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domenica 11 agosto 2019

Recensione QUELLO CHE NON SIAMO DIVENTATI di Tommaso Fusari

Buongiorno! Come procede la vostra estate? Spero che sia piena di buone letture e tantissimo relax! La mia, per ora, continua ad essere principalmente caldissima e fatico a trovare la giusta quiete che vorrei quando leggo. Allora mi adatto... e leggo libri belli per dimenticare l'afa!



titolo Quello che non siamo diventati  autore  Tommaso Fusari  editore  Mondadori
data di pubblicazione   9 luglio 2019    pagine  262 pagine

TRAMA - «Andrà tutto bene, Michael.» «E come fai a dirlo, Sara? Prevedi il futuro?» «Non prevedo il futuro, ma siamo insieme, no?» Mi volto verso il campo di cocomeri e le vigne, che avevamo attraversato per arrivare alla recinzione. Non c'è nessuno all'orizzonte. «E se andasse tutto male?» «Be', restiamo insieme.» «Sempre?» «Per tutta la vita.» Una promessa fatta da bambini, calda e rassicurante come una carezza, come un abbraccio quando fuori fa tanto, tanto freddo. Un fratello e una sorella, Michael e Sara, che una volta erano inseparabili e ora sono quasi due estranei, due che, pur abitando sotto lo stesso tetto, si sfiorano appena. E, nel mezzo, la vita, fatta di momenti belli ma anche brutti, momenti in cui tutto può andare avanti, oppure può interrompersi bruscamente. Momenti che arrivano inaspettati per dirti che tutto deve cambiare. Anche se non vuoi, anche se non sei pronto. E a quel punto, poco importa come, tu devi trovare un modo per andare avanti. E questo hanno fatto Sara e Michael. Ognuno per conto proprio, però. Lei attenta a non far trapelare il dolore che le si appiccica alle ossa, agli occhi, ai battiti cardiaci e che le fa mancare l'aria, e a controllare sempre tutto, a non lasciarsi sfuggire niente, in un ingenuo tentativo di tenere ogni cosa in equilibrio. Lui in balia di ciò che accade, senza trovare mai la forza di avere un orientamento, col cuore imbottito di hashish e la testa di sogni infranti. Entrambi sempre più estranei, e lontani l'uno dal cuore dell'altra. Ma a un certo punto però qualcosa, o meglio qualcuno, irrompe nella loro vita facendo vacillare il loro piccolo mondo cristallizzato, fatto di giorni sempre uguali, silenzi, muti rimproveri, possibilità sospese, distanze che diventano siderali e ricordi sbiaditi. Di nuovo, Michael e Sara sono di fronte a qualcosa che potrebbe stravolgere la loro esistenza. E se soltanto smettessero di vivere ogni cambiamento come una crepa dalla quale possono entrare solo cose brutte, forse potrebbero riprendere il cammino interrotto tanti anni prima, trovare il modo di tornare a respirare, a credere nel futuro, e, magari, infine, ritrovarsi.

RECENSIONE - Quello che siamo diventati è il secondo libro scritto da Tommaso Fusari e, dopo Tempi duri per i romantici che mi ha fatto piangere come nient'altro prima, non potevo non leggerlo subito. E' uscito in libreria lo scorso 9 luglio ma ho dovuto tenerlo in attesa proprio pochi giorni, il tempo di concludere altre letture in corso e poi me lo sono proprio divorato. 
Tommaso è uno scrittore giovanissimo e io trovo, comunque, la sua scrittura molto matura  Nelle storie che ci racconta riesce a farci sentire quasi "fisicamente" le emozioni dei suoi personaggi, ci mette al loro fianco e noi lettori percepiamo tutte le sfumature che lui descrive. Prima con Stefano e Alice e ora con Michael e Sara e Lola non leggiamo una storia... la stiamo vivendo attraverso le parole dell'autore. Questo è il primo mio pensiero su Fusari e i suoi libri: ci prende il cuore in ostaggio già dalle prime pagine e ce lo riconsegna stritolato alla fine dei suoi romanzi. 

"La vita non può e non deve essere una metafora. Tutti abbiamo bisogno di un posto in cui tornare, reale, fatto di muri, o con un certo profumo."

Qui la storia racconta di Michael e Sara, due fratelli rimasti orfani troppo presto, che sopravvivono grazie all'affetto che li lega l'uno all'altra e alla loro nonna che li aiuta a non cedere. La vita però riserva sempre delle svolte e succede che i due fratelli si perdono tra i fili intricati della quotidianità, delle scelte sbagliate, degli obiettivi falliti e del dolore provocato da perdite sempre impreviste. Ma l'amore, quello vero, non  evita i momenti difficili ma  aiuta a non soccombere sotto il loro peso e  tiene a galla quando sembra che gli ostacoli  trascinino verso il fondo come la zavorra più pesante. Ed è amore vero anche quello che unisce Michael e Sara, due anime spezzate e provate tanto duramente ma che, grazie ai loro ricordi e a quel filo tessuto a doppia trama che li lega, riescono a salvarsi l'un l'altra. Il senso di inquietudine di Michael e la tenacia di Sara passano chiaramente attraverso le prime pagine del romanzo tanto che ho quasi l'impressione di partecipare di persona agli eventi delle loro vite. Il dolore, la solitudine, la rabbia che provano i due ragazzi sono descritti così bene che sono punti fondamentali e trainanti del libro e caricano di emozioni contrastanti i lettori:  è impossibile non sentirsi coinvolti nel tormento che stanno affrontando e farsene quasi carico, non sentire la tenerezza che servirebbe per consolare i due fratelli, per avvolgerli di affetto e dire loro che tutto si sistemerà. Tommaso, con l'uso sapiente delle parole, descrive momenti rabbiosi, duri, che lasciano ferite fisiche e psicologiche ma riesce a non far prevalere lo sconforto, la rassegnazione e l'abbandono.

"Nella vita crediamo di poter essere autosufficienti. Crediamo di poterci bastare da soli perché come dice qualcuno, nasciamo  soli e soli ce ne andremo, ma non è sempre così. Ci sono momenti in cui abbiamo bisogno di una mano in più. (...) Di qualcuno che aggiunga qualcosa alla nostra vita."

In Quello che non siamo diventati trovo che il messaggio da evidenziare sia quello di non isolarsi, di contare su chi si ama per trovare un appoggio e attraversare imprevisti e di ricordare sempre che nessuno si salva da solo. Abbiamo bisogno di qualcuno al nostro fianco, come Michael e Sara; loro hanno riscoperto il loro essere fratelli ma anche il rapporto genitori-figli o tra innamorati serve a condividere e a sopravvivere alle incredibili variabili della vita. Una vecchia foto, un ricordo condiviso e persino un buon piatto di spaghetti al pomodoro alleviano i dolori e le difficoltà di ogni giorno. Un libro che spiega, con grande compostezza, quanto dura può essere la vita e i suoi eventi ma che, con il giusto cuore accanto, nulla può spaventare. Grazie a Tommaso Fusari per non aver tradito le mie aspettative con il suo nuovo libro e, nonostante i lucciconi agli occhi, consiglio veramente a tutti di leggere quello che racconta con grande maestria. 

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