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domenica 6 febbraio 2022

Recensione - COSA FARESTI SE di Gabriele Romagnoli

 Mentre aspetto di sapere quanto durerà l'ultima serata di Sanremo e magari anche di scoprire se ho indovinato chi vincerà il Festival rimango alla tastiera del mio pc per scrivere la seconda recensione che spero sia utile al percorso nella Challenge librosa che mi tiene compagnia quest'anno.

Il libro che devo leggere deve avere o la copertina arancione o qualcosa di arancione in copertina quindi è stato super facile scegliere il titolo di Romagnoli Cosa faresti se. 

autore GABRIELE ROMAGNOLI  editore FELTRINELLI 
data di pubblicazione 15 maggio 2021 pagine 176 prezzo 16 euro

TRAMA - Cosa faresti se, nel tempo breve di una giornata o di un attimo, dovessi scegliere fra due alternative, ognuna critica, ognuna destinata a ridefinire l’idea di te stesso, a cambiare il destino tuo e altrui? Una scelta irresolubile eppure necessaria, come quella che si trovano costretti a prendere Laura e Raffaele, una coppia che desidera adottare un figlio e si ritrova a decidere in poche ore – una lunga, interminabile notte – se diventare genitori di una bambina gravemente malata. O come capita a Adriano, che un mattino si sveglia e scopre da un video sul cellulare che il figlio ha preso in prestito la sua auto e con essa ha investito una persona, uccidendola senza nemmeno fermarsi a prestare soccorso. Adriano, che da quando ha perso la moglie e il lavoro, è incapace di decidere qualsiasi cosa, esce di casa per cercare fuori da sé, un passo dopo l’altro, una risposta: denunciare il figlio o costituirsi al suo posto per salvarlo? Invece solo un istante è concesso a Giovanni, il tassista Urano 4, per prendere la risoluzione più importante… Seguendo quale ragionamento o intuizione, quale idea del mondo e di sé, Laura, Raffaele, Adriano, Giovanni e gli altri personaggi di questo romanzo – che il lettore scoprirà essere tutti sottilmente legati fra loro – potranno fare la loro scelta? Come arriveranno al catartico finale che li richiama in scena tutti insieme per scegliere ancora, giacché la vita è un percorso segnato da bivi etici? Nel divario fra essere autentici ed essere giusti temono di perdersi, perché ci sono nell’esistenza di ciascuno “deviazioni improvvise, circostanze inattese, scelte improbabili” davanti alle quali è impossibile quanto necessario farsi trovare pronti. Gabriele Romagnoli sonda con la consueta scrittura lucida e paziente la coscienza dei suoi personaggi, esponendola al lettore senza melodramma, senza esibita compassione, e proprio per questo con le loro storie ci interroga, risveglia domande complesse e sollecita i dilemmi morali che ci rendono umani. Cosa faresti se, ti ritrovi a chiederti…

RECENSIONE -  Gabriele Romagnoli è uno scrittore che riesce a colpirmi ogni volta con i suoi libri. Uno di quelli che più mi è rimasto attaccato all'anima è Solo bagaglio a mano. Classe 1960, Romagnoli è un giornalista-scrittore che scuote la tranquillità del lettore con racconti  pungenti e colmi di interrogativi. Come in Cosa faresti se, libro diviso in sette storie spalmate per sette giorni dove i protagonisti di ogni racconto vivono degli eventi a cui, inconsapevolmente, risulteranno legati tra loro. Ogni loro azione, decisione, scelta si ripercuote o influisce sulle vite di altri protagonisti. 

"Non riuscivano a dirlo meglio, ma a volte le cose che non si sanno dire risultano le più comprensibili perché non esiste una precisione per definire certe sensazioni senza farle esplodere, come se l'accuratezza fosse uno spillo su un palloncino.

Romagnoli, nel suo libro, pone dei quesiti raccontando le sue sette storie... come ci troveremmo noi nei panni dei protagonisti? Scoprire la malattia rara nella bimba attesa in adozione, sapere che la madre biologica non ha mai voluto sapere nulla della figlia, decidere di sacrificare la propria vita per salvarne un'altra così, all'improvviso o dubitare di un figlio che le avversità di una vita in salita ti mettono contro ma non smettendo mai di volergli bene, sono eventi a cui sapremmo dare un senso? Non è mai facile affrontare le difficoltà ma lo è ancor meno riflettere sulle conseguenze che le nostre azioni  hanno nelle vite di chi abbiamo intorno. Ci si pensa mai a questo? A quanto tutto potrebbe cambiare per un no o un si detto  o non detto? Siamo esseri indipendenti ma alla fine di stare soli non ne vogliamo sapere. 

"Entrambi  non avevano messo in conto la rotta del destino, capace di curve così decise che ogni desiderio si sarebbe perso nel retrovisore, nella coscienza, come un suono privo di senso, pronunciato prima di avere imparato il linguaggio."

 Tutto cambia se le azioni o le parole sono diverse, se al posto di rubare la macchina in un momento di rabbia ci si ferma e si riflette, o si urla e si impreca invece di causare incidenti  per una decisione presa d'impulso. Oppure se piuttosto di aiutare chi sembra in difficoltà si lascia correre, ci si gira da un'altra parte. Davvero sembra tutto così naturale: dire un si, compiere un'azione al posto del suo esatto opposto, incontrare gente o evitarla... tutto questo provoca reazioni che potrebbero essere completamente diverse  e le nostre scelte magari ricadono anche su chi nemmeno ci conosce, Siamo tutti collegati da un filo invisibile, nessuno è libero da influenze che incidono nei percorsi degli altri. Se mi fermo a rifletterci mi chiedo quante volte anche io abbia "toccato" con le mie scelte la vita di altri e se ciò sia stato il meno peggio o almeno spero di non aver influenzato in modo negativo nessuno. Perché, come l'autore spiega bene nel libro, 

"Si muore come si è vissuti, ma chi sa veramente come abbiamo vissuto?"

 Una considerazione forte che mi resta alla fine del libro è che in vita non siamo da soli, inevitabilmente tocchiamo o incrociamo altri destini, altri cammini e se ognuno si impegna a fare del proprio meglio le conseguenze possono essere positive o almeno meno peggio possibile. Ognuno di noi lascia impronte dove passa, basta decidere solo quanto profonde. Romagnoli è un artista nell'arte di smuovere dubbi e riflessioni, anche stavolta ricorderò un suo libro per ciò che mi porta a mettere in discussione non solo nei suoi personaggi ma prima di tutto e soprattutto in me stessa.

Questo è decisamente un libro da consigliare a chi non si mette mai in discussione, a chi non ha mai dubbi... vedere altre prospettive e porsi degli interrogativi a volte ridimensiona tante convinzioni. 

  

sabato 5 febbraio 2022

Recensione - L'ULTIMA ESTATE IN CITTA' di Gianfranco Calligarich

 Il libro scelto per la lettura comune, condiviso cioè con la mia "compagna di stanza" Alessandra e valido per la Challenge ciambellosa, è L'ultima estate in città di Gianfranco Calligarich: Un romanzo scritto nel 1973 e sparito successivamente dal panorama editoriale per annii. La Bompiani lo ristampa nel 2016 e lo fa ri-scoprire ai lettori. 


autore GIANFRANCO CALLIGARICH   editore BOMPIANI 
anno di pubblicazione 2016  pagine 176  prezzo 11 euro

TRAMA - "Il romanzo è il ritratto ironico, amare e disincantato di un uomo del nostro tempo. A trent'anni, egli si muove a caso tra mestieri discontinui e mediocri, fra convegni e incontri dove i rapporti umani sono effimeri e sfilacciati. L'incontro con una ragazza irrequieta e fragile, che a tratti gli si mette accanto e a tratti compare, e le deliranti divagazioni di un amico distrutto dall'alcool sembrano insediar i nella sua solitudine e accendere in lui una volontà di scelta e un soffio vitale. Ma egli a di essere nel numero di quelli che perdono, per una inettitudine a vivere e per una oscura repulsione verso ogni vittoria. La città che lo accoglie è una Roma inospitale, solenne, vasta e indifferente, e tuttavia prodiga nell'accordare a ogni esule e a ogni randagio qualche zona di protettiva penombra, non amica e non materna ma piuttosto beffardamente complice. La qualità essenziale del romanzo è nell'avere illuminato con disperata chiarezza il rapporto fra un uomo e una città, cioè tra la folla e la solitudine." (Natalia Ginzburg)

RECENSIONE - Gianfranco Calligarich nasce ad Asmara da una famiglia di origine triestina, cresce a Milano e si trasferisce successivamente a Roma dove lavora come giornalista e sceneggiatore. Ha pubblicato diversi altri titoli: Posta prioritaria nel 2015, Quattro uomini in fuga nel 2018 e Una vita all'estremo nel 2021.

L'ultima estate in città è un salto nel buio per me, non conosco l'autore e non ho letto nulla di suo in precedenza ma mi sono buttata volentieri tra le sue pagine, è un libretto snello e la lettura è scorrevole e per nulla noiosa. Il protagonista è Leo Gazzarra, un giovane del Nord che decide di trasferirsi a Roma per cercare una stabilità lavorativa intanto e poi anche, magari, affettiva. Sceglie Roma perchè è vicina al mare che lui tanto ama, dove si rifugia nei momenti (tanti) in cui sente nostalgia ma non sa nemmeno lui di cosa. 

"Eppure se ripenso a quegli anni non riesco a mettere a fuoco che pochissimi volti, pochissimi fatti perché Roma ha in sé un'ebbrezza particolare che brucia i ricordi. Più che una città è una parte segreta di voi, una belva nascosta."

In città Leo si circonda di amici che condividono con lui la sregolatezza e la vita sempre al limite, senza regole. Trova una casa in prestito, non riesce a trovarsi un lavoro all'altezza di quello a cui aspira; riesce persino a perdere un impiego alla Rai dopo un solo giorno. E' un'anima in pena, sregolato e solo... finchè non conosce Arianna che condivide con lui la confusione e le fragilità. Pensano di essere forti insieme ed invece amplificano le loro debolezze: Arianna confondendo amore e convenienza e Leo affogando tutto nel mondo liquido contenuto nei bicchieri che gli sono tanto amici. Infatti lui esagera spesso e poi sta male, precipitando nell'infinito vuoto della sua anima.

"Riuscivo appena a stare in piedi: L'alcool se n'era andato dalle mie vene lasciando un vuoto che non sapevo come riempire." 

Se non sapessi dalla scheda libro che questo è stato scritto nel 1973 avrei potuto benissimo pensare che la storia narrata fosse dei nostri giorni. Leo potrebbe benissimo essere un  figlio del nostro tempo: un giovane confuso e svogliato che non riesce a darsi da fare per trovare la stabilità necessaria, le sue difficoltà nei rapporti con gli altri, la sua sudditanza di fronte ad una personalità altrettanto fragile  e bisognosa come quella di Arianna. Lui si appoggia a lei per un conforto esistenziale e lei usa lui per scappare dalle sue scelte. Calligarich racconta di un uomo in balìa delle sue debolezze; Leo cede ai suoi vizi, cede alla sua indolenza e al richiamo del mare che lo attira come una sirena. Spesso lui usa l'espressione "alzo le vele" per indicare quando vuole andar via, cambiare aria. Non riesce a tenersi un lavoro, non gli interessa la sicurezza di uno stipendio e l'autore riesce a farmi percepire netto e distinto il vuoto che anima Leo,  non è un vuoto di valori ma solo un ampio spazio tra la ragione, che sa sempre cosa è bene e cosa è male e il puro istinto che muove il protagonista sempre verso le scelte più comode e più soddisfacenti a breve. Tra queste  pagine mi sono lasciata trascinare, senza alcun preconcetto, per vedere dove Leo avrebbe riacquistato il timone della sua vita. Lui però non riesce a fronteggiare gli eventi ma li subisce e Arianna, anima gemella di Leo in quanto ad inquietudine e sregolatezza, amplifica la deriva delle loro esistenze. Questo libretto colpisce per il modo con cui descrive quanto sia fragile ed effimero il potere che crediamo di avere sugli eventi della vita. Serve carattere, serve un pizzico di solidità di valori e di affetti, serve un animo forte che non ceda al richiamo subdolo di debolezze o rimpianti. Non è facile vivere, non è facile amare e sia Leo che Arianna lo dimostrano chiaramente tra le pagine del libro. Leo è la rappresentazione delle fragilità, delle debolezze, del vuoto che regna in chi non trova una destinazione da raggiungere. Come il mare che tanto ama si lascia trasportare dagli eventi, dalle persone che gli girano intorno. Mi chiedo: quanti di noi, segnati da solitudini o abbandoni o da eventi sfortunati, lasciano che la propria vita si avvii verso il declino senza contrastarlo? Succede che lo sconforto vinca spesso sul resto e allora capita si ritrovarsi a dire ciò che pensa il protagonista...

"Uno fa di tutto per starsene in disparte e poi, un bel giorno, senza sapere come, si trova dentro una storia che lo porta dritto alla fine."

Libro consigliatissimo per chi ha perso le speranze e deve cambiare prospettive, non è mai tardi, comunque bisogna almeno provarci!