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lunedì 18 giugno 2018

Recensione: L'anello mancante Cinque indagini di Rocco Schiavone di Antonio Manzini

Rieccomi con un altro post e un'altra recensione per recuperare tempo... ormai ci siamo e un altro mese sta per scadere! Nella Challenge più seria di tutto il web il tempo non scorre ... vola! Ma non mi faccio scoraggiare né dal tempo né dal caldo ed eccomi qui a dirvi due parole sull'ultimo libro del Manzini.

Sinossi: Un ritratto del vicequestore Rocco Schiavone. Cinque tessere che contribuiscono a definire il personaggio per chi già lo conosce e servono come una presentazione per chi non l'ha mai letto. Racconti già pubblicati in varie antologie che questo volume mette insieme per la prima volta. Il primo - che dà il nome all'intera raccolta ed è ampio poco meno che un romanzo breve - ha un inizio macabro, quasi horror: al cimitero, dentro una cappella gentilizia, viene trovato un cadavere sconosciuto disteso sopra la bara di un'altra; unico indizio uno strano anello nuziale. Ma presto la storia prende le vie tipiche che ispirano Antonio Manzini: innestare su un'indagine poliziesca misteriosa disagi esistenziali, denuncia sociale, sentimenti profondi; il tutto narrato con un umorismo ironico che sfiora il sarcasmo, fatto di battute rapide e paradossi, che nella misura breve dei racconti sembra persino accentuarsi per concentrazione. Le altre storie che seguono - tre amici in gita alpinistica finita con il morto; una partita di calcio truffaldina tra uomini di legge; un delitto nella «camera chiusa» di un treno; un innocuo eremita ucciso in una chiesetta abbandonata - sono indagini che portano, secondo l'umor nero che non lascia mai Schiavone, a «una conclusione scomoda, squallida, triste, più del cielo di questa città». Lui, il protagonista indiscusso, è un poliziotto non integerrimo, spesso ai limiti della brutalità, ma che sa riconoscere una persona vera ovunque e comunque si presenti. Un uomo che non sopporta il tempo in cui vive, per tanti motivi, ma soprattutto perché gli ha strappato la cosa più importante della vita.

Recensione: Leggere i libri di Antonio Manzini e ritrovare il vicequestore Rocco Schiavone è, per me, come bere un bicchiere di acqua fresca in questi pomeriggi infuocati: rigenerante! Ho praticamente divorato questa raccolta di racconti che ha come protagonista il mio amato Rocco.
Perdonatemi se lo definisco così ma non riesco a smettere di sorridere quando inizio i libri che lo vedono protagonista, ormai ne ho letti un bel numero (non tutti ma prima o poi riuscirò) e l'ironia che manzini fa trapelare dalle sue pagine non può che far sorridere! Tornando alla recensione, in questa raccolta si legge, in cinque storie diverse, della perspicacia che Schiavone usa per risolvere i casi a cui lavora. Cinque episodi diversi che lo vedono indagare su cadaveri fuori posto, alpinisti assassini, partite con sorpresa, delitti su rotaia e un omicidio-bavaglio. In ognuno di questi però, quello che fa la differenza, è la grande conoscenza degli uomini e del loro comportamento di Rocco; lui tira fuori la soluzione del caso da piccole, impercettibili sfumature che quasi sempre sfuggono ai suoi collaboratori. Rocco, così maleducato e così schietto, arriva sempre al nocciolo delle questioni risolvendo i drammi e gli omicidi molto spesso collegati fra loro. Lui e i suoi collaboratori, una squadra che più variegata non si può, si mettono sempre a disposizione per la ricerca della verità, delle motivazioni, del colpevole. Molto spesso la svolta arriva dal vicequestore più maleducato e insofferente del panorama letterario: lui osserva, legge tra le righe, analizza comportamenti e pensieri dei sospetti e li mette alle strette per arrivare alla soluzione. Nel suo cuore rimane sempre un pensiero speciale per Marina, la sua adorata moglie; la malinconia che la sua perdita ha causato non va via anche se c'è sempre Lupa, il suo fedele cane, al suo fianco.  Questi sentimenti molto umani lo rendono un personaggio a cui ci si affeziona,  che si impara a conoscere quasi come un amico, si anticipano a volte addirittura le sue battute tanto sembra familiare e la sua ironia riesce sempre a strappare un sorriso a chi legge. Insomma... Rocco continua a piacermi moltissimo, Manzini sa come tenere il suo personaggio sempre in linea  rispetto alle aspettative di chi già lo conosce e per chi lo legge per la prima volta Schiavone è una ventata di sana e ironica disillusa realtà. Nonostante le sue abitudini poco convenzionali, il suo linguaggio al limite della decenza e i suoi trascorsi molto poco limpidi, Rocco Schiavone non smette di essere legato alla verità e a far di tutto per ricercarla lavorando soprattutto sulle persone e sui loro comportamenti ed è impagabile leggere di come questo gli riesca così facile!

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