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venerdì 13 luglio 2018

Recensione: Pomodori verdi fritti al caffè di Wistle Stop di Fannie Flagg

Rieccomi! Sostenuta ed incoraggiata da una brezza che mi permette di respirare un po', riprendo la tastiera e continuo a scrivervi delle mie letture estive.
Questa volta vi parlo di un altro dei libri di Fannie Flagg: Pomodori verdi fritti al caffè di Wistle Stop, un  libro che mi mancava da leggere e che tenevo pronto sottomano.

Sinossi: Vero e proprio caso editoriale, Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop è un piccolo capolavoro che molti lettori hanno scoperto e amato anche grazie all'omonimo fortunato film dei primi anni Novanta. Coniugando uno humour irresistibile alla rievocazione struggente di un mondo che non c'è più, Fannie Flagg racconta la storia del caffè aperto in un'isolata località dell'Alabama dalla singolare coppia formata da Ruth, dolce e riservata, e Idgie, temeraria e intraprendente. Un locale, il loro, che è punto di incontro per i tipi umani più diversi e improbabili: stravaganti sognatori, poetici banditi, vittime della Grande Depressione. La movimentata vicenda che coinvolge Ruth e Idgie, implicate loro malgrado in un omicidio, e la tenacia che dimostrano nello sconfiggere le avversità, donano a chiunque segua le loro avventure la fiducia e la forza necessarie per affrontare le difficoltà dell'esistenza.

Recensione: Fannie Flagg ha la capacità di fare dei suoi libri una macchina del tempo, leggendo le sue pagine riesco a sentirmi esattamente nel periodo di cui racconta, riesco ad immaginare le atmosfere che descrive e a visualizzarle talmente bene che mi sembrano quasi reali. Insomma, io adoro Fannie Flagg e ogni suo libro mi fa stare bene. Questo fa esattamente anche Pomodori verdi fritti: racconta del caffè alla fermata del treno in uno sperduto paesino dell'Alabama. Lo gestiscono la dolce Ruth e la determinata e forte Idgie. A quel caffè si ritrovano tanti personaggi e il racconto di chi  passa e di che cosa succede in quel locale lo fa Ninny, tanti anni dopo dalla casa di riposo, a Evelyn, una casalinga insoddisfatta che le fa compagnia e ascolta i suoi racconti. La loro conoscenza avviene per caso, mentre Evelyn è all'ospizio per trovare la suocera; Ninny è talmente socievole e bisognosa di raccontare la sua vita passata che non vede l'ora di aver qualcuno che le presta l'orecchio. Non sempre per la povera Evelyn è un piacere sentire i racconti di Whistle Stop ma, col tempo, inizia ad affezionarsi ai protagonisti di quei racconti e a volerne conoscere ogni volta altri  dettagli ed episodi. Più di tutto. però. le serve il sostegno che le offre Ninny, l'incoraggiamento che sembra non avere da nessun altro per uscire da quel giro di pensieri che la sta facendo sprofondare in vortice oscuro e malsano. Le confidenze e i tanti consigli che la vecchia signora le porge, tra una chiacchiera e l'altra, le fanno riscoprire che vale e che può ottenere ancora molto dalla vita! Non le servirà trasformarsi in Towanda (chi di noi non ha mai sognato di trasformarsi in un supereroe per vendicarsi dei torti subiti?) per meritare rispetto e ascolto... saprà svoltare solo con la sua volontà. Quando, qualche anno dopo, Ninny muore, Evelyn va a trovarla per portarle un fiore e le racconta di tutti i cambiamenti avvenuti nella sua vita e la aggiorna sulla vita e sulla morte dei suoi amici e paesani. Che tenerezza quel discorso... due persone conosciutesi per caso che stringono un'amicizia così intensa e così forte! Cosa può mai indicare una vecchia signora ad una molto più giovane come Evelyn? Forse la prospettiva giusta per vedere il reale valore delle cose, della vita e delle persone! Forse può insegnarle il gusto dell'amicizia, la forza dell'amore e la potenza di un piccolo gruppo di abitanti che si aiutano e che superano insieme gioie e dolori.
E' incredibile come la Flagg riesca sempre a farmi stare bene leggendo le sue storie: scrive di argomenti molto intensi ma lo fa con una delicatezza che incanta. In questo libro si toccano temi come la questione razziale, la violenza sulle donne, l'omosessualità. la depressione, la disabilità ma sono talmente funzionali al racconto e così bene inseriti nella trama che tutto si amalgama con la vita vera di Whistle Stop, quella che sembra di assaporare dal vivo leggendo le pagine della Flagg. Esilarante anche il Bollettino Settimanale, con il povero Wilbur che subisce supinamente gli scherni della moglie dalle righe del resoconto che passa agli abitanti di Wistle Stop... troppo divertente! Quando chiudo i libri di Fannie Flagg le sensazioni che mi restano sono quelle di aver sbirciato nelle anime dei personaggi delle sue storie, di averli affiancati mentre loro vivevano le loro vite veraci e di aver potuto percepire i loro sentimenti e i loro stati d'animo. L'intensità con cui l'autrice ci descrive i protagonisti di ogni suo libro, mi piace, mi fa sorridere e riflettere ma soprattutto me ne fa sentire la nostalgia già da quando arrivo all'ultima riga di ogni suo libro.

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