Don't dream your life... live your dreams!

giovedì 25 luglio 2019

Recensione NINFA DORMIENTE di Ilaria Tuti

Oggi scrivo! Il tempo passa veloce nonostante il caldo e, per la challenge Dalle 3 Ciambelle devo indovinare il titolo e leggere il libro suggeritomi con indizi nel gioco dell'Iimpiccato e io mi cimento con il nuovo di Ilaria Tuti sperando di raggiungere l'obiettivo in modo esatto!



titolo Ninfa dormiente   autore Ilaria Tuti    editore  Longanesi
data di pubblicazione 27 maggio 2019     pagine 478

TRAMA - "Li chiamano «cold case», e sono gli unici di cui posso occuparmi ormai. Casi freddi, come il vento che spira tra queste valli, come il ghiaccio che lambisce le cime delle montagne. Violenze sepolte dal tempo e che d'improvviso riaffiorano, con la crudele perentorietà di un enigma. Ma ciò che ho di fronte è qualcosa di più cupo e più complicato di quanto mi aspettavo. Il male ha tracciato un disegno e a me non resta che analizzarlo minuziosamente e seguire le tracce, nelle valli più profonde, nel folto del bosco che rinasce a primavera. Dovrò arrivare fin dove gli indizi mi porteranno. E fin dove le forze della mia mente mi sorreggeranno. Mi chiamo Teresa Battaglia e sono un commissario di polizia specializzato in profiling. Ogni giorno cammino sopra l'inferno, ogni giorno l'inferno mi abita e mi divora. Perché c'è qualcosa che, poco a poco, mi sta consumando come fuoco. Il mio lavoro, la mia squadra, sono tutto per me. Perderli sarebbe come se mi venisse strappato il cuore dal petto. Eppure, questa potrebbe essere l'ultima indagine che svolgerò. E, per la prima volta nella mia vita, ho paura di non poter salvare nessuno, nemmeno me stessa".

RECENSIONE - Ninfa dormiente è il secondo libro di Ilaria Tuti e dopo il suo Fiori sopra l'Inferno temevo che non riuscisse ad eguagliarne la bellezza ma mi sbagliavo! La protagonista rimane sempre Teresa Battaglia, commissario esperto nel risolvere i "cold case", vecchi casi che rimangono irrisolti ma che, alla luce di nuove prove o testimonianze, lei e la sua squadra cercano di risalire ai colpevoli. In questo nuovo romanzo il caso riguarda un quadro, la Ninfa dormiente, quando si scopre che è dipinto col sangue vengono incaricati la Battaglia, Marini e il resto della squadra che si mettono alla ricerca di indizi e colpevoli. Una storia che agguanta allo stomaco e non molla la presa, fino alla fine, fino all'ultima riga.

"Massimo sentiva rabbia, ma solo verso sé stesso. Per quello che provava. Per quello che non provava. Per essersi scoperto così diverso da come avrebbe voluto essere."

Adoro la Tuti, una vera maestra nel descrivere i luoghi dove si svolge la storia -le sue adorate montagne friulane- così precisa che sembra di esserci lì, in mezzo a loro, durante le indagini in esterna. Sembra di sentire i profumi dei boschi e di percepirne i segreti nascosti tra i rovi e le pietre della valle, una capacità notevole di incollarci alle pagine del libro e di portarci proprio dove vuole. Io ho pensato più volte di aver capito, di aver risolto il caso e ho anche le motivazioni per giustificare il mio ragionamento ogni volta ma, con sorpresa, il finale è davvero sorprendente. 

"Anche la paura che provava era nuova: si era chiesta per tutta la notte se il sospetto di essere seguita fosse in realtà un effetto della malattia che la stava trasformando in una persona a lei sconosciuta. 
Fobie, paranoie, manie: era questo ciò che restava del suo futuro prima che l'Alzheimer cancellasse ogni emozione e ogni ricordo?"

Il commissario Battaglia è il personaggio chiave, per me, quello che trasmette più emozioni mentre si trova a dover gestire il suo lavoro, le sue malattie e la sua vita privata con  sentimenti che la rendono "umana e fragile". Anche Massimo Marini, il suo vice, questa volta è alle prese con vicende che lo fanno crescere, Teresa lo affianca e lo sostiene spronandolo a diventare uomo, a superare i suoi limiti e la sua fragilità che ha radici ben radicate e coltivate dal tempo trascorso cercando di ignorarle. Ora, con l'aiuto di Teresa prova ad affrontare tutto, un passo alla volta, per liberarsi da incubi e insicurezze. 

"Era la spinta alla vita, così possente in gioventù, a distogliere dalle miserie del passato."

Un viaggio nel tempo il libro della Tuti: quella misura che nasconde misteri e che offre redenzione ma che va affrontata, risolta e superata per dare la possibilità alla vita di procedere. Teresa, Massimo, la Ninfa e chi le gira intorno  devono fare i conti col tempo, con la paura per ciò che è stato e per quello che sarà e rimettere le tessere al loro posto, per dare la luce giusta alle cose che vivono e per trovare, finalmente, pace. Un testo da leggere senza farsi prendere dalla smania di correre verso l'ultima pagina -come ho fatto io invece- perché ci sono le sfumature, le sensazioni, le emozioni che la Tuti trasmette scrivendo, da raccogliere e da portare come ricordo a libro finito. Io ho con me, qui in un punto preciso del mio cuore, lo smarrimento di Teresa, il suo terrore al pensiero di perdere i ricordi. La memoria è fondamentale, nel suo lavoro come nella vita di chiunque, non riconoscere persone o cose o momenti vuol dire non sapere più chi siamo e chi amiamo ed è devastante pensare che possa accadere. Questa è anche una delle mie più grandi paure,  troppi me conosco purtroppo a cui è accaduto e vedere lo smarrimento loro e dei familiari lascia sgomenti.
Teresa Battaglia insegna anche a non darsi per vinti, a non cedere alla rassegnazione anche quando sembra non rimaner altro da fare e con la sua squadra ormai fanno famiglia... una famiglia che affronta e supera, in qualche modo, tutto ciò che si mette di traverso nel loro quotidiano.
Un libro, Ninfa dormiente, molto più "umano" del precedente, molto più focalizzato sui protagonisti che sul giallo da risolvere, secondo me, ma sempre un grandissimo lavoro di studio dell'autrice sotto il profilo geografico e storico e soprattutto psicologico per tessere una trama così equilibrata e incisiva.

"A dispetto del passato. Nonostante l'età. Al di là della vita che si era scelta, al di là di quella che non si era scelta, Teresa Battaglia era -e sempre sarebbe stata- una Madre."

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