conseguenze che le nostre decisioni hanno su chi ci vive accanto. La protagonista cerca la sua strada per poter amare di più ma Antoine la ama già per quello che è, per come è Meredith. Se l'amore arriva ed è vero amore non cerca di cambiare le persone ma di completarle, non si ama con la testa ma con il cuore. Ho provato vera e propria antipatia, in certe pagine, per Meredith e per la sua caparbia cocciutaggine.

"E' stata Madama Credenza a erigere queste barricate dietro alle quali mi proteggo; la convinzione che amare sia pericoloso e che ogni tentativo si concluderà con un fallimento la devo a lei. Ma è una fatalità ineluttabile?"

La ricerca della vera versione di sé stessi può esserci anche rimanendo vicini agli affetti, agli amici, condividendo il percorso e i miglioramenti, Rimango sempre dell'opinione che, se non si è felici nei propri panni e con le proprie caratteristiche, difficilmente gli altri ci ameranno ma se abbiamo un amore e cambiamo, saremo amati ugualmente?
Insomma, apprezzo l'idea di Raphaelle Giordano che scrive un libro sulla ricerca di una realizzazione completa per amare al meglio ma, contemporaneamente, trovo difficile calarmi nei panni dei protagonisti: troppi sacrifici, troppo dolore e troppe rinunce in nome di qualcosa che, forse, non basta mai. Chi può dire di essere completamente soddisfatto della propria vita? Chi si ferma, chi non ha aspirazioni, desideri o voglia di migliorare? Io credo che tutto questo non smetta mai di animarci, fortunatamente, facendo in modo che lavoriamo sempre per avere il meglio di noi. Ma tutto ciò non chiede la rinuncia a vivere gli affetti. 
Un bel libro da leggere se si cerca una lettura scorrevole, begli gli spunti per il Love Organizer ma, alla fine, non diventa uno delle mie letture preferite sicuramente.