Don't dream your life... live your dreams!

lunedì 2 ottobre 2017

Recensione: Pista nera di Antonio Manzini

Buon lunedì! Ritorno con un secondo post dedicato alla recensione di Pisa Nera, libro di Manzini che ho letto per l'obiettivo La Libridinosa (leggere un libro che la proprietaria del blog sceglie per me) nel ventunesimo giro della challenge la Ruota delle Letture.

Descrizione: Un vicequestore nato e cresciuto a Trastevere, che odia lo sci, le montagne, la neve e il freddo viene trasferito ad Aosta. Rocco Schiavone ha combinato qualcosa di grosso per meritare un esilio come questo. È un poliziotto corrotto, ama la bella vita. È violento, sarcastico nel senso più romanesco di esserlo, saccente, infedele, maleducato con le donne, cinico con tutto e chiunque, e odia il suo lavoro. Però ha talento.
Una rilettura della tradizione del giallo all’italiana, capace di coniugare lo sguardo dolente del neorealismo e la risata sfrontata di una commedia di avanspettacolo.

Recensione: Il libro racconta di un altro caso che il vice questore Schiavone deve risolvere. Lui è sempre ad Aosta, città che rimane, nonostante la buona gente e il bel paesaggio che offre, un castigo rispetto alla sua adorata Roma. Dopo la morte della moglie Marina lui cerca di andare avanti e la capacità che dimostra nel risolvere i casi che si presentano è pari alla ruvidità del suo carattere... lui è bravissimo ad incastrare i colpevoli, a scoprirne i punti deboli e a metterli alle strette facendoli cedere e confessare le proprie colpe. In questo caso, un omicidio tra le nevi delle piste aostane, non sembra semplice risalire al colpevole ma Manzini ci accompagna nelle evoluzioni dei fatti che hanno per protagonisti i sospettati, Schiavone ovviamente non perde nessuna sfumatura e riesce a "far cadere" in trappola i colpevoli senza problemi. Anzi, risolve il caso facilmente ma è quasi sconvolto dal male che lo circonda: i colpevoli sono legati alla vittima e nulla può giustificare il loro gesto se non un diabolico senso di vuoto. Adoro Schiavone, come Manzini lo descrive, la sua continua lotta tra essere il bravo difensore della legge ma, al tempo stesso anche un pessimo esempio di rettittudine! Quando, nei momenti di calma tra le mura di casa, percepisce ancora la presenza della moglie Marina e porta avanti con lei un dialogo quasi reale, beh, lì a me Rocco suscita tanta tenerezza... tiene nel cuore il ricordo del vero amore per Marina! Anche se si concede di frequentare altre donne lei rimane il Suo amore e questa la trovo una cosa molto dolce soprattutto per uno Schiavone. Antoni Manzini con i suoi libri che hanno per protagonista Rocco Schiavone riesce a far divertire, stupire, indignare e anche riflettere i suoi lettori... il protagonista continua sempre ad essere maleducato, cattivo e anche leggermente odioso ma quando deve portare a casa il risultato di un indagine è preciso, fermo e intuitivo. Spesso i colpevoli ci dimostrano quanto possa mancare la moralità e la dignità e si ceda all'egoismo e alla superbia. 

Nessun commento:

Posta un commento