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domenica 15 aprile 2018

Recensione: Io prima di te di Jojo Mojes

In questo post vi parlo di un libro che mi ha fatto veramente venire un nodo in gola, ho pianto parecchie lacrime ma non sono una piagnucolona, ve lo assicuro, è che leggendo ho riflettuto parecchio sul tema trattato e così si sono aperti i rubinetti!

Sinossi: A ventisei anni Louisa Clark sa tante cose.
Sa esattamente quanti passi ci sono tra la fermata dell'autobus e casa sua. Sa che le piace fare la cameriera in un locale senza troppe pretese nella piccola località turistica dove è nata e da cui non si è mai mossa, e probabilmente, nel profondo del suo cuore, sa anche di non essere davvero innamorata di Patrick, il ragazzo con cui è fidanzata da quasi sette anni. Quello che invece ignora è che sta per perdere il lavoro e che, per la prima volta, tutte le sue certezze saranno messe in discussione.
A trentacinque anni Will Traynor sa che il terribile incidente di cui è rimasto vittima e che l'ha inchiodato su una sedia a rotelle gli ha tolto la voglia di vivere. Sa che niente può più essere come prima, e sa esattamente come porre fine a questa sofferenza. Quello che invece ignora è che Lou sta per irrompere prepotentemente nella sua vita portando con sé un'esplosione di giovinezza, stravaganza e abiti variopinti.
Nessuno dei due, comunque, sa che la propria vita sta per cambiare per sempre.

Recensione: Comincio subito col presentare i protagonisti: Louisa, stravagante e spiritosa assistente di Will, giovane uomo reso tetraplegico da un incidente. Lui ha tutto e di colpo si ritrova senza nulla... privato di tutte le libertà costretto a dipendere da altri per i bisogni più elementari. La sua famiglia decide di aiutarlo dopo aver saputo che sta meditando sul suicidio assistito in Svizzera. Louisa viene assunta proprio per cercare di far desistere Will dal suo proposito e per farlo riappassionare alla vita. Il ragazzo ha promesso alla sua famiglia che avrebbe aspettato sei mesi prima di mettere attuare il suo desiderio di morte. Louisa cerca in tutti i modi di svegliare Will dal suo torpore e di trascinarlo verso qualsiasi cosa lo possa far divertire o interessare. Non tutto fila liscio, anzi, gli ostacoli per i due sono dietro ogni angolo ma il tempo scorre e i due, piano piano si avvicinano e si apprezzano. Louisa comincia a mettere in discussione la sua relazione con Patrick e a sentirsi molto coinvolta dalla vicenda di Will, molto più di quanto vorrebbe. Ho letto il libro e ho pianto tanto, tantissimo... cosa che non mi succede spesso! L'argomento trattato, nonostante sia addolcito dalla storia romantica, rimane un pugno nello stomaco. Mi sono chiesta più e più volte cosa farei io nei panni di Will... ed è difficile rispondere. Non si può capire a fondo la sua condizione perché bisogna esserci, in quelle condizioni. Sapere di avere il mondo in mano: carriera, soldi, fidanzata e poi, in un secondo, perdere tutto e rendersi conto di tutto questo. Deve essere terribile, senza contare poi che le conseguenze invalidanti non permettono di fare nulla da soli. Difficile davvero sapere se è preferibile vivere comunque o trovare pace ricorrendo all'eutanasia. E' altrettanto arduo però stare dall'altra parte: trovarsi nei panni dei familiari che devono stare vicino a chi soffre e nascondere il dramma che li stritola. la famiglia di Will conosce i suoi progetti ma come può assecondarli? Come si può rinunciare alla presenza dei propri cari? Nonostante la difficoltà che la vita comporta come può essere preferibile la morte di chi si ama? Louisa, con il suo amore per Will, non riesce a fargli cambiare idea ma la sua morte non è la fine di tutto solo dei suoi patimenti. Lei deve essere serena come lui voleva vederla, non si muore mai davvero finché il ricordo rimane nel cuore ci ama (cit.). Il libro della Mojes, per me, è un libro che ti entra nel cuore e ti fa riflettere; non è il semplice racconto romantico ma tra le sue righe passa una sorta di traccia per riflettere: la vita è bella, sempre oppure solo finchè non accade qualcosa che ci cambia radicalmente la vita? Ci vuole più coraggio per continuare a sopravvivere o per decidere di dire basta? Un bel dilemma...

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