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sabato 22 luglio 2017

Recensione: Le otto montagne di Paolo Cognetti

Buon pomeriggio! Oggi vi parlo del libro di Paolo Cognetti, vincitore del Premio Strega 2017, Le otto montagne. Di questo autore ho già avuto il piacere di leggere il libro Sofia veste sempre di nero. Con questo libro rispondo all'obiettivo numero 12 della Challenge La Ruota delle Letture e quindi leggere un libro presente nei primi cinque posti della classifica di ibuk.

Descrizione: Pietro è un ragazzino di città, solitario e un po' scontroso. La madre lavora in un consultorio di periferia, e farsi carico degli altri è il suo talento. Il padre è un chimico, un uomo ombroso e affascinante, che torna a casa ogni sera dal lavoro carico di rabbia. I genitori di Pietro sono uniti da una passione comune, fondativa: in montagna si sono conosciuti, innamorati, si sono addirittura sposati ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. La montagna li ha uniti da sempre, anche nella tragedia, e l'orizzonte lineare di Milano li riempie ora di rimpianto e nostalgia. Quando scoprono il paesino di Grana, ai piedi del Monte Rosa, sentono di aver trovato il posto giusto: Pietro trascorrerà tutte le estati in quel luogo "chiuso a monte da creste grigio ferro e a valle da una rupe che ne ostacola l'accesso" ma attraversato da un torrente che lo incanta dal primo momento. E li, ad aspettarlo, c'è Bruno, capelli biondo canapa e collo bruciato dal sole: ha la sua stessa età ma invece di essere in vacanza si occupa del pascolo delle vacche. Iniziano così estati di esplorazioni e scoperte, tra le case abbandonate, il mulino e i sentieri più aspri. Sono anche gli anni in cui Pietro inizia a camminare con suo padre, "la cosa più simile a un'educazione che abbia ricevuto da lui". Perché la montagna è un sapere, un vero e proprio modo di respirare, e sarà il suo lascito più vero: "Eccola li, la mia eredità: una parete di roccia, neve, un mucchio di sassi squadrati, un pino". Un'eredità che dopo tanti anni lo riavvicinerà a Bruno.

Recensione: Leggere questo libro è stato un piacevole momento molto coinvolgente. Cognetti racconta la storia di Pietro e dell'amore che la sua famiglia gli ha saputo infondere per la montagna. Durante la sua infanzia non  capiva la profondità di questo sentimento ma, crescendo e portato dagli eventi della vita, ha saputo rivalutare la passione e la bellezza che i monti possono donare. Quando, durante l'estate, partiva da Milano con la sua mamma, Pietro trovava ogni anno Bruno ad aspettarlo per girare tra i pascoli e imparare a conoscere quel territorio in modo da farselo diventare familiare. La loro vita è intrecciata dalla condivisione di vacanze e di avventure ma anche da un'amicizia che diventa più forte dopo la morte del papà di Pietro. Cognetti scrive in modo essenziale, descrive i luoghi e le vicende dei protagonisti con un linguaggio che non porta via nulla alla fantasia di chi legge. Sembra di esserci, lì tra quelle valli e quei dirupi, si assaporano i profumi del fieno appena tagliato e si partecipa alla fatica della casetta che Bruno e Pietro costruiscono insieme. La storia è raccontata con uno stile che lascia a noi lettori la sensazione di "esserci fisicamente", di partecipare alle vicende di Pietro e Bruno, tanta è la bravura di Cognetti nello scrivere questo libro. Mi è piaciuto molto leggere dell'amicizia tra i due ragazzi che dura anche quando diventano uomini, trovo bello che ci siano storie pulite, semplici e profonde come questa a testimoniare quello in cui credo molto anch'io: l'amicizia è un sentimento tra i più forti che possono legare due persone; l?amore può finire, la vita può dividere ma due amici, se sono davvero amici, anche a distanza di anni e dopo tutte le vicende che possono accadere, si ritroveranno sempre come se il tempo non fosse passato mai. Davvero una bella lettura!

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