Don't dream your life... live your dreams!

venerdì 25 ottobre 2019

Recensione SE SON DONNE FIORIRANNO di Margherita Belardetti

Oggi presento una lettura che ho fatto in questo ultimo periodo, un libro scelto di pancia, scorrendo i titoli in libreria. Questo, i particolare,  ha catturato la mia curiosità quasi da subito: sarà che a casa mia le donne sono in maggioranza (io e tre figlie!), sarà che la copertina mi è sembrata molto originale, sta di fatto che non ho riflettuto molto per decidere l'acquisto. Completamente a scatola chiusa però ... non conosco l'autrice, non l'ho visto sui social, proprio una totale sorpresa. 


titolo Se son donne fioriranno    autore Margherita Belardetti     editore Piemme
data di pubblicazione 30 aprile 2019     pagine  285 pagine

TRAMA -  Ogni stagione della vita ha una sua luce. Elisa, sessantenne di fresca data, bibliotecaria in pensione, è l'ex moglie di un avvocato in carriera che ha buttato la grisaglia alle ortiche. Madre appassionata di una figlia ormai adulta e residente in una grande città del nord Europa, nonché affettuosa proprietaria di una gatta psicolabile, Nina - detta Prozac nei periodi di turbe -, vive le sue giornate con spirito da ragazza. Mille progetti sempre interrotti e una buona dose di improvvisazione: riordina casa, rimesta nei ricordi, osserva e commenta quanto le accade intorno, si accalora in consigli e rabbuffi alla figlia, sogna le gite in montagna che una caviglia rotta la costringe a rinviare e, quando questo suo tempo a singhiozzo glielo permette, scrive. Anche l'amore, mascherato dalle difese e dagli impacci dell'età matura, si riaffaccia nella vita di Elisa. Prende le vesti di tre campioni maschili che più diversi non potrebbero essere, ma che le permettono di riassaporare tutto il corredo emotivo che pareva dimenticato - batticuori, aspettative, rabbia, eros, indignazione, sfottò. Insieme al teatro amoroso, però, in lei si fa strada una consapevolezza nuova: non sarà nella relazione con un uomo il suo compimento. E nemmeno nel ruolo di madre. Perché anche Elisa sta crescendo: infatti è solo una distorta visione delle cose a far sì che oggi l'invecchiare sia dipinto come decadenza, quando invece è una forma alta di crescita, di messa a fuoco di se stessi. E così Elisa scopre che la aspetta una nuova fioritura: un tempo tutto suo, per mettere a frutto i talenti accantonati - a malincuore - per tutta la vita.

RECENSIONE - Inizio subito con una mia considerazione che devo esternare già dall'inizio: questo libro mi è piaciuto proprio tanto! 
La storia vede la protagonista Elisa, sessant'anni solo sulla carta e pensionata di fatto, attraverso mille impegni, attività, persone che incrocia per poco o da una vita intera, riflettere su quanto possa essere bello anche invecchiare. Ma bisogna farlo senza ansie, senza riflettersi in altri, senza voler raggiungere effimere versioni mascherate di se stessi. Elisa racconta la sua evoluzione, la sua ri-nascita come donna consapevole: non più solo moglie, mamma, figlia, amante ma Elisa con tutto quello che ha dentro. Una scoperta maturata, non improvvisa ma generata da vicende elaborate con la testa non solo con il cuore.
Sua figlia Lena, ormai grande e indipendente, non ha più bisogno della mamma ma di lei come figura di riferimento per un consiglio, per una confessione, per una pacca sulla spalla. Elisa non si aspetta di perdere il suo ruolo così presto, di non essere più utile come un tempo, di dover accettare tutto ciò. 

"Le cose fatte e finite mi incutono rispetto: hanno conquistato un equilibrio prezioso, un'illusione di stabilità che non mi piace turbare."

I suoi amori passano, mutano di intensità ed Elisa, alla fine, si ritrova a far conto solo su sè stessa. Deve imparare a ragionare per lei e per la sua serenità, senza programmi e senza eccezioni.
L'autrice scrive di Elisa in un modo molto preciso, con un linguaggio insolito - forbito e ricco di termini ricercati - che aggiunge interesse alla storia. Le pagine scorrono in modo fluido, la ricerca di stabilità nella vita di Elisa cattura e intriga. Niente è di troppo in questo libro, nessuna riga risulta eccessiva o superflua, tutto concorre per portare chi legge verso la nuova serenità che la protagonista cerca analizzando anche episodi di vita passata. Il racconto si lega tra presente e passato in maniera molto ben intrecciata; ogni dettaglio o ricordo diventa un tassello da incastrare nella descrizione di Elisa e del suo carattere.

"Il crepacuore è proprio questo: strappi, erosioni infinitesimali, minuscoli lutti taciuti, ed è una faccenda di madri. Alla fine, interamente ricoperto di screpolature, come un dipinto antico di craquelure, il cuore si infragilisce."

Consiglio di cuore questo libro a tutti, a noi donne soprattutto, anche se ancora non siamo da pensione, perchè fa sempre bene sapere che il nostro valore non è legato alla giovinezza o al lavoro ma possiamo dare tanto sempre. Un valore aggiunto di questo libro è anche dato dalla scrittura della Belardetti: ricercata e mai banale. Vi basti sapere che ho rispolverato il vocabolario leggendo il suo libro e mi sono scritta le note dei vocaboli che non conoscevo. Erano anni che non mi capitava una cosa del genere e mi è piaciuta perchè ho imparato parole nuove... ditemi voi se sapevate di andare ogni mattina dal prestinaio a far scorta di pagnotte? Ecco, ora lardellerò i miei discorsi con tanti termini nuovi ^_^
P.S.: Mi sono documentata su Margherita Belardetti e questa è la sua prima opera! Aspetto qualcosa di altrettanto interessante molto presto, mi auguro! 

"...E l'amore, lasciamelo dire, è una costruzione magistrale, un castello di carte delicato, ma molto più magistrale è costruire se stessi con pilastri di cemento armato e sapere che su quelle fondamenta poggerai per tutta la vita!"

Recensione LA SPOSA SCOMPARSA di Rosa Teruzzi

Buongiorno e bentornati! Oggi vi scrivo di un libro non proprio recente ma che aspettavo da tempo di poter leggere. L'occasione è arrivata per merito della "Pizza sbagliata" nella challenge librosa che sto seguendo: la richiesta è quella di leggere un libro con meno di 200 pagine e, quindi, ecco la mia scelta cadere sul primo libro della serie che vede protagoniste Libera e le donne della sua famiglia!



titolo La sposa scomparsa    autore Rosa Teruzzi    editore  Sonzogno
data di pubblicazione 8 settembre 2016     pagine  171

TRAMA - Dentro Milano esistono tante città, e quasi inavvertitamente si passa dall'una all'altra. C'è poi chi sceglie le zone di confine, come i Navigli, a cavallo tra i locali della movida e il quartiere popolare del Giambellino. Proprio da quelle parti Libera quarantasei anni portati magnificamente ha trasformato un vecchio casello ferroviario in una casa-bottega, dove si mantiene creando bouquet di nozze. È lì che vive con la figlia Vittoria, giovane agente di polizia, un po' bacchettona, e la settantenne madre Iole, hippie esuberante, seguace dell'amore libero. In una piovosa giornata di luglio, alla loro porta bussa una donna vestita di nero: indossa un lutto antico per la figlia misteriosamente scomparsa e cerca giustizia. Il caso risale a tanti anni prima e, poiché è rimasto a lungo senza risposta, è stato archiviato. Eppure la vecchia signora non si dà per vinta: all'epoca alcune piste, dice, sono state trascurate, e se si è spinta fino a quel casello è perché spera che la signorina poliziotta possa fare riaprire l'inchiesta. Vittoria, irrigidita nella sua divisa, è piuttosto riluttante, ma sia Libera che Iole hanno molte buone ragioni per gettarsi a capofitto nell'impresa. E così, nel generale scetticismo delle autorità, una singolare équipe di improvvisate investigatrici a dispetto delle stridenti diversità generazionali e dei molti bisticci che ne seguono riuscirà a trovare, in modo originale, il bandolo della matassa.

RECENSIONE - Rosa Teruzzi è un'autrice, esperta di cronaca e di indagini, che scrive storie di misteri e di vita ambientate a Milano. Le protagoniste sono donne legate a stretto filo dal fatto di essere madre figlia e nipote: Iole non è la classica nonna che fa la calza ma è vivace, forse un pochino troppo spumeggiante e rimprovera la figlia Libera di non godersi la vita come dovrebbe. Libera ama leggere libri e, per vivere, compone bouquet per le spose nella sua bottega, un piccolo angolo nel casello ferroviario dismesso in cui abita con mamma e figlia. Vittoria, la terza donna di casa, fa la poliziotta e cerca di tenere rigorosamente in riga madre e nonna. Il piglio investigativo non è solo dono di Vittoria ma anche Iole e Libera si mettono a disposizione di chi confida loro i dubbi circa vecchi casi irrisolti. che lasciano dolore e angosciosi interrogativi. In questo primo volume che le vede protagoniste, l'insolito trio si dedica alle indagini, alquanto sgangherate ma non per questo meno efficaci, per trovare soluzione alla misteriosa scomparsa di una ragazza.

"Succede spesso così, dopo una tragedia, pensò: il dolore non cementa l'unione dei sopravvissuti ma mette quelli che si rassegnano contro chi si ostina a combattere, facendone dei nemici. E' il danno collaterale di tante disgrazie ..."

La Teruzzi dimostra un talento particolarmente spiccato nel tratteggiare i contorni di queste tre figure femminili molto diverse tra loro ma perfettamente incastrate l'una con l'altra. Iole, Libera e Vittoria sono la rappresentazione di tre modi diversi di intendere la vita: chi la prende di petto e gode di ogni momento come la più anziana del gruppo; chi la vive con curiosità ma tenta sempre di scappare da tutto quello che porta scompiglio in una vita calma e quasi piatta come Libera. E infine c'è chi ha regole che rispetta sempre, andando anche oltre ciò che potrebbe portare gioia, spensieratezza e anche alleggerire la quotidianità, in nome di un rigore morale e professionale che non cede mai come Vittoria.

"Libera osservava, come una spettatrice a teatro, quella commedia che conosceva così bene: sua mamma , la sfacciata, e sua figlia, la sfinge, che si tenevano testa reciprocamente: due autentiche femmine alfa, ognuna a modo suo."

Insomma, in questo romanzo ciò che colpisce non è solo il giallo da risolvere ma più di tutto ciò che esalta la lettura è proprio leggere le vicende delle tre donne: tra sotterfugi, confessioni, segreti e parrucche, è davvero una ventata di vitalità scoprire come le intrepide investigatrici si attivano per investigare in modo ruspante e creativo. Questo libro è ben molto ben scritto: Rosa Teruzzi usa un linguaggio chiaro ma ugualmente preciso e chi legge non ha difficoltà a seguire il mistero della ragazza scomparsa e a voler azzardare ipotesi sul colpevole, ovviamente niente è come sembra e anche la soluzione sarà sorprendentemente d'effetto. Ho adorato ogni riga letta e, sinceramente, devo sbrigarmi a recuperare gli altri libri che seguono per sapere come evolveranno le avventure delle nostre care protagoniste e sono certa che ritroverò il carisma e la verve di Iole, Libera e Vittoria. 

venerdì 27 settembre 2019

Questa volta leggo... I LEONI DI SICILIA - la Saga dei Florio di Stefania Auci

Buongiorno! Oggi è il mio turno per presentarvi un libro per la rubrica Questa volta leggo... che mi chiede di recensire un libro comprato/regalato in vacanza.


Devo fare una doverosa premessa: io non ho fatto vacanze ma solo giretti dalla mattina alla sera, il mio libro quindi è un acquisto fatto durante una di queste gite giornaliere e spero che possa valere ugualmente. Vi dico anche che quello da me scelto è un gran bel libro, di cui sicuramente avrete sentito parlare tanto. I leoni di Sicilia - La saga dei Florio è anche il titolo imposto, da indovinare, per la challenge librosa cui partecipo.


titolo I leoni di Sicilia - La saga dei Florio    autore Stefania Auci    editore Nord
data di pubblicazione 6 maggio 2019    pagine 437


TRAMA - Dal momento in cui sbarcano a Palermo da Bagnara Calabra, nel 1799, i Florio guardano avanti, irrequieti e ambiziosi, decisi ad arrivare più in alto di tutti. A essere i più ricchi, i più potenti. E ci riescono: in breve tempo, i fratelli Paolo e Ignazio rendono la loro bottega di spezie la migliore della città, poi avviano il commercio di zolfo, acquistano case e terreni dagli spiantati nobili palermitani, creano una loro compagnia di navigazione... E quando Vincenzo, figlio di Paolo, prende in mano Casa Florio, lo slancio continua, inarrestabile: nelle cantine Florio, un vino da poveri - il marsala - viene trasformato in un nettare degno della tavola di un re; a Favignana, un metodo rivoluzionario per conservare il tonno - sott'olio e in lattina - ne rilancia il consumo in tutta Europa... In tutto ciò, Palermo osserva con stupore l'espansione dei Florio, ma l'orgoglio si stempera nell'invidia e nel disprezzo: quegli uomini di successo rimangono comunque «stranieri», «facchini» il cui «sangue puzza di sudore». Non sa, Palermo, che proprio un bruciante desiderio di riscatto sociale sta alla base dell'ambizione dei Florio e segna nel bene e nel male la loro vita; che gli uomini della famiglia sono individui eccezionali ma anche fragili e - sebbene non lo possano ammettere - hanno bisogno di avere accanto donne altrettanto eccezionali: come Giuseppina, la moglie di Paolo, che sacrifica tutto - compreso l'amore - per la stabilità della famiglia, oppure Giulia, la giovane milanese che entra come un vortice nella vita di Vincenzo e ne diventa il porto sicuro, la roccia inattaccabile.

RECENSIONE - In questo libro bello corposo c'è racchiusa, oltre alla storia della famiglia Florio come già dice pure il sottotitolo, una grande parte della storia italiana e non solo dell'800. Le lotte per l'indipendenza dalla monarchia, i re che sembrano illuminati ma che vengono anche sopraffatti dalla voglia di libertà che la gente cerca da tanto. Un ripasso storico che mi fa molto riflettere in questi tempi, c'è bisogno di ricordare che in altri tempi c'è chi si è battuto per un'unità e una coesione che ora ha perso valore e sembra non contare più per nessuno. Stefania Auci ha scritto un meraviglioso romanzo che, partendo dalle vicende di una famiglia storica - i Florio - descrive il contesto in cui si dipana ogni loro movimento. Partiti dalla Calabria, lasciano la terra natale in cerca di fortuna e la Sicilia sembra il posto più adatto ai loro commerci. Purtroppo in ogni cambiamento c'è qualcuno che subisce e in questa storia è Giuseppina, la moglie di Paolo Florio che parte malvolentieri da casa sua. Si adatta, come ogni donna dell'epoca era abituata a dover fare, conta nel sentimento che comunque non le viene mai ricambiato. Neppure la nascita del figlio allevia il senso di vuoto che non la abbandona mai. L'unico che può alleviare la sua solitudine e offrire un pochino di sostegno è il cognato Ignazio, lui la aiuta ad accettare il trasferimento e a ritrovare un po' di pace e ricominciare una vita in terra siciliana. Il commercio di spezie procede, a volte a stento a volte speditamente ma gli orizzonti si espandono e i Florio riescono ad allargare i loro ambiti. Nel frattempo la famiglia attraversa lutti, amori, nascite e rinascite. Un romanzo grandioso, una storia familiare che esalta il potere della famiglia intesa come clan, come energia esplosiva per ottenere un riscatto sociale tanto agognato. Vincenzo, figlio di Paolo e Giuseppina mette tutto il suo vigore di giovane forte e scaltro nell'ampliamento l'attività di famiglia nonostante gli avvenimenti storici non siano sempre favorevoli. Altrettanta energia la dedica all'amore della sua vita, Giulia, che però farà anche soffrire in modo pesante. Leggere questa storia offre al lettore un racconto che sembra farci scorrere gli eventi dinanzi, come davanti al grande schermo di un cinema. La Auci ricostruisce in modo certosino i dettagli dei luoghi, dei profumi, degli avvenimenti politici e storici che ci danno esattamente l'idea di come funzionavano i commerci all'epoca. E non solo: ci spiega benone come gli affetti, la posizione  sociale e il denaro siano sempre gli indicatori maggiori per stabilire quanto vale ogni persona. La gente mormora, la gente deve vedere... successi o fallimenti che stabiliscono potere o l'incapacità di un individuo. Ho letto questo libro praticamente in due giorni, le pagine scorrono veloci e tanta è la curiosità di sapere, di conoscere l'evolversi delle vicende in casa Florio. Nulla è scontato, tutto è in fermento e la curiosità accompagna il lettore pagina dopo pagina, fino alla fine che è un altro colpo da maestro. Credo di non aver provato una tale sensazione di grandiosità dall'epoca dell mia lettura del  Gattopardo e, personalmente, questo libro me lo ricorda molto: il senso di maestosità e di grandezza dedicata al concetto di famiglia mi colpisce in entrambi, anche se i Florio fanno quanto in loro potere per espandersi tanto quanto la famiglia del principe di Salina si rifiuta di adattarsi ai cambiamenti. Comunque due libri in cui l'elemento principale, a mio avviso, risulta essere il legame familiare che anima e sospinge oppure soffoca ma che è l'ingrediente predominante nel periodo storico in cui la Auci ambienta la saga dei Florio. Un libro super consigliato a tutti coloro che apprezzano le storie concrete e di valore.
Vi lascio qui sotto il calendario delle recensioni di questo mese..
.

Se cercate libri e recensioni interessanti per scoprire nuove letture vi consiglio di fare un giretto tra i blog delle mie compagne di rubrica! Buonissime letture a tutti.

giovedì 26 settembre 2019

Recensione DEMELZA La saga di Poldark di Winston Graham

Buongiorno! Il nuovo giorno mi vede alle prese con nuove letture e nuove recensioni da scrivere per parlarvi di libri letti negli ultimi giorni e che lasciano sempre pensieri e riflessioni anche dopo aver chiuso il libro. Molte volte i pensieri sono positivi, il ricordo di un bel libro lascia traccia per molto tempo ma anche le impressioni meno entusiaste fanno pensare. Nel cammino di ogni buon lettore si possono trovare libri che piacciono tanto, mediamente o per niente. Io mi reputo fortunata, nelle mie scelte poche volte ho trovato libri che non mi sono proprio piaciuti e comunque, per apprezzare quelli proprio belli ogni tanto bisogna beccare quello così così. Oggi il mio post non riguarda affatto un libro passabile ma è un secondo volume di una serie che amo già tanto: la saga dei Poldark di cui ho già scritto qui e che stavolta vi presento con Demelza.


titolo Demelza La saga dei Poldark autore Winston Graham  editore Sonzogno
data di pubblicazione 2 febbraio 2017  pagine 491

TRAMA - Cornovaglia, 1788-1790. Le nozze tra Ross, gentiluomo dal carattere forte, avverso alle convenzioni sociali, e Demelza, bella, brillante, ma figlia di un povero minatore, hanno scandalizzato l'alta società locale, che non approva il matrimonio di un nobile con una plebea. E così Demelza, pur facendo il possibile per assumere le maniere di una signora raffinata, fatica a conciliare il mondo da cui proviene con quello cui ora appartiene, e sì sente umiliata dai modi altezzosi di chi la circonda. Questo non le impedisce però di stare al fianco di Ross, che si trova ad affrontare la grave crisi economica in cui versa il distretto: l'industria del rame è infatti sull'orlo del collasso a causa di banchieri senza scrupoli, come lo spietato George Warleggan. Mentre dalla Francia soffiano i venti della rivoluzione e il malcontento dei minatori, ridotti alla fame, sembra pronto a esplodere, Ross decide di sfidare i potenti nel tentativo di riportare giustizia e prosperità nella terra che ama, nonostante il rischio di perdere tutto ciò che ha costruito. Tra sfarzosi eventi mondani, passioni maledette e amori ritrovati, tempeste di feroce bellezza e naufragi che sembrano benedizioni per la povera gente, Ross e Demelza tornano con il secondo episodio della saga di Poldark.

RECENSIONE - In questo secondo volume della serie dedicata alle vicende della famiglia Poldark si raccontano gli eventi, gli amori, le delusioni e le tragedie che vivono i protagonisti in quel meraviglioso scenario che offre la Cornovaglia. Il periodo è quello del tardo 1700 e le condizioni economiche della popolazione non sono affatto prospere, il lavoro è poco ed è dura trovare di che sfamare le famiglie. Ross Poldark, nonostante il suo nobile nome, non esita a spendersi per difendere i diritti del popolo e si schiera sempre a fianco di chi è debole e bisognoso. Il suo coraggio e la sua nobiltà d'animo sono sostenuti dall'avere al suo fianco una donna come Demelza. Lei, di umili origini e dai modi spicci, dopo aver sposato Ross cerca in tutti i modi di meritarsi l'amore del marito anche cambiando e raffinando il suo stile. Quello che non cambia è la sua veemenza e la grinta quando ci sono ingiustizie da far emergere oppure generosità da concedere alle persone che hanno bisogno. Demelza si trova spesso a dover gestire situazioni critiche, dove il cuore e la ragione spesso non trovano punti d'incontro. Il libro, facente parte di una serie composta da ben dodici libri scritti da Graham dal 1945 al 2002, è scritto con un'intenso lavoro scenografico. I paesaggi della Cornovaglia, dove i protagonisti risiedono, le descrizioni di tutto ciò che fanno o vedono i personaggi di cui il libro parla fanno in modo di portarci tra loro a seguire le vicende da vicino. Questo è uno dei motivi per i quali apprezzo questo romanziere e mi piace leggere dei Poldark, la minuzia di particolari, le sfumature dei caratteri delle persone, i risvolti belli e meno belli delle vicende che vi sono descritte. Quello che mi colpisce molto è la forza di Ross: lui, uomo di forti e nobili princìpi, riesce a trascinare e a rincuorare chi gli sta vicino, in ogni evenienza. Un protagonista con un'aura di potere, mai troppo esaltata ma sempre sotto gli occhi di tutti; per questo tutto ciò che lui fa assume valore, nel bene e nel male, perchè il suo carisma può esaltare o far affondare chiunque gli si contrappone. Demelza è la donna perfetta per lui, altrettanto forte ma bisognosa al tempo stesso di essere protetta da un uomo che la ama per quello che è: testarda e generosa, indipendente e coraggiosa, solida ma delicata. Insieme danno forza al valore di famiglia, quella che garantisce la protezione nel momento di difficoltà, quella che non si limita al sostegno economico ma che tesse la rete di salvataggio per i momenti infelici, per i lutti e per quando tutto sembra sprofondare. Un romanzo che emoziona, che mi emoziona tanto e che spero di continuare ad apprezzare anche nei prossimi libri della saga.

Recensione E' TEMPO DI RICOMINCIARE di Carmen Korn

Oggi piove, con il fresco si riesce a mettere in ordine i pensieri in modo più ordinato e semplice. Adoro l'autunno ... forse l'ho già scritto altre volte tra le righe del mio blog ma lo ribadisco ancora: il caldo non è un clima che mi giova! Torno subitissimo al mio obiettivo principale che è parlarvi dei libri che leggo e, nello specifico, stavolta vi lascio i miei pensieri sul secondo libro della trilogia di Carmen Korn.


titolo E' tempo di ricominciare    autore Carmen Korn   editore Fazi
data di pubblicazione 8 aprile 2019     pagine 563

TRAMA - È il 1949. La guerra è finita. I nazisti sono stati sconfitti. Come molte altre città, Amburgo è ridotta a un cumulo di macerie e in parecchi si ritrovano senza un tetto sulla testa. Fra questi, Henny, che ha finalmente accettato di sposare Theo e continua a cercare la cara Ka?the, che risulta ancora dispersa nonostante l'amica sia sicura di avere incrociato il suo sguardo, la sera di San Silvestro, su quel tram... Nel frattempo, mentre Lina e la sua compagna Louise aprono una libreria in città, Ida si sente delusa dal modesto ménage coniugale con il cinese Tian, pur avendo mandato all'aria il suo precedente matrimonio per stare con lui, e ricorda con nostalgia la sua giovinezza di rampolla di una famiglia altolocata. Sono in molti ad aver perso qualcuno di caro, e sono in molti ad attendere il ritorno di qualcuno, giorno dopo giorno, alla finestra. Ma per i sopravvissuti tornare a casa non è facile, si ha paura di cosa si potrebbe trovare, o non trovare più.Gli anni passano, i figli delle protagoniste crescono e anche loro hanno delle storie da raccontare. Sullo sfondo, la ripresa dell'economia tedesca e le rivoluzioni sociali che hanno scandito gli anni Cinquanta e Sessanta: lo sbarco sulla Luna, la costruzione del Muro di Berlino, il riarmo e la paura del nucleare, l'arrivo della pillola anticoncezionale, l'irruzione della televisione nella vita quotidiana delle famiglie, l'inizio dei movimenti studenteschi e la musica dei Beatles. Dopo "Figlie di una nuova era", il secondo capitolo di questa trilogia che racconta la vita di quattro amiche nella Germania del Novecento.

RECENSIONE - Nel secondo libro di Carmen Korn ritrovo le amiche Henny, Kathe, Lina e Ida che, passata la guerre e i suoi disastri, cercano di ricostruirsi una vita che faccia loro dimenticare il periodo buio che la Germania si lascia ale spalle. La loro rinascita passa attraverso il lavoro, i figli, il coraggio di ripartire nonostante le ferite più gravi siano quelle scavate nel loro animo. Ognuna di loro cerca di metter ordine, di ritrovare affetti e di scoprire anche i cambiamenti che inevitabilmente gli anni portano alle persone e alle cose. Le protagoniste del libro raccontano di cose semplici, di argomenti spinosi e di decisioni anche discutibili ma che portano il lettore a sentirsi partecipe. La scrittura che la Korn usa in questi libri è decisamente coinvolgente, + inevitabile sentirsi catapultati dentro la storia, leggere con avidità le pagine, che non sono poche, per conoscere di più, per sapere come va a finire, per sapere come evolvono le vite delle quattro amiche e dei personaggi che gravitano loro intorno. Amburgo cerca di rinascere e la gente si arma di intraprendenza per presentarsi al meglio dopo gli anni della guerra. Il gruppo di amiche, che la Korn ci insegna ad apprezzare già dal primo volume della serie, ci mostra le loro difficoltà, le loro insicurezze ma anche la loro tenacia e la forza dei loro sentimenti in modo schietto e realistico. Non tutto è facile, non si cancellano sofferenza e dolore ma il fatto di essere legate da un'amicizia forte e duratura è la marcia in più per farcela. Un libro che insegna ad avere fiducia, a considerare i legami familiari e di amicizia, in modo serio perchè sono gli unici che al bisogno salvano. Leggere un libro così insegna a valorizzare i rapporti, a tener conto delle persone per creare n filo di mutuo soccorso: in questo caso è la guerra appena passata da metabolizzare ma può essere qualsiasi l'ostacolo che una necessita l'appoggio di persone amiche. Carmen Korn offre un ritratto schietto e attento di sentimenti forti, di persone realisticamente emozionanti che fanno provare a chi legge, un'altalena di reazioni diverse tanto è il potere dell'autrice nel trasportarci empaticamente tra le pieghe del romanzo. Un libro, questo, che mi sento di consigliare caldamente a tutti per il piacere che offre di leggere una bella storia e di una trama veramente ben articolata e intensa. 

mercoledì 25 settembre 2019

Recensione STELLE MINORI di Mattia Signorini

Buonasera! Ritorno a scrivere qui sul blog dopo un lungo tempo e vi confesso che non sono rimasta con  le mani in mano. Settembre a casa mia è, ogni anno, un mese complicato è il mese dei nuovi inizi, delle ri-partenze , della vendemmia e delle conseguenze che lascia. Stavolta, anzi, per il secondo anno consecutivo mi rimane una congiuntivite allergica dispettosa e resistente che non mi concede molte possibilità di procedere con le mie letture. Comunque io resisto e oggi vi scrivo le mie impressioni sul libro di Mattia Signorini.


titolo Stelle minori   autore Mattia Signorini editore Feltrinelli
data di pubblicazione 6 giugno 2019   pagine 224

TRAMA - Sono passati nove anni dal giorno che ha deviato il corso della vita di Zeno, quando in un tragico incidente muore il suo professore, Nicola Sceriman. Ora Zeno ha trent'anni, insegna in un liceo e sta per sposarsi: è arrivato il momento di fare i conti con il passato. Perché solo lui e Agata, la sua ragazza di allora, sanno come sono andate davvero le cose, solo loro conoscono la verità sulla morte di Sceriman. Ed è proprio Agata a rompere l'antico patto di silenzio attraverso una lettera in cui gli chiede di incontrarla: "Ci sono delle cose che ancora non sai, Zeno. È sull'Altopiano di Asiago che è iniziato il nostro silenzio, e credo sia lì che dobbiamo concludere questa storia, adesso con le giuste parole. Ho bisogno di farlo, perché ho paura di quello che accadrebbe alla tua vita se ritornasse a galla tutto quanto". Nel ricostruire quel giorno lontano torna l'amore che legava Zeno e Agata e tornano le promesse di futuro che gli anni dell'università e della gioventù portavano con sé, l'impressione di poterlo cambiare, quel futuro, il fascino sprigionato da Sceriman - autore di un solo romanzo, acclamato dalla critica e amato dai ragazzi, "La natura umana", e professore anticonvenzionale, capace di stringere con gli allievi rapporti di grande vicinanza, di coinvolgerli in progetti ambiziosi, esaltanti... Ma tornano anche le verità nascoste, le ombre che raccontano un'altra storia.

RECENSIONE - La storia di Agata e Zeno, i protagonisti di Stelle minori, raccontano di eventi passati ma che, nonostante gli anni trascorsi da quei momenti, fanno parte ancora del loro presente. Tutto si svolge tra la città universitaria, dove i due si conoscono e studiano, e l'altipiano di Asiago - splendidi paesaggi e quiete paradisiaca - che fa da cornice inconsapevole agli avvenimenti della giovinezza di Agata e Zeno. Sullo sfondo aleggia la tenera storia d'amore che lega, con un filo sottile di complicità muta e cieca, tutte le vicende che si susseguono poi. In primo piano troviamo sempre il carisma e il fascino del professor Nicola Sceriman che conquista l'attenzione dei suoi studenti sull'onda di un libro provocatorio e con lezioni coinvolgenti. Succede poi che il professore chiede ad un gruppo di suoi studenti di attivarsi per aiutarlo a concretizzare un progetto ambizioso: lavorare ad una rivista nuova, anticonformista e libera, un'idea che galvanizza i ragazzi che lo considerano un mentore. Inizia così una frequentazione stretta tra il docente e i suoi studenti, tra loro anche Zeno e Agata, che si sentono parte attiva nella creazione di un sogno. Il loro stato di grazia viene complicato dai rapporti che nascono tra componenti del gruppo, dalle cose non dette e dai particolari che sfuggono al loro controllo. Le conseguenze, è inevitabile, si riflettono nelle loro vite anche a distanza di anni e le ombre che ricoprono la loro esistenza richiedono attenzione. Il passato presenta il conto per ciò che è rimasto in sospeso tanto a lungo ed è una questione che Agata e Zeno devono risolvere. La mia impressione su questo libro di Signorini, il primo che leggo di questo autore, è ambivalente. La storia è raccontata in prima persona da Zeno, una sorta di diario che ripercorre gli avvenimenti dall'inizio dell'università ai giorni nostri e la scrittura è svelta, incisiva e molto curata. La lettura risulta quindi molto scorrevole ma, e non so se l'autore voleva volutamente questo, i fatti da un certo punto in poi diventano prevedibili. Io ho iniziato a dedurre lo svolgimento del racconto e mi sono sentita un pochino privata del gusto della lettura, ho perso il colpo di scena che mi aspettavo dopo aver letto le prime pagine. Insomma, ho potuto apprezzare solo la bravura di uno scrittore per come usa la lingua ma, in quanto a suspence, Stelle minori mi ha lasciato un leggero senso di vuoto. 

"Chi ama leggere sa che non potrà mai tenere i libri lontani per troppo tempo. Sono oggetti silenziosi che portano con sé un grande potere: resistono alle variazioni del tempo e sanno attendere i loro lettori. Possono stare in una libreria o in uno scaffale per anni. Poi a un tratto, mentre tutto il resto fa silenzio, ti chiamano con la loro voce sommessa. Credo che chi non ha mai letto un libro in vita sua semplicemente non abbia l'orecchio allenato ad ascoltare quella voce."

Mattia Signorini scrive questo, tra le pagine del suo romanzo, e io non posso che dargli ragione ma Stelle minori non ha la voce sufficientemente forte per riuscire a chiamarmi, per lasciarmi un ricordo vivido di quanto ho letto. Mi rimane solo il piacere di un libro ben scritto ma con una storia che non è riuscita ad agganciarmi tra le righe e ad accompagnarmi alla fine con il senso di completezza che ricerco sempre nei libri che leggo. Ma potrebbe anche essere che sbaglio punto di vista: mi fisso su quello del lettore e non mi metto dalla parte dei protagonisti che raccontano i loro dubbi e le loro difficoltà come in confessione. 

lunedì 19 agosto 2019

Recensione TI RUBO LA VITA di Cinzia Leone

Buon lunedì e buon inizio settimana. Superato il giro di boa di metà agosto si cominciano a fare i bilanci post-vacanzieri.  Avete trascorso una buona estate? Per quel che mi riguarda quando è passato Ferragosto si inizia con il conto alla rovescia per Natale! Sono eccessivamente proiettata in avanti? Forse si ma confesso, e credo sia risaputo ormai, che temo il caldo molto più di un pinguino e attendo con gioia tempi più freschi. Una delle poche cose che mi fa dimenticare l'afa è la lettura e durante questi giorni  ho avuto modo di leggere il libro di Cinzia Leone Ti rubo la vita. 


titolo Ti rubo la vita   autore Cinzia Leone  editore  Mondadori
data di pubblicazione 12 febbraio 2019    pagine  615

TRAMA - Vite rubate. Come quella di Miriam, moglie di un turco musulmano che nel 1936 decide di sostituirsi al mercante ebreo con cui è in affari, costringendo anche lei a cambiare nome e religione. A rubare la vita a Giuditta nel 1938 sono le leggi razziali: cacciata dalla scuola, con il padre in prigione e i fascisti alle calcagna, può essere tradita, venduta e comprata; deve imparare a nascondersi ovunque, persino in un ospedale e in un bordello. Nel 1991, a rubare la vita a Esther è invece un misterioso pretendente che le propone un matrimonio combinato, regolato da un contratto perfetto... Ebree per forza, in fuga o a metà, Miriam, Giuditta ed Esther sono donne capaci di difendere la propria identità dalle scabrose insidie degli uomini e della Storia. Strappando i giorni alla ferocia dei tempi, imparano ad amare e a scegliere il proprio destino. Una saga familiare piena di inganni e segreti che si dipana da Istanbul ad Ancona, da Giaffa a Basilea, da Roma a Miami, dalla Turchia di Atatürk all'Italia di fine Novecento, passando attraverso la Seconda guerra mondiale e le persecuzioni antisemite, con un finale a sorpresa. Un caleidoscopio di luoghi straordinari, tre protagoniste indimenticabili e una folla di personaggi che bucano la pagina e creano un universo romanzesco da cui è impossibile staccarsi. Cinzia Leone ha scritto un romanzo unico, generoso e appassionante, di alta qualità letteraria e innervato da un intreccio che fugge in volata, rapendo l'immaginazione del lettore. Un libro che, nella gioia della narrazione, riflette sulla storia, l'identità, la tolleranza.

RECENSIONE - Il libro di Cinzia Leone, autrice che non conoscevo, si legge con voracità; nonostante sia un bel volume di circa seicento pagine la lettura è scorrevole e intrigante. Ero molto curiosa di capire il motivo del successo che questo titolo ha  sui social e ora vi posso confermare che è del tutto meritato! In questo libro si trovano sia la trama molto ben elaborata che dei personaggi incisivi e, malgrado quel che può sembrare, tutt'altro che scontati. L'autrice scrive di un periodo che parte dal 1930 e arriva agli anni '90, dividendo il romanzo in tre capitoli e intitolandoli alle tre protagoniste principali: Miriam, Giuditta e Esther che sono unite tra loro da un legame sottile e senza tempo. L'inizio parte con il racconto su Miriam e suo marito Ibrahim, un uomo apparentemente remissivo ma ambizioso che sulla tragedia accaduta ai suoi vicini di casa riesce ad elaborare un piano per rubare loro identità e averi. In questo folle disegno coinvolge anche sua moglie Miriam e la sua figlioletta che devono assecondarlo cambiando nome, stile di vita , nazione ma soprattutto religione. Ibrahim trascina in questo vortice di falsità e menzogna la sua famiglia, ottenendo in cambio solo la sudditanza della moglie e l'inconsapevole innocenza della figlia ancora troppo piccola per capire tutto. Lui, concentrato sui suoi scopi, non si accorge del malessere e del rifiuto di Miriam, la ignora e la sottovaluta finché tutto cambia. In questo capitolo emerge la forza silenziosa di lei, il suo rifiuto verso tutto ciò che il marito ha scelto per loro. L'autrice parla con semplicità ma con tanto sentimento di vari problemi legati a quel preciso periodo storico: la sudditanza delle mogli verso i mariti, il potere del denaro e delle conoscenze e il difficile periodo storico per chi era ebreo. Tutto questo spiegato attraverso un intreccio di vite e di racconti raccontato in modo eccelso.

"Il pensiero bruciante del male che aveva già fatto alla figlia, e prima ancora alla donna che aveva sposato, per un istante lo annientò. Lo scaccio via dalla mente come uno di quegli incubi che è meglio che la notte divori per sempre. Tutto era ormai frantumato, corrotto, perduto. Ma accanto a lui c'era ancora sua figlia."

Rubare la vita di qualcuno non può esentare da ripercussioni anche pesanti, da strascichi che emergono tra le pieghe del tempo e dai risvolti di scelte scellerate. Ibrahim, o Avraham nella nuova vita, trascorre i suoi anni alla ricerca di pace, di qualcosa che lo faccia sentire una persona importante e realizzata e non solamente l'uomo fallito e privo di speranze che era e che vuole dimenticare. 
Il secondo capitolo prosegue con il racconto su Giuditta che, per salvarsi dai tedeschi, inizia una fuga verso un riparo sicuro aiutata dal suo ragazzo Giovanni ma soprattutto dal fratello Tobia. Conosce anche gente buona che li nasconde ma sono ben pochi quelli che affrontano il rischio di ospitare degli ebrei in quel periodo delirante in cui le leggi razziali stabiliscono chi vive e chi muore. Si spostano da Roma per rintracciare i nomi scritti sul foglietto che il padre affida loro prima di essere confinato. Sperano in ogni aiuto possibile per salvarsi, un credito di riconoscenza che il padre confida di riuscire a riscuotere per salvaguardare i figli. 

"Per salvarsi, Giuditta decise di fermare il tempo. E il tempo obbedì: si restrinse fino a ridursi ai soli istanti che lei rubò uno a uno. Ferocemente."   

Quando il padre liberato li ritrova, decidono di cambiare identità per sfuggire ai rastrellamenti tedeschi: vite che scompaiono a favore di finzioni indispensabili per sopravvivere. Anche sposare l'amore della sua vita richiede una dose di coraggio a Giuditta: non vuole convertirsi e diventare cristiana ma accetta di crescere i figli secondo il credo di Giovanni. sapendo che comunque lei rimarrà sempre fedele a sé stessa. Disposta a dei compromessi per amore ma mai a rinunciare ai suoi princìpi. Una figura di donna che cerca affetto e protezioni ma che chiede anche il rispetto di quello in cui crede e di quello che la vita ha modellato nel suo carattere, nel bene e nel male.
Si arriva così al racconto su Esther, e siamo nei recenti anni '90, quando questa giovane donna si ritrova a dover decidere se accettare uno strano contratto. Non una proposta di lavoro, non un accordo commerciale ma un vero documento con regole scritte  per prendere in marito un uomo che cerca una madre ebrea per i suoi figli. questa proposta la fa riflettere: può lei rinunciare ad un amore sincero a favore di un buon accordo? E chi glielo ha proposto, potrà mai suscitare in lei una tenerezza e un affetto tali da poter divenire, un giorno, amore vero? 

"Il contratto era la sua voliera. Aprire quella busta era come contarne le sbarre ad una ad una. Firmarlo era come buttare la chiave. Una volta dentro, non ci sarebbe stato quello spericolato del nonno a liberarla. Eppure, proprio come quando ci si innamora, Esther sapeva che una parte nascosta e segreta di sé desiderava quella gabbia."

Anche Esther è una donna che fa tesoro del passato, di ciò che le è stato insegnato dai suoi genitori e dalla storia; l'autrice non le risparmi di compiere errori ma la rende riflessiva e capace di mediare tra ciò che deve e ciò che vuole fare. Il finale è un tocco perfetto, scritto per emozionare e per apprezzare ancor di più il libro. Sto notando che la mia recensione è un pochino lunga e mi scuso per questo ma credo di non sapere come altro parlarvi di questo romanzo della Leone: un'opera veramente ampia per i temi toccati e per la delicatezza delle figure femminili descritte. Un vero piacere leggere queste pagine e scoprire tante cose sugli usi delle diverse religioni, sulla tolleranza tra individui anche in periodi storici difficili, della tenacia di donne che si adattano ai contesti senza mai perdere di vista sé stesse. .Una trama avvincente capace di proiettare chi legge direttamente tra i protagonisti, descrizioni ben fatte e ricercate, un racconto che non perde mai l'interesse del lettore. Promuovo senza dubbio questo libro tra i migliori della mia biblioteca e lo consiglio calorosamente a chi non si accontenta solo di una bella storia ma cerca dei contenuti di peso: il libro di Cinzia Leone lascia traccia nella mente e nel cuore di chi lo legge.